Ambiente

Direttore Cogesa, dubbio amletico nel PD: nominare o non nominare?

SULMONA - La maggioranza vuole un Direttore generale per COGESA, parte del PD frena. I tempi però stringono: l'azienda non può permettersi un altro anno di passivo.

SULMONA – Maggioranza orientata a nominare un Direttore generale per COGESA, ma una parte del PD frena. Intanto stringono i tempi per il risanamento.

Mentre la maggioranza dell’amministrazione comunale di Sulmona è orientata a nominare, tramite concorso, un Direttore generale per COGESA, all’interno del PD non tutti sono della stessa idea. Qualche esponente del partito vorrebbe infatti proseguire “valorizzando” l’attuale struttura, senza un direttore. È questo il confronto che sta tenendo banco a Sulmona, dove evidentemente il centrosinistra non vuole arrivare a divisioni pericolose. Durante l’ultima riunione è emersa la posizione della maggioranza, che sembrava andare nella direzione nella nomina, mentre successivamente è arrivato “il freno” da una parte dello stesso PD.
A ribadire la necessità dell’elezione di un Direttore generale “laico”, Teresa Nannarone, consigliera e portavoce delle donne PD in provincia dell’Aquila, che al Capoluogo.it spiega: “Dalle tipologie di rifiuti da trattare, alle modalità di gestione, al riempimento della discarica, sono tante le questioni che andrebbero affrontate attraverso una figura ‘laica’, scelta per competenze e capacità di gestire un’impresa con 20 milioni di euro di fatturato e 200 dipendenti”.
L’alternativa sarebbe quella di andare avanti con la stessa struttura, valorizzandola. Un’operazione che convince poco Teresa Nannarone: “Le figure esistenti evidentemente non hanno funzionato e l’azienda difficilmente può andare avanti senza una figura autorevole che la guidi e sia anche in grado di intercettare i fondi PNRR sui rifiuti”.
Sul tavolo anche la questione del risanamento: “Per due anni di seguito il COGESA ha avuto un bilancio negativo e al terzo anno di passivo si portano i libri in tribunale. Non si possono vanificare gli sforzi fatti e ignorare le esigenze dei comuni”.

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