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Giò Kappa, 20 anni senza il maestro della tv on the road

6 maggio 2022 | 10:33
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Giò Kappa, 20 anni senza il maestro della tv on the road

‘’Quando fai parlare il contadino con la sua faccia rugosa e magari in dialetto, o l’ambulante che vende la frutta nel mercato, ottieni già un effetto dirompente, è la realtà che appare finta, perché non è più rappresentata’’. 20 anni fa se ne andava l’indimenticabile Giò Kappa.

20 anni sono passati in un soffio, ma gli aquilani di buona memoria Giò Kappa non lo hanno mai dimenticato. Gli aquilani e non solo, perchè Giò Kappa, al secolo Giuseppe Massari, è stato un vero e proprio maestro del giornalismo “di strada”, fortemente radicato al suo territorio.

Giò Kappa se ne è andato a soli 45 anni, lasciando una importante eredità al figlio Flavio che ha percorso le orme paterne, telecamera in spalla, raccogliendone il testimone. Capace di interviste surreali, Giò Kappa con il suo microfono percorreva il centro storico della città in lungo e in largo, trovando i personaggi dalla strada, cogliendo le storie della gente comune, quelle dell’Aquila “de na ‘ote”, forte, gentile, verace.

Giò Kappa,

“I miei sono programmi popolari – diceva – che coinvolgono direttamente la gente, tesi a rappresentare la realtà quotidiana per quella che è, senza artefazioni e finzioni”. Ha vissuto un periodo importante, quello a cavallo degli anni’90, quando si passò alle videocassette, alla diffusione delle tv locali. Massari aveva studiato molto: alle spalle una lunga gavetta e un’importante formazione artistica nel teatro come regista, attore e mimo, aveva collaborato con l’Istituto Cinematografico La Lanterna Magica in diversi progetti (molto nota una sua improvvisazione televisiva con Roberto Benigni). Da questa formazione ha tirato fuori il giornalismo di strada, in cui il professionista aveva un ruolo quasi “marginale” ed era il personaggio a bucare completamente lo schermo.
I miei sono programmi popolari che coinvolgono direttamente la gente, e sono tesi a rappresentare la realtà quotidiana per quella che è, senza artefazioni e finzioni In un momento in cui le tv nazionali non riescono a superare il cliché che tutti i programmi devono essere lustrini e pailettes, per non parlare delle soap opera in cui tutti sono belli, ricchi, cinici e infallibili, credo sia un obbligo morale per tutti aprire una riflessione su questo tema. Ho verificato personalmente che quando fai parlare il contadino con la sua faccia rugosa e magari in dialetto, o l’ambulante che vende la frutta nel mercato, ottieni già un effetto dirompente, è la realtà che appare finta, perché non è più rappresentata. In questo ritroviamo l’essenza più alta della televisione locale, del giornalismo ‘dal basso’: non la ricerca dello scoop, dell’eccezionale, ma la ricerca del quotidiano, dell’ordinario. Non la realtà televisiva dei reality odierni, ma la realtà vera non finalizzata alla rappresentazione (onanista) di sé stessa”.

Questa tv della realtà oggi un po’ manca, e chissà cosa avrebbe detto Massari di tutti questi reality, dell’uso massiccio dei social, dei like, delle interazioni, dei “mi piace”.

Ciao Giò