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Il Calcio femminile esulta, finalmente è professionismo: stessi diritti dei calciatori e tutele

Il Calcio femminile diventa professionistico: dal primo luglio il riconoscimento per la Serie A. "I sacrifici delle calciatrici sono gli stessi di quelli dei giocatori. Non si parlerà di stessi stipendi ma, finalmente, di stessi diritti".

Dal 1 luglio il Calcio Femminile diventerà ufficialmente professionistico: la Serie A sarà riconosciuta a livello professionistico già dalla prossima stagione calcistica 2022/2023. L’intervista a Laura Tinari: “Finalmente le calciatrici avranno gli stessi diritti dei calciatori. È una svolta per il sistema del calcio italiano”.

Professione Calciatrice, un calcio alle disparità. Il 1 luglio sarà la data per la svolta nel calcio femminile, anche se solo per la Serie A. “Dalla Serie B a scendere di categoria le calciatrici rimarranno dilettanti, ma il professionismo, finalmente riconosciuto, è una grande notizia per tutto il movimento, poiché segna un cambio di mentalità all’interno del sistema calcio italiano.
È questo il commento rilasciato al Capoluogo da Laura Tinari, responsabile Calcio femminile LND Abruzzo, che aveva parlato della necessità di un simile riconoscimento anche in una puntata di #Nonsolocalcio, la rubrica ideata e condotta da Eleonora Falci.
“Soltanto la FIGC ha portato avanti con decisione questo passaggio, le altre Federazioni, ad oggi, restano un po’ indietro. Ciò vuol dire che il professionismo ci sarà per la massima serie calcistica, ma non per altre realtà sportive.

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Cosa significherà per le calciatrici essere riconosciute a tutti gli effetti professioniste?
“Significa iniziare a considerare e riconoscere il calcio femminile allo stesso livello di quello maschile. Ovviamente
– continua Laura Tinari – non parliamo di stessi stipendi tra calciatori e calciatrici, ma finalmente si potrà parlare di medesimi diritti tra calcio maschile e calcio femminile. Parità di diritti, quali Malattia, Maternità…tutele che prima non c’erano“.
Non è un caso, infatti, se la maggior parte delle calciatrici ha sempre avuto una sorta di “doppia vita”. Dove doppia vita significa affiancare al calcio quello studio e quelle professioni o abilitazioni professionali che garantiscano stabilità una volta appesi gli scarpini al chiodo. Molte di loro sono laureate, pur gareggiando nelle massime Serie. Non solo. Quasi tutte le calciatrici si sono sentite, nel tempo, costrette a chiedersi: ‘Cosa farò dopo?’. Un’incertezza dovuta proprio alla valutazione del calcio femminile come non professionistico: classificazione che, dal primo luglio, avrà finalmente fine. Questo riconoscimento determinerà un cambio notevole anche nella cultura sportiva del nostro movimento e nella percezione stessa del calcio femminile. I sacrifici che fanno le calciatrici sono gli stessi di quelli compiuti dagli uomini, ma adesso si comincerà a riconoscerli“.

“A me – continua la responsabile Laura Tinari – piace sempre parlare di equità, di risultati raggiunti dopo lunghi percorsi.
In Italia, per le donne, non è mai facile raggiungere alcuni risultati come lo può essere per gli uomini: proprio per questo si sta dando tanta enfasi alla notizia. Sapevamo che ci sarebbe stato questo passaggio, ma l’approvazione arrivata dal Consiglio della FIGC ha ufficializzato un riconoscimento che attendevamo e desideravamo da tanto: un riconoscimento necessario e giusto.
 Questo è, prima di tutto, un risultato per chi già gioca in Serie A ed è, al tempo stesso, un’opportunità per tutte le calciatrici, anche le più piccole e le calciatrici future. Da adesso si avranno delle prospettive diverse, in positivo, rispetto a tutte quelle calciatrici arrivate prima di loro. Oggi ci godiamo questa svolta storica: tema che sarà trattato nell’evento che si terrà a L’Aquila, il prossimo 2 maggio, alla presenza del Ct della Nazionale femminile, Milena Bertolini, della Capo delegazione della Nazionale femminile Cristiana Capotondi e del Presidente LND, Giancarlo Abete. Evento denominato: ‘Calcio femminile, per noi una questione di cultura’, i cui dettagli saranno presto resi noti in un comunicato stampa”. 
Non sono dettagli, invece, i cambiamenti che saranno resi possibili grazie al riconoscimento ottenuto dal calcio femminile.
Anche in questo caso, una questione di cultura, di diritti e di parità.

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Foto di Eurosport

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