Tradizioni e significati persi, l'intervista

Pasqua e uova di cioccolato, tra moda e tradizione: attenzione all’eccesso

La corsa all'uovo di Pasqua c'è stata anche quest'anno: i nostri bambini ne ricevono sempre di più. Quanto è cambiata la tradizione nel tempo? "Impariamo anche a dire qualche no ai piccoli".

Quante uova di Pasqua hanno i nostri bambini?

Probabilmente sempre di più. È una delle tendenze degli ultimi anni, che vede i bambini ritrovarsi con una vera e propria collezione di Uova di cioccolato: dai Kinder, a Peppa Pig, dai “Me contro te”, a Spiderman, dalle Tartarughe Ninja a Barbie, fino alle uova della propria squadra del cuore. Eppure la voglia di scartarle, di scoprire la sorpresa, di poter, finalmente, mangiare quella cioccolata tanto desiderata sembra essere quasi sparita, o quantomeno sempre più contenuta. Perché?
Se è vero che le tradizioni sono figlie dei tempi, è anche vero che il tempo che passa contribuisce ad evolverle.
E la Pasqua non è rimasta indenne dai cambiamenti avvenuti, nel tempo, nella società.
Quando si dice Pasqua, quello dell’uovo è ormai un dono e un simbolo che si associa ad essa in automatico. L’imprescindibile.
Da qualche anno quasi nessun bambino riceve più “soltanto” un uovo di Pasqua. Tuttavia, al di là dell’involucro dolce, di cioccolato al latte (o fondente) per grandi e piccoli, l’uovo – insieme alla ricorrenza della festività pasquale – ha in parte perso, nel tempo, il suo significato originario. E non bisogna sottovalutare l’effetto che può avere “l’eccesso” sui bambini.
Ne abbiamo parlato con l’esperta Chiara Gioia, psicologa e psicoterapeuta aquilana.

 pasqua

“In passato, la Pasqua si viveva con più emozione. Grandi e, in misura minore, piccoli si avvicinavano alla Pasqua attraverso un periodo di preparazione a più livelli. Passi che facevano percepire e vivere – a livello emotivo oltre che cognitivo – la dinamica della Pasqua. Basti pensare”, sottolinea Chiara Gioia, “ai famosi 40 giorni di ‘fioretto’: la rinuncia che, in nome del sacrificio pasquale, molti si sentivano di fare per avvicinarsi alla festività religiosa.
Se tanti rinunciavano proprio al cioccolato, era inevitabile che si arrivasse alla Domenica di Pasqua accompagnati dall’emozione di poter riassaporare la dolcezza del cioccolato. Un rito che è andato scemando nel tempo, anche se, ovviamente, in molti ancora scelgono di mettersi alla prova con i ‘Fioretti di Pasqua’.
Oggi quanti conoscono queste tradizioni? Difficile rispondere.
Che i tempi siano cambiati, del resto, lo si vede semplicemente entrando nei supermercati, che offrono un’esposizione completa di uova di Pasqua, di ogni genere e gusto, fin da oltre un mese prima della ricorrenza. Anche per questo, probabilmente, sempre meno uova restano chiuse fino al giorno di Pasqua.

“Oggi – continua la psicologa e psicoterapeuta – il cioccolato fa parte della quotidianità dei bambini e, con il passare degli anni, ne sono entrate a far parte anche le uova, presenti nelle case delle famiglie da molto prima della Pasqua.
Non c’è più attesa: viviamo in una società consumistica, in cui sempre più spesso prevale la logica dell’avere. Difficile, allora, associare anche un semplice uovo di Pasqua ai valori di rinuncia e sacrificio insiti nella simbologia e nel senso profondo della Pasqua, nel suo significato religioso e spirituale. Oggi si apre l’uovo e, spesso, se il bambino non è soddisfatto della sorpresa, c’è chi è pronto a comprarne subito un altro per tentare di nuovo la fortuna. Ognuno secondo le proprie possibilità fa il massimo per rendere felici i propri piccoli..eppure sarebbe importante e formativo riuscire a dire anche qualche no“. 

Ad essersi snaturata, quindi, è la bellezza dell’attesa, a discapito della logica dell’avere. Ma I bambini hanno bisogno di essere educati, guidati e di essere riportati, in un certo qual modo, ai valori di un tempo. La Pasqua è una rinascita e per i bambini potrebbe rivelarsi prezioso coltivare la rinascita di valori sani. Come il senso della sorpresa, capire che non si può avere tutto o addirittura riscoprire la noia…Ciò è importante nel percorso di crescita dei piccoli.
Riempirli di doni o, in questo caso specifico, di uova di Pasqua potrebbe far sì che i
 bambini non riescano a nutrire la loro fantasia. Del resto, se al primo accenno di ricorrenze andiamo ad inondarli di doni, si rischia che i loro veri bisogni e desideri naturali passino in secondo piano, senza attivarsi ed essere vissuti. L’emozione, cioè, ha bisogno di essere avvertita: se inondata con elementi materiali, il bambino non ha modo e tempo di vivere quella stessa emozione”. 

Perché è importante anche la noia? Perché stimola la fantasia. Facciamoli anche annoiare i bambini…
se mettiamo sempre a loro disposizione tutto e subito, rischiamo di soffocare la loro fantasia e la loro spontaneità…
 la loro ricerca del mondo, che è una continua scoperta. La corsa al consumismo tende a snaturare tutto.
E quindi anche un periodo importante come quello della Pasqua – che cade in primavera, la stagione che si associa simbolicamente alla rinascita, alla fioritura – rischia di vederli soffocati, senza il tempo necessario di far nascere quelle condizioni che possono scaturire dalla noia, da una quotidianità meno artificiale ed artificiosa. A volte le mancanze e la noia sono, invece, opportunità emotive date ai bambini, per fargli vivere sentimenti ed emozioni che, comunque, crescendo essi dovranno imparare a conoscere
.

Genitori, figli e social: bambini sul web fin dal primo test di gravidanza

Tra i bambini, infine, la “gara delle Uova di Pasqua” rischia quasi di diventare una competizione.
Questo quanto può influire nel loro rapporto interpersonale?
Ci spiega Chiara Gioia: “Di per sé già le piccole invidie o tristezze che possono sorgere per chi ha un uovo alla moda e chi no contribuiscono a snaturare valori e, purtroppo, incidono anche sull’autostima dei bambini. Ricordiamo che ci sono anche genitori che non possono permettersi determinate spese…per questo sarebbe ancor più importante non indirizzare i piccoli a crescere dinanzi a tante differenze, improntate su tendenze puramente consumistiche. A volte può essere più educativo dire di no ai propri piccoli, invece che assecondarli in ogni loro desiderio o capriccio: spesso, ad esempio, è utile che i bambini riscoprano la bellezza dei giochi che già hanno. Ricordiamo che i bambini capiscono e comprendono tutto, a loro modo. Sta a noi adulti trattare con loro tematiche importanti ed educative. Saper togliere è educativo e li mette di fronte all’opportunità di cogliere emozioni e sentimenti che la vita gli metterà comunque davanti. In una parola, saper togliere li fa crescere.
Il bambino fa il bambino, quindi quando vede oggetti colorati in tv è naturalmente attratto e richiamato, così chiede al genitore quell’oggetto. Di fronte ad un bambino che compie il suo ruolo, allora, deve esserci un genitore che stia nel suo ruolo, senza omologarsi in toto alla collettività
“. 

leggi anche
evento solidarietà pasqua gdf pescara foto ansa
Eventi e solidarieta'
Spettacolo e uova di Pasqua per i bimbi dell’Ucraina e di Rancitelli, l’evento della Guardia di Finanza
dolci Aveja
Pasqua 2022
Dolci Aveja, quest’anno a Pasqua il vero protagonista è l’uovo fondente
settimana santa lavanda dei piedi
Pasqua 2022
Settimana santa, le celebrazioni del triduo pasquale
pasqua
Le nuove stanze della poesia
Le nuove stanze della poesia, i versi che parlano della Pasqua
giuseppe petrocchi
Religione e festivita'
Pasqua, il messaggio del Cardinale Petrocchi: “Riscattiamoci dal male, c’è sempre speranza”
Scuole chiuse
Utili
Scuola Abruzzo, con la Pasqua sei giorni di chiusura
un albero per il futuro carabinieri biodiversità
Ambiente
Un albero per il futuro, i Carabinieri del Reparto Biodiversità coinvolgono i bambini
mammut
In citta'
Mammut, primo giorno di visite: lo stupore dei bambini
Black Friday
Attualita'
Black Friday, non solo il 25 novembre: sconti ed offerte per tutti i gusti
cicatrici francesi
L'approfondimento
Cicatrici francesi, l’ultima pericolosa “moda” autolesionista: “Serve educare all’uso dei social”