Storie d’Abruzzo, di amori e di bandiere: gli Sbandieratori Città di L’Aquila

2 giugno 2022 | 08:52
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Storie d’Abruzzo, di amori e di bandiere: gli Sbandieratori Città di L’Aquila

Bandiere, tamburi, chiarine: Storie d’Abruzzo vi porta alla scoperta degli Sbandieratori. L’intervista ad Andrea Ianni, del Gruppo storico Sbandieratori Città di L’Aquila

Storie d’Abruzzo alla scoperta del Gruppo storico Sbandieratori Città di L’Aquila, con Andrea Ianni, membro del direttivo e allenatore. Passione, tradizioni e spettacoli, di generazione in generazione. Anche così il nome dell’Aquila arriva lontano.

Storie d’Abruzzo presenta gli Sbandieratori.“La nostra realtà nasce nel 1995 e negli anni è riuscita ad affermarsi sul territorio, sia a livello locale e regionale, sia nazionale. Ad oggi contiamo circa 70 elementi, suddivisi in Chiarine, Tamburi, Dame e Sbandieratori“. 
Dietro quelle bandiere ci sono amori, tradizioni tramandate nel tempo, di generazione in generazione.
La storia di Andrea Ianni ne è un esempio“La mia passione nasce da una tradizione familiare. Mio padre, assieme ad alcuni amici, è stato il fondatore del Gruppo storico degli Sbandieratori dell’Aquila e questo mi ha portato ad essere sempre vicino all’ambiente e ad appassionarmi. Per questo sono tuttora presente e parte attiva della nostra associazione”. 

sbandieratori città di l'aquila e nani

Cosa significa, oggi, essere Sbandieratori?
“Sicuramente non è facile, tutto il contrario”, ci spiega Andrea. “L’avanzare della tecnologia crea da un lato un maggiore disinteresse ad essere protagonisti attivi della comunità da parte dei cittadini e, soprattutto, dei giovani. Fortunatamente, riusciamo ancora ad avere un buon numero di giovani desiderosi di approcciarsi all’attività. Non ci lamentiamo, anzi ci assumiamo il compito di tramandare le nostre radici e di promuovere il contesto e l’immagine degli sbandieratori, consapevoli dell’importanza di portare avanti questa realtà, che – a suo modo – fa arrivare lontano il nome dell’Aquila, insieme alla sua immagine di città dalla storia antica e dalle tradizioni radicate”. 

Quanto tempo portano via l’attività degli Sbandieratori e gli allenamenti richiesti?
“Al contrario di quanto si possa pensare, non è richiesto un impegno eccessivo, anzi. Ci alleniamo generalmente due volte a settimana e cerchiamo di non stressare chi effettua le prove. Proviamo a impostare gli allenamenti come un gioco. La parte più dura, logicamente, è quella iniziale, quando devono essere gettate le basi dell’attività, concentrandoci sul maneggio della bandiera e dando indicazioni tecniche importanti per capire come evitare di farsi male. Da qui, via via, si passa ad esercizi tecnici più complessi, che vengono svolti in maniera graduale. L’attività diventa a mano a mano un vero e proprio gioco di squadra. Per quanto riguarda, invece, l’attività dei musici ci sono istruttori che si occupano, nello specifico, di seguire i ragazzi nella formazione”. 

“Cerchiamo sempre, dal punto di vista coreografico, di essere precisi e di costruire quadri omogenei. Dietro c’è molto tecnicismo. Siamo orgogliosi di quanto fatto quando leggiamo negli occhi di chi ci guarda la stessa emozione che proviamo noi. Emozione, incanto e divertimento”. Una storia, quella degli Sbandieratori Città di L’Aquila che, negli anni, ha anche affrontato i suoi momenti difficili, su tutti il terremoto del 2009 e la pandemia. L’intervista ad Andrea Ianni.