Doppio cognome, cade il predominio del padre: la sentenza storica

Doppio cognome: la sentenza storica della Corte Costituzionale. Illegittimo dare al figlio in automatico quello del padre.
Doppio cognome: sono illegittime tutte le norme che attribuiscono automaticamente soltanto quello del padre con riferimento ai figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Lo ha deciso mercoledì la Corte Costituzionale con una sentenza che ha definito «discriminatoria e lesiva dell’identità del figlio la regola che attribuisce automaticamente il cognome del padre» e ha precisato che «la regola diventa che il figlio assume il cognome di entrambi i genitori nell’ordine dei medesimi concordato, salvo che essi decidano di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due».
Con l’introduzione del doppio cognome si passa un colpo di spugna definitivo su una concezione patriarcale della famiglia, ora il figlio assumerà il cognome di entrambi i genitori nell’ordine da loro concordato, salvo che decidano, di comune accordo, di attribuire soltanto il cognome di uno dei due. “In mancanza di accordo sull’ordine di attribuzione del cognome di entrambi i genitori – si legge nella nota – resta salvo l’intervento del giudice in conformità con quanto dispone l’ordinamento giuridico”.
L’ordinanza di autoremissione 18/2021
La Corte costituzionale ha deciso sulla propria ordinanza di autoremissione n.18/2021 con la quale, prima di rispondere al Tribunale di Bolzano, aveva considerato pregiudiziale sollevare un interrogativo più generale autointerrogandosi sulla costituzionalità della regola, prevista dal Codice civile, di assegnare al figlio solo il cognome del padre, sempre e non solo nel caso di figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti. Una scelta che non aveva sorpreso perché il relatore dell’ordinanza, era Giuliano Amato, lo stesso giudice che ha firmato la sentenza del 2016 con la quale è stato scalfita la rigidità della regola sull’ attribuzione del cognome paterno al figlio legittimo, dichiarandola incostituzionale “in presenza di una diversa volontà dei genitori”.
Doppio cognome: Colpo di spugna sul nome del padre in automatico
Oggi riunita in camera di consiglio, la Consulta ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale sulle norme che regolano, nell’ordinamento interno, l’attribuzione del cognome ai figli. E in particolare la pronuncia riguarda la norma che impediva ai genitori, anche se di comune accordo, di dare al figlio il solo cognome della madre e su quella che, in assenza di un accordo, impone il solo cognome del padre, invece che quello di entrambi i genitori. Previsioni dichiarate in contrasto con la Carta ( articoli 2, 3 e 117, primo comma). Regole considerate illegittime che entrano in rotta di collisione anche con gli articoli 8 e 14 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, che posti a tutela del diritto alla vita privata e familiare e del divieto di discriminazioni fondate sul sesso. A guidare la Consulta oltre al principio di uguaglianza quello dell’interesse del figlio, secondo il quale entrambi i genitori devono poter condividere la scelta sul suo cognome, che costituisce elemento fondamentale dell’identità personale. La dichiarazione di illegittimità costituzionale – che investe tutte le norme che prevedono in automatico l’attribuzione del cognome del padre – riguarda i figli nati nel matrimonio, fuori dal matrimonio e ai figli adottivi. Ancora una volta la Consulta arriva prima del legislatore e traccia la via sulla quale il Parlamento dovrà muoversi nel rispetto di quanto affermata dalla decisione le cui motivazioni saranno depositate nelle prossime settimane.

Le reazioni
Affida il suo post a Facebook il ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, che assicura il suo impegno per una legge in tempi rapidi “Da ministro garantisco all’iter parlamentare tutto il sostegno del Governo – dice Elena Bonetti – per fare un altro passo fondamentale nel realizzare l’uguaglianza di diritti tra le donne e gli uomini del nostro Paese”. Esulta il presidente dell’Associazione avvocati matrimonialisti Gian Ettore Gassani, secondo il quale la Consulta ha gettato le basi per mettere la parola fine su maschilismo e paternalismo. “Si tratta di una pronuncia che cambia completamente la cultura giuridico giudiziaria del nostro diritto di famiglia, adesso toccherà al legislatore mettere in atto questa rivoluzione perché solo così possiamo scrivere la parola fine al paternalismo e al maschilismo del nostro diritto”.