Borgo pilota, è mancato il coraggio: per 20 milioni di euro serviva una scelta politica

Borgo pilota, attesa per la decisione di merito del TAR sul bando “Borgo pilota” assegnato a Calascio. Sotto la lente del tribunale “immobili privati” ricompresi nel progetto.
Borgo pilota, attesa per la decisione di merito del TAR sul bando “Borgo pilota” assegnato a Calascio. Sotto la lente del tribunale “immobili privati” ricompresi nel progetto. Bastava però una “scelta politica” ad evitare grattacapi, ritardi e questioni giudiziarie.
“Per allocare qualcosa come 20 milioni di euro, che di fatto cambiano il futuro di un piccolo centro, andava fatta una scelta politica diretta, com’è stato fatto in altre regioni. Ho partecipato al bando, per esserci e magari intercettare eventuali residui, ma io avrei assegnato i 20 milioni direttamente a Calascio, senza bando”. Così il sindaco di Prata D’Ansidonia, Paolo Eusanio, risolve a monte la vicenda legata al bando “Borgo pilota”, ferma sui tavoli del TAR Abruzzo, dopo il ricorso del Comune di Lama dei Peligni, in provincia di Chieti, arrivato secondo. In ballo, 20 milioni di euro da assegnare a un unico comune, con fondi del PNRR relativi al bando ‘Attrattività dei Borghi’ del Ministero della Cultura a disposizione dell’Abruzzo, su un miliardo di fondi complessivi.
La proposta “Calascio luce d’Abruzzo” è quindi risultata vincente tra le tante presentate, ma il Comune di Lama dei Peligni ha contestato lo stesso progetto, ottenendo la sospensiva dal TAR per la presenza di “immobili di proprietà privata in violazione dell’articolo 9 dell’avviso pubblico per cui gli interventi di riqualificazione e valorizzazione culturale possono riguardare immobili o spazi del patrimonio storico di proprietà del Comune”.
Del merito se ne parlerà il prossimo 25 maggio, ma evidentemente si tratta di una trafila che poteva, anzi doveva essere evitata, attraverso la scelta politica. Certo, la scelta politica avrebbe provocato qualche malumore, forse anche qualche protesta, ma stiamo parlando di 20 milioni di euro che vanno a ricadere su un unico comune e ne cambiano la storia. In questi casi ci si aspetta dalla politica quantomeno un’assunzione di responsabilità e quel “coraggio” che non deve mancare quando si affrontano tematiche delicate come lo spopolamento delle aree interne.
Intrapreso il percorso alla “Pilato” del bando, però, bisognerà verificare che non sia accaduto qualcosa di peggio del mancato coraggio. Se infatti le motivazioni della sospensione cautelare in attesa del merito saranno confermate anche in sede di giudizio, qualcuno dovrà spiegare come sia stato possibile assegnare tanti soldi a un progetto che non rispettava requisiti base come quelli stabiliti dall’articolo 9 del bando.
“Ritengo assolutamente legittimo che il comune di Lama dei Peligni eserciti il suo diritto di fare ricorso, – commenta intanto il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio – laddove ritenga di averne ragione e fondamento. Nello stesso tempo, annuncio che la Regione resisterà nel giudizio di merito di fronte al TAR ritenendo che la Commissione (composta, tra gli altri, da entrambe le soprintendenze statali competenti sull’Abruzzo) abbia correttamente attribuito i punteggi che hanno decretato Calascio come vincitore e non, come sostiene il sindaco di Lama, che Calascio si sia aggiudicato ‘il finanziamento nonostante il progetto presentasse diversi vizi’. Se ci siano stati vizi, aspettiamo che lo decidano i Tribunali. Affermarlo con tanta sicurezza e toni inquisitori prima di una sentenza, mette in dubbio la professionalità e le competenze di tecnici e dirigenti qualificati che hanno composto la Commissione (oltre che adombrare interessi estranei a un giudizio imparziale che respingiamo con netta determinazione). Per la Regione Abruzzo non ci sono figli né figliastri: è chiaro che per noi è indifferente quale comune sia il vincitore. Consapevoli della ricchezza e della pluralità di proposte che il territorio può esprimere, non ho dubbi che i 20 milioni sarebbero ben spesi sia a Calascio che a Lama dei Peligni, come in tutti o quasi gli altri comuni che hanno partecipato all’Avviso. Tanto ne sono consapevole, da aver già da tempo annunciato di voler provare e recuperare una parte di questa progettualità con altre fonti di finanziamento. E’ chiaro che la posizione della Regione non ha ambiguità: se il TAR (e a seguire, eventualmente, il Consiglio di Stato) dovesse riconoscere le ragioni di Lama dei Peligni, noi procederemmo immediatamente a prenderne atto e a far scorrere la graduatoria attribuendo i 20 milioni al nuovo avente diritto. Quello che però il sindaco di Calascio ha voluto far sapere, e che i nostri uffici presenti alla riunione citata dal sindaco confermano, è che la presidente della commissione ministeriale che esamina i progetti ha reso noto che, in caso di accoglimento del ricorso, il finanziamento alla Regione sarà revocato, perché non è previsto lo scorrimento della graduatoria. Questo è il vero allarme che, con l’occasione, intendo rilanciare, diffidando il ministero dal proseguire su questa strada. Sto assumendo le informazioni necessarie, e sono pronto ad agire formalmente. I “tempi stretti” del PNRR non possono essere la scusa per uno scippo ingiustificato. Spero che l’udienza a fine mese del TAR possa sciogliere la riserva e fugare ogni dubbio su chi abbia diritto ai 20 milioni. Di sicuro, noi difenderemo fino in fondo quello della Regione di poterli spendere sul proprio territorio.”