La lettera aperta

L’Aquila, non è bastato il terremoto: “Dateci prevenzione”

L'Aquila, il terremoto poteva e doveva essere l'occasione per migliorare e perfezionare la città: ci siamo riusciti? La lettera aperta.

L’Aquila, il terremoto poteva e doveva essere l’occasione per migliorare e perfezionare la città: ci siamo riusciti? Lettera aperta. Le riflessioni di una professionista aquilana dopo il tragico incidente all’asilo.

“Negli ultimi anni abbiamo dovuto fare i conti con situazioni scioccanti…Terremoti, pandemia, guerre, incidenti.In ultimo, il triste incidente dell’asilo. La domanda che insorge spontanea ‘Quante di queste tragedie, in parte, sarebbero state evitabili o meno gravi di quello che è stato?’. Intendo dire che molto di quello che accade, di ciò che si manifesta con violenza trasformando le situazioni, o gli eventi che diventano tragedie, spesso, dipendono dall’assoluta mancanza di prevenzione. Mancanza di prevenzione, lo sottolineo, a più livelli e in tutti i settori. Riferendomi all’ultimo incidente che ha rattristato l’intera città per una vita spezzata – e per tutti quanti gli altri che porteranno dentro i segni del trauma vissuto – non si può proprio immaginare una città organizzata diversamente?“. Si chiede una mamma aquilana.

“Mi rivolgo – continua – a chi ha amministrato prima, a chi amministra ora e a chi si è candidato per farlo. Senza alcuna intenzione di polemica faziosa…Con il terremoto si è avuta l’opportunità di rimappare la città, era burocraticamente impossibile ripensare alle scuole in contesti più agevoli? Mi sono immedesimata in quella madre: tutti i giorni, come schegge impazzite, portiamo i figli a scuola, affrontiamo un traffico paragonabile ad una metropoli, parcheggiamo in posti inaccettabili…La fretta accompagna le giornate di tutti.
Recandomi alla ASL, a Collemaggio, per un tampone mi sono confrontata con una persona interna alle dinamiche politiche, chiedendole perché non si potesse immaginare lì un polo scolastico, servito dal Parco del Sole come punto di raccolta o meglio spazio ricreativo, da cancelli per il controllo accessi droghe, dal parcheggio di Collemaggio, potenziando al contempo i trasporti pubblici. Questa è stata la risposta: le strutture appartengono alla ASL”. 

“Mi domando, allora: non facciamo tutti parte di una stessa società, il cui interesse primario è il bene collettivo? Così come elevare la qualità della vita della nostra società? I beni non sono tutti di uno stesso stato? Questo è solo un esempio delle tante domande che come cittadina mi pongo ogni giorno. Ai candidati la preghiera di ascoltare le esigenze di noi persone comuni, che combattiamo ogni giorno con la fretta e i pochi servizi di questa città”.

leggi anche
terremoto di Norcia
La commemorazione
Sei anni dal terremoto di Norcia, il primo grande sisma che non provocò vittime