Autostrade A24 e A25, Strada dei Parchi chiede cessazione anticipata della concessione

Autostrade A24 e A25, Strada dei Parchi si tira indietro. Chiesta la cessazione anticipata della concessione.
Strada dei Parchi in rotta di collisione con Ministeri e Governo per lavori di manutenzioni e messa in sicurezza sismica della A24 e A25. Chiede la cessazione anticipata della concessione.
Strada dei Parchi dai mesi successivi al crollo del ponte Morandi di Genova ha gettato la spugna: i vertici hanno inviato una lettera sia ai Ministeri per le Infrastrutture e la Mobilità sostenibili edell’Economia che allo Stato, proprietario della infrastruttura, per chiedere di avviare le procedure per la cessazione anticipata della concessione (contratto del 2000), in scadenza nel 2030. Istanza clamorosa per il forte indennizzo: 2,4 miliardi, come previsto nella stessa convezione. Anche il Mims, informalmente, nei mesi scorsi alla luce del piano di statalizzazione delle autostrade (A24/A25 fino al 2000 a gestione Anas), aveva manifestato la volontà di revoca anticipata in danno, ma non ha avuto seguito. Per Sdp non si può più lavorare in questo modo “con ogniquestione bloccata da dieci anni”.
“Non si poteva che prendere atto di una situazione che va avanti dal 2012, c’era necessità di uscire da uno stallo, denunciato più volte negli anni, su questioni importanti che richiamano responsabilità ed obblighi precisi: la messa in sicurezza sismica di ponti e viadotti,l’incolumità degli automobilisti alla luce delle giornaliereinvasioni della fauna selvatica in autostrada e la questionedelle tariffe“, spiegano fonti di Sdp. Per la verità, non è facile capire come si può uscire dal tunnel e come maturerà il passaggio dal privato al pubblico per la gestione dei 280 chilometri in larga parte di montagna, quindicon tanti ponti e viadotti. Tutto ruota sul piano economico finanziario, il PEF, non rinnovato dal 2012, che blocca il mega piano di messa in sicurezza sismica ed altri importanti interventi. Uno stallo che fa andare fuori controllo la tariffa, con il maxi aumento del 34% congelato fino a fine anno dopo l’ennesimaproroga. Con le inchieste delle quattro Procure abruzzesi e la protesta dei sindaci sui pedaggi.
Preoccupa inoltre il serrato contenzioso legale tra Sdp da una parte ed Anas e Governodall’altra, sul Pef: la versione più discussa presentata dall’allora commissario governativo, Maurizio Gentile, sostituito ora da Marco Corsini, prevedeva un investimento di 6,5 mld, di cui 2 a carico del privato, lavori per 15 anni, migliaia di assunzioni per lavori imponenti in house del Gruppo
Toto. Per un programma di messa in sicurezza datato 2012, dopo il sisma 2009, contenuto nella legge di stabilità. Una soluzione non trovata neppure con la nomina, da due anni, di due commissari, uno da parte del Consiglio di Stato e uno governativo.
Per Sdp, la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la recente bocciatura da parte del Cipess, dell’ultima bozza del Piano economico e finanziario, “nella versione cosiddetta a zero investimenti voluta dal Governo”.