Zoe Boccabella, la scrittrice australiana innamorata di Fossa

12 giugno 2022 | 09:29
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Zoe Boccabella, la scrittrice australiana innamorata di Fossa

Zoe Boccabella, la scrittrice australiana innamorata di Fossa e del suo Abruzzo.

Zoe Boccabella, la scrittrice australiana innamorata di Fossa e del suo Abruzzo.

Nel 2022 non solo l’Italia, ma anche l’Abruzzo inizia ad uscire dal “cono d’ombra” dell’emarginazione e dell’irrilevanza in una società dalla forte impronta anglosassone, come l’Australia. Infatti in questo anno magico si è prodotto un vero e proprio miracolo politico-istituzionale, con l’elezione a Primo Ministro di quel grande Paese dell’On.Antony Albanese, figlio naturale di un pugliese, di Barletta, (conosciuto solo nel 2011) e cresciuto dalla sola madre single. Un esito non scontato, con la vittoria dei laburisti, dopo un decennio a guida conservatrice, ma che nel post -pandemia ha voluto sperimentare il cambiamento. Il governo Albanese conta ben tredici ministre, anche con una rappresentanza di fede islamica. Al suo giuramento il Premier ha dichiarato: “sono orgoglioso del mio governo, che rispecchia l’Australia nella sua inclusivita’ e diversità”.

Certo è passato mezzo secolo da quel film di L.Zampa (interpretato da C.Cardinale ed A.Sordi), che fece epoca: “Bello, Onesto, Emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata”. Il critico G.Grazzini, scrisse sul film: “Non è soltanto divertente, evoca la nostalgia per la patria lontana…. dove tutto è possibile”. Infatti in questi decenni la comunità italiana ha conquistato, con tenacia, uno spazio centrale nella società australiana, come già evidenziato in tutti campi. È così anche per un emigrante come Annibale, arrivato nel Paese dal suo piccolo borgo di Fossa, nella provincia aquilana. I suoi ricordi d’infanzia ora sono d’ ispirazione per la nipote Zoe Boccabella, scrittrice emergente. Quest’ultima riporta il suo bagaglio familiare nel libro: “Mezza Italiana”, raccontato in un’intervista del 2019 (ad Abruzzo Economia): “sono cresciuta come discendente d’immigrati italiani negli anni ’70 e ’80, quando avere origini mediterranee non era ben visto come lo è adesso”.
In questo libro autobiografico, Zoe descrive la sua scoperta dell’Abruzzo e della sua casa d’origine a Fossa (danneggiata nello stesso terremoto del 2009). In questi ricordi Boccabella tocca il cuore centrale del ritorno alle origini:La prima volta che ho viaggiato in Abruzzo, da dove proviene mio nonno paterno, ho avuto la sensazione di tornare a casa.

Così visitando la stessa Calabria, da cui proveniva la nonna. Ed ancora la memoria diventa scrittura: “Passeggiando per paesi, colline, boschi e tra castelli abbandonati, ho sentito che l’Abruzzo era una terra unica” e..: “Riflettevo sempre di più sulla mia esperienza di vita…e su come mi sentissi divisa a metà, come se non appartenessi del tutto a nessuna delle due culture”.
Un percorso di riscoperta delle proprie origini di Zoe (con il marito Roger), dopo un’infanzia in cui era stata vittima di bullismo a scuola, a Brisbane (nello Stato nord-orientale del Queenland), insultata come “Wog”, per gli immigrati non anglosassoni.
“Ho iniziato a scrivere quello che sarebbe diventato ‘Mezza Italiana’, mentre ero seduta al tavolo della cucina della nostra casa di Fossa”. Sempre in cucina, questa volta in Australia, Zoe descrive: “un paio di zucche, che abbiamo comprato da un contadino, lungo la strada, vicino ad Esk”. E dopo anche il loro ruolo simbolico nella terra degli avi: “Per secoli in Abruzzo le zucche sono rimaste una parte significativa del folklore e del calendario agricolo, con il tardo autunno, che è stato un momento di riconciliazione e gratitudine al termine della raccolta”…“Con la fine delle stagioni l’arrivo anche del momento di riconoscenza per coloro che ci hanno preceduto, ormai scomparsi”.

“Le cocce de morte” (teste di morti), sono scolpite nelle zucche ed all’interno con una candela accesa per illuminare, accogliendo i cari del passato, per unirsi ai presenti ed alle loro case”. In questo Zoe Boccabella rappresenta una scrittrice colta (laureata in Lettere e Sociologia, con master in Filosofia), determinata e coerente nelle sue trame narrative. Ora lei stessa annuncia il suo terzo libro, in uscita, dal titolo “The Proxy Bride” (La Sposa Promessa), che riprende la vecchia consuetudine dei matrimoni per procura, in terra straniera. Un romanzo straordinariamente vivo “sulla famiglia, i segreti e le avversità, che immagina di sposare qualcuno, che non hai mai incontrato. Com’è arrivata in Australia su d’una nave nuziale, tra molte spose per procura, sapendo poco dei mariti che avevano sposato da lontano, la maggior parte arrivando a trovare qualcuno, molto diverso da come descritto”.
L’Autrice ricorda lo stesso valore aggiunto della cultura femminista, in “Tre sfumature di mimose”, come simbolo per celebrare la prima Giornata Internazionale della Donna, nel 1946. Un appello condiviso anche per denunciare con l’invasione russa, la perdita di molti quadri dell’artista ucraina M.Prymachen (1909-1997), con la sua opera simbolo”: Una colomba  ha spiegato le Ali e chiede Pace”, del 1982. Eppure un grande della letteratura russa come F.Dostoevskij aveva scritto: “L’ uomo ama costruire e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos”.