Guardia di Finanza, gli orrori della Shoah: “L’importanza del ricordo di Ermando Parete”

“L’importanza del ricordo di Ermando Parete per le nuove generazioni”. L’evento si è tenuto presso la caserma della Guardia di Finanza di Pescara, in ricordo dell’eroe che visse gli orrori della Shoah.
“L’importanza del ricordo di Ermando Parete per le nuove generazioni”. L’evento si è tenuto presso la caserma della Guardia di Finanza di Pescara, in ricordo dell’eroe che visse gli orrori della Shoah.
Questa mattina si è tenuto l’incontro sul tema “L’importanza del ricordo di Ermando Parete per le nuove generazioni” presso la Caserma della Guardia di Finanza di Pescara intitolata allo stesso Ermando Parete, vice brigadiere del Corpo deportato a Dachau durante il secondo conflitto mondiale e vittima superstite e testimone attivo degli orrori della Shoah.
Nel corso dell’evento, sono intervenuti, a ricordarne la figura, il Prefetto della Provincia di Pescara, S.E. Giancarlo Di Vincenzo, il Comandante Regionale Abruzzo, Generale di Divisione Gianluigi D’Alfonso, il Presidente della Provincia di Pescara, Ottavio De Martinis, nonché Antonio Di Marco, Presidente dell’Associazione “I Borghi più belli d’Italia” per Abruzzo e Molise e Donato Parete, figlio di Ermando e fondatore del Premio Parete. A moderare l’incontro la Dottoressa Francesca Martinelli. Hanno preso parte all’evento rappresentanze delle scolaresche del Liceo Scientifico “Galileo Galilei” di Pescara e della scuola secondaria di primo grado “Ugo Foscolo” del quartiere “San Donato” del capoluogo adriatico. Al termine dell’incontro è stato proclamato l’assegnatario del “Premio Parete” 2022, Guido Barilla, Presidente del Gruppo Barilla.
A presentare e ad annunciare l’assegnatario del Premio Parete in questa edizione di maggio 2022 è stata la Dottoressa Francesca Martinelli, che ha ricordato la figura del protagonista dell’evento, sottolineando soprattutto il suo lato umano, che con il numero 142192, tatuato sul braccio sinistro, ha subito le minacce, le violenze e le torture dei soldati tedeschi. Da metà anni 2000 si è sempre adoperato per non disperdere le testimonianze sugli orrori dell’Olocausto, come monito perché non accada mai più. Un uomo che ha dedicato la sua intera esistenza alla difesa della Patria e ai principi della eguaglianza e della parità, propri della Costituzione italiana, ai valori della divisa, che hanno fatto di lui un esempio, un testimone attivo ed infaticabile della immane tragedia dell’Olocausto. Colui che ci ha riferito: “Ho vissuto ogni giorno come fosse l’ultimo. All’alba una domanda: resterò vivo fino a sera? Quando mi fucileranno, pensavo, morirò gridando “Viva la Guardia di finanza, viva l’Italia!”. Colui che porta tatuato sulla pelle, nel cuore e nell’anima quello che, purtroppo, in parte, si sta ancora vivendo oggi con il conflitto tra Russia e Ucraina.