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Rifugio La Vecchia: tra le rocce del Sirente, camosci e grifoni

Una mattinata al Rifigio La Vecchia. Panorama superbo, vegetazione che si risveglia, luoghi solitari e senza tempo.

Rifugio La Vecchia, un luogo da favola: un piccolo diamante incastonato nella roccia nel Sirente. Siamo a Rovere.

Probabilmente è uno dei rifugi più piccoli dell’Appennino, oltre che quello più fiabesco.
Sul colle di Mandra Murata, lungo la dorsale del bel Sirente, sfiora i 1900 metri di altitudine. E’ nascosto lì, tra la vegetazione e la neve che fa fatica ad andare via in queste giornate non ancora primaverili. Costruito in legno e pietra da alcuni abitanti di Rovere, prima ancora della costituzione del parco regionale, attira molti escursionisti sia in estate che in inverno anche per la sua posizione invidiabile. Regala un panorama superbo e una vicinanza incredibile al monte Sirente donando al camminatore una sensazione di verticalità grazie alla vista del versante settentrionale così ripido.
Durante il cammino è possibile ammirare il Velino, i monti Cagno e Ocre, l’intera catena del Gran Sasso dove ancora una spolverata di neve resiste, la maestosa Majella, l’altopiano delle Rocche, i pratoni di Secinaro e il lago omonimo che  attira la curiosità da quando è stato catalogato come lago di origine meteoritica con datazione risalente al quinto secolo dopo Cristo.
Il piccolo rifugio è immerso nel regno del camoscio, dei grifoni, dei gustosissimi orapi e dei crochi che proprio in questi giorni stanno fiorendo tra vegetazione e neve.
E’ possibile fare un percorso ad anello, che conta circa dieci chilometri e cinquecento metri di dislivello, partendo dall’abitato di Rovere.

rifugio la vecchia

Dettagli del percorso: Si parte da Rovere, si costeggia il campo sportivo e si punta dritti al bosco, segnavia rosso-bianco numero 14. Una sosta è d’obbligo per ammirare i bellissimi esemplari di camoscio e magari rubare qualche scatto. Si fa ingresso nel bosco e si prosegue dritti fino a un bivio (sentieri 14 e 14F) che piega da un lato sul monte Sirente e dall’altro verso il rifugio. Si imbocca il sentiero a sinistra e si risale ancora nel bosco e tratti aperti fino a raggiungere un ampio fontanile tra gli alberi. Ancora salita fino a un’ ampia radura. La prossima meta è la cresta da percorrere con gambe e occhi ben aperti: il panorama è impagabile dal sottostante altipiano delle Rocche e in lontanaza il maestoso  Gran Sasso con le sue cime. Si prosegue ancora in cresta, fino a raggiungere località Mandra Murata e l’atteso rifugio La Vecchia, anticipato da un altra piccola “casetta” in legno, ovvero l’osservatorio faunistico. Il piccolo bivacco è aperto, “vissuto” ma ben tenuto. E’ provvisto all’interno di una stufa a legna, cucinino e ripiani per dormire ed all’esterno di tutta l’attrezzatura da barbecue, ideale per le scampagnate in comitiva. Per il ritorno si percorre un sentiero sulla cresta che permette di scendere tra vallecole e prati fino a congiungerci con quello fatto all’andata e tornare nel punto di partenza.

rifugio la vecchia
Buona montagna!

 

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