Sanita'

Procreazione assistita L’Aquila, prima gravidanza da crioconservazione

Gravidanza da crioconservazione di un embrione: un successo per il centro di procreazione assistita dell’Aquila.

Una coppia di Sulmona riuscirà a realizzare il sogno di diventare genitori grazie alla crioconservazione dell’embrione, una tecnica di procreazione medicalmente assistita sicura ed efficace, che viene utilizzata anche nel centro aquilano diretto dal professore Maurizio Guido (primario del reparto di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale), mentre il responsabile del trattamento è il dottore Franco Lisi. Ad affiancare l’equipe anche la biologa Carla Tatone.

Un nuovo traguardo che accende la speranza per le tante coppie che attendono di poter coronare il sogno di avere un figlio. Il dottor Lisi, che per la procreazione assistita ha diretto diversi centri nella sanità privata, nel 1990 ha fatto parte dell’équipe diretta dal prof. Simon Fishel che ottenne la prima gravidanza al mondo iniettando uno spermatozoo in un ovocita con micromanipolatore. Il centro di terapia della sterilità di coppia e tecniche di fecondazione assistita dell’Aquila è attivo dal 2019 e nasce dall’esigenza di dare una speranza alle coppie, sempre più numerose che non riescono ad avere figli naturalmente. “Si tratta di un passaggio molto importante – spiega al Capoluogo Franco Lisi – questa gravidanza aggiunge una nuova azione terapeutica per le tante coppie che desiderano avere un figlio e non riescono naturalmente”.

Procreazione assistita, il lieto fine di una donna aquilana

In forze dal 2019, nel giro di pochissimo tempo è diventato centro di riferimento extra regionale, nonostante una pandemia di mezzo. “Veniamo scelti – chiarisce Lisi – per una serie di motivazioni tra cui il fatto di essere l’unica regione del Centro Italia ad autorizzare al fecondazione assistita nel pubblico fino a 45 anni, mentre nel Lazio fino a 43. Si tratta di un attrattore, non solo per le coppie che si rendono conto troppo tardi di non poter avere figli naturalmente, ma anche per il nostro sistema sanitario regionale. per noi si tratta di un traguardo che ci rende felici e soprattutto soddisfatti per il lavoro che stiamo facendo. Auspichiamo di poter continuare questo lavoro prezioso magari affiancati da qualche medico e biologo in più, in modo da poter smaltire la lunga lista di attesa”. Una lunga lista di attesa che è conseguente al problema sempre può diffuso dell’infertilità di coppia; “In Italia si parla di un caso su 4 e sono ignote ancora le cause concrete spesso riconducibili anche allo stile di vita e alle abitudini”.

Procreazione assistita: la differenza tra tecniche di primo e secondo livello

Nel 2019, quando il centro dell’aquila aveva cominciato a funzionare, il Capoluogo aveva intervistato il dottore Franco Lisi. Cosa vuol dire tecniche di primo e secondo livello per la procreazione? Dal punto di vista normativo per quanto riguarda l’utilizzo delle tecniche per la procreazione, c’è anche una legge, la 40 del 2004, che prevede l’obbligo di seguire un criterio di gradualità, ovvero cominciando sempre dalle meno invasive.

Procreazione assistita L’Aquila, a gennaio primi prelievi ovociti

Poi ci sono le tecniche di secondo livello da utilizzare ad esempio in caso di alterazioni del liquido seminale o di malformazioni di utero e tube, che consistono essenzialmente nella Fivet (fecondazione in vitro degli ovuli, trasferiti in seguito nell’utero (Fivet) e nella Icsi (iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo). Per i casi di infertilità ritenuti “severi”, come quando non sono presenti spermatozoi nell’eiaculato, subentrano le tecniche di terzo livello, complesse e realizzate sotto anestesia generale. Le procedure di terzo livello consistono nel prelievo microchirurgico dei gameti dal testicolo o degli ovociti per via laparoscopica.

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