Festa della liberazione

Festa della Liberazione, ricordando il 25 aprile di 77 anni fa

Il 25 aprile è la data in cui è germogliato, 77 anni fa, il seme dell’Italia repubblicana. Un’Italia libera, e indipendente fondata sul diritto che ripudia la guerra quale sistema di risoluzione delle controversie

Ricordando il 25 aprile di 77 anni fa

Il 25 aprile è la data in cui è germogliato, 77 anni fa, il seme dell’Italia repubblicana. Un’Italia libera, e indipendente fondata sul diritto che ripudia la guerra quale sistema di risoluzione delle controversie tra le genti e riconosce il principio del confronto come metodo per garantire la pace e la giustizia fra i popoli. Purtroppo in questi tempi difficili, per il conflitto Russia Ucraina che ha gettato nella paura e nel terrore la Comunità mondiale,il 25 aprile assume tutt’altro significato. È un giorno fondamentale per la storia d’Italia denso di un particolare significato politico e militare, in quanto simbolo della vittoriosa lotta di Resistenza militare e politica attuata dalle forze armate alleate, dall’Esercito Cobelligerante Italiano e dalle forze partigiane durante la seconda guerra mondiale a partire dall’8 settembre 1943. Contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e l’occupazione nazista. Il 25 Aprile è una data fondamentale per la storia del nostro Paese, dove si ricorda la Liberazione dall’occupazione nazista e la lotta della Resistenza contro il governo fascista di Mussolini.

Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale proclamò l’insurrezione in tutti i territori occupati dai nazifascisti: i partigiani si attivarono, il CLNAI ( Comitato Liberazione Nazionale Alta Italia assunse il potere “in nome del popolo”, e alcuni giorni dopo venne giustiziato Mussolini. Bella ciao fu la canzone popolare il simbolo del sentimento antifascista italiano, nato nell’Appennino emiliano prima della Liberazione, associato da sempre ai partigiani. Da ricordare che quest’anno, le commemorazioni e le celebrazioni sul territorio, finalmente insieme alle cittadine e ai cittadini dopo il lungo fermo di due anni,segnati dalle limitazioni dell’emergenza sanitaria, sono riprese anche nei 6comuni dell’Alta Valle dell’Aterno ove verranno deposte delle corone d’alloro ai rispettivi Monumenti ai Caduti.

Facciamo memoria viva della lezione dei Partigiani che soffrirono, in alcuni casi, fino all’estremo tributo della vita per permetterci di vivere in pace e riusciremo a trasmettere anche a figli e nipoti l’umanità e l’altruismo necessarie per affrontare tempi difficilissimi, come la crisi mondiale provocata dall’aggressione di Putin all’Ucraina. Una pagina della nostra storia da non dimenticare, per un futuro condiviso da tutti, di pace, di progresso e di libertà. Doveroso ricordare, affinchè non si arrivi al sonno della ragione, che la brutale ferocia nazi-fascista, come quella di Putin, non si fermò neanche di fronte a donne, vecchi e bambini. Innocenti e inermi. Rievocando l’epopea della Resistenza non dobbiamo assolutamente cedere alla tentazione di considerare il 25 aprile come uno stanco rituale ripetuto di anno in anno, né ci si può limitare ad un mero esercizio retorico. Dobbiamo – con costanza , impegno e intelligenza amare e difendere le Istituzioni, unirci, farci forza a vicenda, recuperare quel sentimento di solidarietà e speranza che ha animato i partigiani e lavorare a migliorare questo nostro grande Paese. La Resistenza non è il patrimonio di una o di un’altra fazione, ma un patrimonio del Paese da tutelare e difendere.

A 77 anni dalla Liberazione, mentre i testimoni se ne stanno andando, è giusto salvarne la memoria e raccontare alle nuove generazioni, affinchè ne facciano tesoro, cos’è stata davvero la Resistenza, di quale forza morale sono stati capaci i nostri padri ricordando quanti uomini e donne abbiano dato la vita per i nobili ideali di democrazia e giustizia. Dobbiamo fare in modo che in questo 25 aprile le difficoltà e le sofferenze delle persone siano da stimolo al sentimento di umanità; in altre parole significa tornare ad umanizzare la nostra società. Vuol dire strapparla dall’egoismo e soprattutto dall’indifferenza. Sosteneva Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz: “Perché la violenza nelle nostre vite fu terribile, ma l’indifferenza fu peggio”. E Piero Calamandrei “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione”. E’ la nostra Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza: una delle migliori al mondo.

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