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Referendum Giustizia, per cosa e come si vota

Election day del 12 giugno, non solo elezioni amministrative. Si vota anche per il referendum sulla giustizia. I questi e le modalità di voto.

Election day del 12 giugno, non solo elezioni amministrative. Si vota anche per il referendum sulla giustizia. I questi e le modalità di voto.

Il prossimo 12 giugno è previsto l’Election day che comprende le elezioni amministrative per circa 950 comuni in Italia (48 in Abruzzo) per 8,5 milioni di elettori e il referendum sulla giustizia promosso da Lega e Radicali (e appoggiato da altre forze politiche) che riguarda naturalmente anche tutti gli altri comuni.
Cinque i quesiti ammessi: il primo riguarda l’abrogazione della parte della legge Severino che riguarda l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza automatica in caso di condanna per reati gravi per parlamentari, componenti del Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali. Votando sì, si esprime la volontà di abrogare quella parte di legge. Viceversa in caso di no.
Il secondo quesito riguarda le cosiddette “porte girevoli”: l’obiettivo è quello di stoppare il cambio di funzioni tra giudici e pm (e viceversa) nella carriera dei magistrati. Anche in questo caso, il voto sì esprime la volontà di abrogare questa possibilità. Viceversa in caso di no.
Il terzo riguarda le “correnti nella magistratura”, con l’eliminazione dell’obbligo per un magistrato di raccogliere da 25 a 50 firme per presentare la propria candidatura al Csm. Votando sì, si esprime la volontà di eliminare questo obbligo. Viceversa in caso di no.
Il quarto riguarda l’utilizzo della custodia cautelare; nello specifico, prevede l’eliminazione della “reiterazione del reato” dai motivi per cui i giudici possono disporre la custodia cautelare in carcere o i domiciliari prima del processo e durante le indagini. Si vota sì per eliminare questa motivazione per le custodie cautelari. Viceversa in caso di no.
Il quinto attiene alla responsabilità dei magistrati, con la possibilità per gli avvocati o parte di Consigli giudiziari di votare in merito alla valutazione dell’operato dei magistrati e della loro professionalità. Votando sì, si approva di sottoporre a questo tipo di valutazione i magistrati, il no esclude questa possibilità.
Secondo l’articolo 75, IV comma della Costituzione, le proposta soggette a referendum sono approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Sostanzialmente al di là del risultato netto, la consultazione è valida solo se si raggiunge il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto al voto.

Riforma della giustizia: “L’occasione per restituire credibilità alla Magistratura. L’analisi del magistrato Giuseppe Cioffi.

“Ho iniziato a scrivere sui temi della riforma del Csm o del declino dell’Anm quasi 30 anni fa. È triste constatare che si sia arrivati al 2022 per cercare di modificare, in parte, l’assetto del sistema giudiziario. Nel tempo, infatti, si è registrato un arretramento di una politica qualificata che ha rappresentato, al contempo concausa della perdita di autorevolezza della Magistratura per mancanza di dialogo costruttivo e reciproca  legittimazione”. Un quadro netto quello che ritrae ai microfoni del Capoluogo il giudice Giuseppe Cioffi. “C’è grande fermento su queste tematiche e ci sono, inoltre, una legge delega in via di approvazione e istanze referendarie portate all’attenzione dei cittadini con 5 quesiti, benvero dalla difficile lettura e comprensione per una formulazione alquanto complicata“, spiega. “Trattasi di una chiamata alle urne referendarie che ha il senso di una spinta verso il legislatore a sbloccare una serie di annose questioni in ambito di ordinamento giudiziario e, al contempo, di un appello a farsi carico della necessità di porre rimedio alla crisi che ha appannato la credibilità dell’istituzione giudiziaria. Ciò prescindendo dalla pressione dell’Europa per le finalità di Pnrr, ma fornendosi delle informazioni più concrete e calzanti, superando quell’incertezza che ha contrassegnato l’andamento normativo nel settore, ondivago e influenzato da emergenze (reali o supposte)”, commenta.

Riforma della giustizia, l’occasione per restituire credibilità alla Magistratura

“Occorre venire fuori dall’impasse e da una conoscenza inadeguata del fenomeno degenerativo, per farlo bisogna attingere da esperienze di quanti hanno l’effettiva possibilità di contribuire al necessario cambiamento, in questo offrendo la possibilità a chi ha esperienza e consapevolezza delle criticità di svolgere un ruolo di cooperazione fattiva. Non servirà procedere ulteriormente a passi incerti e non commisurati adeguatamente al bisogno di una nuova visione della giurisdizione e del processo penale. Bisogna fare in modo, con leggi consapevoli, che le istanze dei cittadini possano fare riferimento ad un sistema giudiziario all’altezza della tradizione giuridica e, al tempo stesso, al passo con i Paesi europei. A questo scopo, devono essere corrisposte misure idonee ad attuare ed attivare un’organizzazione del sistema giudiziario in chiave moderna: in cui modalità e tempi siano non solo ragionevoli, ma effettivamente contenuti e rispettosi degli interessi in gioco. Ciò anche in considerazione dell’incapacità dell’organo giudiziario di darsi nuove regole riformatrici, anche per la invadenza di pratiche di ‘correntismo’ poco encomiabili e ben svelate dagli accadimenti degli ultimi anni”.

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