Per la rubrica “Tutti i Santi Giorni” dell’11 aprile, Santa Gemma Galgani.
L’11 aprile si commemora Santa Gemma Galgani. Gemma Galgani nacque il 12 marzo 1878 a Bogonuovo di Camigliano in provincia di Lucca. La madre Aurelia morì nel settembre del 1886, seguita pochi anni dopo dal figlio, Gino seminarista, mancato a soli 18 anni. Nel 1895 la giovane ricevé la vocazione di seguire con impegno la via della croce, quale itinerario di fede: in alcune visioni il suo angelo custode le ricorda che i gioielli di una sposa del Crocifisso sono la croce e le spine. Con la morte del padre Enrico, le misere condizioni della famiglia la spingono ad accettare di lasciare la casa natia per recarsi dalla zia a Camaiore; nell’autunno del 1899, tuttavia, a seguito di una grave malattia, fa ritorno a Camigliano. In questi mesi, la Santa, che nel frattempo aveva fatto voto di verginità, lesse la biografia del passionista Gabriele dell’Addolorata che in una apparizione le offrì parole di conforto. Nel gennaio dell’anno seguente la malattia di Gemma, un’osteite delle vertebre lombari con ascesso agli inguini, si aggravò portando la paralisi delle gambe, a cui si associò anche un’otite purulenta: pur confortata dalle visioni del beato Gabriele, sua guida spirituale, e del suo angelo custode, è tentata dal demonio, che riuscì a vincere con la preghiera. Il 2 febbraio i medici confermano che la donna ha ormai le ore contate, ma il 3 marzo, dopo essersi accostata all’Eucarestia, avvenne la guarigione miracolosa. La sua devozione al Crocifisso se possibile divenne ancora più fervente, con frequenti estasi e visioni di Cristo in Croce che culminarono, durante la Settimana Santa, nella prima apparizione sulle sue mani delle Stigmate. Si legge nei racconti di Santa Gemma che ogni giovedì era colta da un’estasi dolorosa e iniziava a sanguinare dai palmi copiosamente fino al sabato mattina, quando le ferite si richiudevano da sole, lasciando solo dei piccoli segni. Questa manifestazione se da una parte fu motivo per Gemma di ineffabili gioie, fu dall’altra anche causa di profondi dolori: nella sua famiglia non poche furono le perplessità e l’incredulità per quanto le avveniva e spesso fu rimproverata dai fratelli. Durante l’estate venne in contatto con i Padri Passionisti impegnati a predicare in Cattedrale e tramite loro fu introdotta in casa Giannini, dove fece la conoscenza della signora Cecilia che l’accolse come una figlia. Nel maggio del 1902 Gemma si ammalò nuovamente e l’anno dopo, per ordine dei medici, fu costretta a lasciare i Giannini per ritirarsi a vivere da sola. Minata dalle continue tentazioni del demonio, non smarrì mai la fede né si lamentò delle sofferenze causatele dalla malattia, anzi fu sempre piena di amore e gratitudine per chi le prestò assistenza. Al mezzogiorno dell’11 aprile 1903, alla vigilia della Pasqua, Santa Gemma terminò la sua vita terrena. Il 14 maggio 1933 papa Pio XI iscrisse Gemma Galgani fra i Beati della Chiesa e il 2 maggio 1940 papa Pio XII, la innalzò alla gloria dei Santi, come modello della Chiesa universale.
Il culto di Santa Gemma ha dato vita alla Congregazione Missionaria delle Sorelle di Santa Gemma, inserito nella Congregazione passionista. Nell’iconografia classica, è rappresentata sempre in abiti da suora passionista, spesso con un giglio in mano, segno della sua purezza; tra gli attributi che l’accompagnano ci sono il Crocifisso e i segni delle Stigmate sulle mani.
