Con il Covid nuovo record negativo di nascite: perché non si fanno più figli

C’è anche l’ombra del Covid sull’ultimo report Istat sulla dinamica demografica 2021. Record negativo delle nascite: “Oggi si sceglie quando programmare la nascita di un figlio. La precarietà non aiuta”
399.431 nascite nel 2021 tra la popolazione residente. Un quadro demografico in caduta libera e certamente il Covid è stata una delle cause principali nella scelta, consapevole, di non fare figli. Perché mettere al mondo una nuova vita, quando la nostra stessa vita è piombata nell’incertezza e nella paura?
C’è anche l’ombra del Covid sull’ultimo report Istat relativo alla dinamica demografica del 2021, che continua a far registrare numeri in netto calo in fatto di nuove nascite. Record negativo, nonostante alcuni segnali di ripresa nei mesi conclusivi dell’anno.
I nati, sotto alla soglia dei 400mila, sono in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2021 e addirittura quasi del 31% rispetto al 2008, l’anno di massimo più recente relativo alle nascite. Il dato non stupisce più di tanto: si consideri, infatti, che già nel corso del 2020 si era osservato un calo rilevante dei nati rispetto all’anno precedente, il -3,6%.
Abbiamo provato a capire, grazie all’aiuto della psicologa e psicoterapeuta Marinella Sclocco, perché si fanno sempre meno figli.
Figli, una questione di scelte
“Un tempo non c’era la scelta. Il contesto societario era radicalmente diverso rispetto a quello di oggi, ma anche rispetto a quello di 10 anni fa. La famiglia nasceva prima, sembrava essere nel destino di tutti. Si prendeva ciò che arrivava, senza programmare. ‘Come dio vuole’, si diceva.Ovviamente, da un certo punto in poi – forse orientativamente a partire dagli anni ’70 – il cambiamento della condizione femminile ha, a sua volta, cambiato questo quadro. E la donna ha iniziato a programmare la sua vita, ha iniziato a pianificare la scelta di un figlio. Ci tengo a precisare, però, che ciò non vuol dire che la donna abbia improvvisamente capito di non voler più fare figli – come spesso si sente dire in giro – semplicemente la donna inizia a concentrarsi anche su altro. E la sua attenzione, il suo impegno, le sue energie possono magari concentrarsi su molteplici priorità: magari, prima la scuola, l’Università, quindi la carriera e poi la scelta di costruirsi una propria famiglia”, ci spiega Marinella Sclocco.
“Essere donna significa anche altro, rispetto all’essere madre. Ogni donna decide autonomamente come costruire la propria vita. Ovvio, quindi, che nella pianificazione di una donna incidano gli studi, la carriera di una donna. Ma, in riferimento a questi recenti dati Istat, impossibile non sottolineare che una pandemia, la relativa crisi economica e tutte le ansie connesse alla situazione di estrema precarietà che è venuta a crearsi sono, nel complesso, un insieme di fattori che inevitabilmente incidono sulla scelta di mettere al mondo un figlio. Oggi, nel momento in cui mi trovo a pianificare il mio futuro, in una situazione del genere è difficile che io scelga di pianificare un figlio”.
Il discorso legato alla crisi economica, in realtà, “precede di gran lunga l’arrivo improvviso del Covid. Spesso si tende a fare una serie di valutazioni legate alla società, alla mancanza di servizi, alle priorità, appunto, di una donna. A tutto ciò, si è aggiunta la paura del futuro scatenata dalla pandemia. Una situazione di grande incertezza che ancora non riusciamo a superare. Anche per questo scegliamo di non fare figli oggi e, magari, decidiamo di rivalutare la nostra scelta un domani,per una gravidanza che arrivi in una condizione di normalità, tranquillità e serenità, nostra e del mondo intorno a noi“.

Si aspetta, quindi, un equilibrio: economico, professionale, societario, umano. “Ed anche per questo i figli arrivano anagraficamente più tardi rispetto a venti anni fa. Ci sono tanti fattori che una coppia prende in considerazione e tante difficoltà, purtroppo, che si trova ad affrontare e che possono frenarla. In particolare, la donna in carriera – che può contare sul periodo della maternità – dovrebbe poter usufruire di maggiori possibilità che agevolino le pari opportunità: deve essere messa nelle stesse condizioni degli uomini. Solo attraverso azioni mirate – che garantiscano pienamente pari opportunità – si potrebbero incentivare nuove nascite”.