Florovivaismo

Anche fiorai e florovivaisti tra le “vittime” di gas e luce, con la primavera si spera nella ripresa

Rincari, fiorai e soprattutto florovivaisti alle prese con i costi alle stesse di gas e luce. Inverno difficile per le serre. Aumenti anche su trasporti e imballaggi: quanto cambiano i prezzi per i clienti?

Fiorai, che aria tira tra ripresa dal Covid19 e nuova crisi dei prezzi a causa della guerra? Per usare una frase a tema, potremmo dire: “Non sono tutte rose e fiori”.

Già. Il prezzo di piante e fiori resta, grossomodo, lo stesso. Ma a cambiare, anzi, a lievitare sono le spese che gravitano intorno al mondo del florovivaismo. Del resto, a pagare le bollette dell’energia sono anche i fiorai. Per non parlare di chi gestisce vivai e serre: professionisti che si sono ritrovati di fronte ad un aumento pesantissimo dei costi del gas, necessario per il riscaldamento, appunto, della serra. Non solo.
Ad aumentare sono stati anche i prezzi della carta e degli imballaggi, in cui piante e fiori vengono conservati e poi – una volta che il prodotto è pronto per l’acquisto – incartati, per offrire al cliente una composizione bella ed elegante.
Aumenti che non sono sempre ammortizzabili nelle vendite al mercato: poiché aumentare nettamente i costi dei prodotti finali potrebbe significare rassegnarsi a vedere crescere la mole di merce invenduta. E, si sa, la vita dei fiori non è così lunga. Se non si vende presto, si rischia di dover buttare tutto.
“I rincari – ci spiega Daniele De Marchi, titolare dell’azienda agricola De Marchi a L’Aquila – stanno interessando sia i materiali da imballaggio, sia il trasporto della merce. Soprattutto quest’ultimo. Tanto che, rispetto ad un anno fa, le spese relative alle consegne sono in alcuni casi addirittura raddoppiate. Rincari anche sul costo dei fertilizzanti. Aumenti che, inevitabilmente, in parte incidono sui prezzi di vendita finali”.

fiorai

Non tutte rose e fiori, appunto. L’inverno è stato duro, soprattutto nelle serre: molti floricoltori sono stati costretti a risparmiare sui consumi del gas per il riscaldamento. Ma senza il giusto riscaldamento, i fiori non sbocciano.
In questo, sicuramente, la primavera e le belle giornate stanno aiutando.
Negli scorsi mesi diversi sono stati gli appelli al Governo, affinché intervenisse su un settore che ha visto, dopo il lockdown totale dovuto al Covid19 – in cui, di certo, non si sono venduti molti fiori – una lunga serie di rincari su più fronti. Appelli a sostenere il settore, in particolare le serre in ginocchio, sono arrivati anche da Coldiretti nelle settimane scorse. Proprio l’associazione di categoria, aveva approfittato del palcoscenico di Sanremo per lanciare il suo appello in soccorso del florovivaismo italiano. “Le imprese florovivaistiche – aveva detto il presidente Coldiretti Lucca, Andrea Elmi stanno producendo in perdita. Senza adeguate misure spegneremo le nostre serre. Inoltre è in atto una speculazione senza precedenti che favorisce i fiori che arrivano dall’estero, dove, tra l’altro, il lavoro spesso è sottopagato e non c’è bisogno di riscaldare le serre”.

Unica nota lieta a fare da leggero contraltare rispetto alla lunghissima lista dei rincari, diretti o indiretti, è il “ritorno alla terra” che si respira fin dal primissimo post lockdown. Con le chiusure, lo smart working, il maggior tempo libero da trascorrere per forza a casa e, perché no, anche come nuova forma di condivisione è tornato di tendenza l’orto e, con esso, il prodotto coltivato “in casa”, magari sul proprio balconcino. Semi e piante da coltivare, allora, hanno di conseguenza fatto registrare ottime vendite: ma non abbastanza da poter sopperire ai colpi di un lockdown che ha azzerato cerimonie, feste ed eventi per mesi e mesi e a rincari, arrivati all’improvviso, proprio nel momento in cui si contava e sperava di tornare alla normalità. Intanto, fiorai e florovivaisti si godono la primavera: e se son rose fioriranno, si spera!

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