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Riforma della Giustizia, a maggio le proposte ufficiali dei gruppi di lavoro

In attesa del referendum, prosegue l'iter in Parlamento per la Riforma della Giustizia, a metà maggio le proposte dei gruppi di lavoro. Intanto prosegue il braccio di ferro tra i partiti.

Prosegue l’iter in Parlamento per la Riforma della Giustizia, a metà maggio le proposte dei gruppi di lavoro. Intanto prosegue il braccio di ferro tra i partiti.

Inaugurazione dell’anno tributario in Senato, con il ministro Marta Cartabia che ha parlato anche di Riforma della Giustizia: “Abbiamo lavorato tanto. Altrettanto siamo pronti a fare, con la necessaria collaborazione di tutti gli attori, a partire dalle forze politiche e soprattutto dal Parlamento, la cui importanza è centrale per portare avanti le riforme sulla giustizia. Per i decreti delegati della riforma della  giustizia civile e penale – la cui scadenza è fissata al 31 dicembre 2022 – i  gruppi di lavoro consegneranno le proposte a metà maggio, aggiungendo che ”tutto questo influirà positivamente anche sulla situazione  della sezione tributaria. Nonostante abbiamo ereditato una situazione  estremamente complessa, ravvisiamo quindi elementi concreti per considerarci  ottimisti sugli sviluppi”.
Intanto proseguono i vertici tra i partiti per trovare una quadra. Lo stesso ministro ha dato un ultimatum per arrivare a un quadro preciso. Nell’ultimo vertice di maggioranza le questioni più spinose affrontate sono state quelle dell’elezione del Csm, della responsabilità civile diretta dei magistrati e la separazione delle funzioni di giudici e pubblici ministeri. Forza Italia, Lega e Italia Viva non hanno accolto l’invito a togliere dal tavolo la richiesta di scegliere i candidati al Csm per sorteggio.

Riforma della giustizia, Cosimo Ferri: pene severe per i reati gravi, ma occorre depenalizzare seriamente

“La riforma della giustizia – aveva spiegato l’onorevole Cosimo Ferri in un intervista al Capoluogo – deve essere un pilastro del Recovery Plan, il futuro del Paese e dei giovani passa anche da un sistema giustizia che funzioni, che tuteli i diritti dei singoli, delle famiglie e delle imprese e che garantisca sicurezza e attragga investimenti. Per la gestione dei fondi del Next Generation Ue, il prossimo governo dovrà individuare, quindi, anche in tema di giustizia un progetto chiaro che attragga investitori, capace di portare rilancio e crescita. Giustizia ed economia vanno di pari passo”. L’Italia ha bisogno “di una giustizia efficace, celere e giusta. Il nostro sistema è il più farraginoso al mondo, prevede garanzie alcune dilatorie ma anche effettive. Il punto è tenere solide quelle effettive ed eliminare tutto ciò che allunga i tempi di risposta. Ma diciamo le stesse cose da anni, e i tempi sono sempre troppo lunghi. Per modernizzare la giustizia in Italia, occorrono investimenti seri, non basta dire informatizziamo, ma ci vogliono interventi strutturali anche sulla digitalizzazione ed informatizzazione, deve cambiare il modo di lavorare non solo dei magistrati ma anche degli avvocati. Le riforme vanno discusse con tutti gli attori della giustizia”.

I punti cardine per una riforma del sistema penale moderna ed efficace.

Pene severe e certe per i reati gravi – ha proseguito Cosimo Ferri nell’intervista al Capoluogo– come i furti in abitazione o le rapine, femminicidi, maltrattamenti, criminalità organizzata, mafia, corruzione, ma anche reati colposi gravi come omicidi colposi stradali o infortuni sul lavoro che creano un vero allarme sociale. Fissare linee precise e dare risposte in tempi certi. Ma poi abbandonare l’ipotesi di una visione penalistica: spesso le sanzioni amministrative sono molto più efficaci di pene che non verranno mai eseguite. C’è molto da fare, ma basta fiumi di parole: occorrono i fatti. Occorre buon senso ed equilibrio. È necessario non far lavorare a vuoto la macchina della giustizia, rafforzare i riti alternativi, aumentare anche le premialità per chi si ravvede”

“La riforma dei reati ambientali ad esempio dimostra come l’idea di introdurre premialità sia la strada giusta: il soggetto che torna, infatti, sulla strada della legalità, ponendo in essere a sue spese una bonifica, può evitare la confisca del sito e ottenere una riduzione consistente di pena. Con il risultato che, se ha sbagliato sarà punito, ma ripristinerà la situazione nel rispetto dell’ambiente, non graverà sulle casse dello Stato, cesserà la condotta inquinante e potrà continuare a fare il proprio lavoro senza licenziare e nel rispetto delle norme.
Così come è assurdo pensare di occupare la macchina della giustizia per reati bagattellari.

Si può immaginare di attivare i tre gradi di giudizio se rubo un etto di mortadella al supermercato? Certamente no, ma questo non può voler significare giustificare tali condotte, ma occorre che lo Stato intervenga evitando che queste condotte possano ripetersi e intervenendo con percorsi alternativi alla giustizia penale. Noi abbiamo per questo introdotto ai tempi in cui ero al Governo gli istituti della lieve entità del fatto e della messa alla prova, che oggi stanno portando risultati importanti. Occorre continuare su questa strada, alzando l’asticella dei reati per cui si possa procedere.
Questo però necessita di investimenti negli uffici esterni all’area penale, nel coinvolgimento di operatori capaci di una progettualità che aiuti che ha sbagliato ad uscirne e a non commettere più questi reati.

Riforma della giustizia: la prescrizione

Sul tema giustizia i Governi Conte 1 e Conte 2 “hanno portato avanti la stessa linea, del resto il Ministro era lo stesso. Sul tema prescrizione si è aperto lo scontro più acceso, per una questione di civiltà giuridica. Tema delicato perché la nostra Costituzione parla di ragionevole durata dei processi, di giusto processo. La battaglia di Bonafede è stata molto mediatica, ma priva di efficacia, perché non è stata finalizzata a risolvere i problemi della giustizia ed è, invece, andata a scalfire principi cardine. Bastava monitorare gli effetti della riforma Orlando, che pochi mesi prima aveva introdotto modifiche importanti in tema di prescrizione, ma raggiungendo equilibrio tra giusto processo è ragionevole durata ed esigenza di dare risposte e accertare sempre la verità. Bonafede è voluto intervenire di nuovo su una riforma appena approvata, mi sono sempre chiesto perché non abbia lavorato su tanti altri temi urgenti e più utili per la giustizia, La sua riforma avrà effetto tra 10 anni quando magari si capirà che non è servita a niente e che bastava quella approvata da noi. Rimarrà un mistero, o forse no, perché era troppo difficile lavorare seriamente su come far funzionare il processo penale, molto più semplice creare un processo senza fine”.

Riforma della giustizia: le misure cautelari

“Le misure cautelari della custodia in carcere, come prevede il nostro codice di procedura penale, devono costituire l’extrema ratio e non possono essere una anticipazione della pena, anche perché deve essere rispettato il principio della presunzione di non colpevolezza. Anche in questo settore siamo intervenuti nella scorsa legislatura rafforzando le ipotesi di applicazione delle misure interdittive, a volte più efficaci e immediate di quelle cautelari del carcere e che consentono ugualmente di interrompere l’attività criminosa posta in essere. Un sindaco che ponga in essere condotta illecita, o un medico che commetta violazioni… la prima cosa da fare è buttarli fuori dal loro posto e poi giudicarli velocemente: se colpevoli, applicare pene certe e severe. E’ evidente che se hanno commesso fatti gravi è corretto applicare anche la custodia in carcere: ma per molti episodi magari può essere più efficace quella della sospensione.

“Dobbiamo garantire tempi certi e veloci alla giustizia, mantenendo salde le garanzie del nostro sistema. C’è molto da fare, penso che il Governo Draghi possa dare un contributo importante per una stagione vera di riforme anche nel settore della giustizia”.

 

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