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Grotte di Stiffe, dopo 25 anni si torna oltre il sifone con le esplorazioni speleosubacquee

Riprese dopo 25 anni le esplorazioni speleosubacquee delle Grotte di Stiffe: un gruppo di speleologi è tornato a oltrepassare il sifone, il tratto allagato della cavità sopra la seconda cascata

Riprese le esplorazioni speleosubacquee delle Grotte di Stiffe: dopo ben 25 anni si torna a superare il Sifone.

Negli anni tra il 1993 e il 1997, una spedizione tra speleologi francesi e aquilani superò per la prima volta il tratto allagato che sormonta la seconda cascata: fu un’esplorazione speleosubacquea storica, che fece delle Grotte di Stiffe la grotta più lunga d’Abruzzo, primato di cui tuttora il sito gode. Solo 25 anni dopo si è tornati a organizzare esplorazioni speleosubacquee.
Infatti, negli ultimi anni, a seguito di contatti tra il Gruppo Speleologico Aquilano, il Gruppo Grotte e Forre F. De Marchi e speleosub della Fédération Française de Spéléologie è nato il programma denominato STIFFE SYSTEM EXPLORATION: un piano di esplorazioni speleosubacquee dedicato alle Grotte di Stiffe. All’iniziativa ha aderito anche il gruppo fotografico uPIX – Fotografia Ipogea, che ha il compito di documentare l’attività svolta sul campo.

Nella precedente campagna esplorativa, svoltasi tra il 1993 e il 1997 appunto, un gruppo misto di speleologi francesi (Maurice Bruno, Durand Vincent) e aquilani (Sergio Gilioli, Mauro Panzanaro) superarono per la prima volta il tratto allagato posto sopra la seconda cascata, utilizzando complesse tecniche speleosubacquee. Con una serie di immersioni e risalendo altre 7 cascate riuscirono ad esplorare la cavità fino 2900 metri dall’ingresso. Con questa esplorazione le Grotte di Stiffe diventarono la grotta più lunga d’Abruzzo e attualmente godono ancora di questo primato. A causa delle condizioni ambientali estreme che rendono complesse le operazioni speleologiche, per 25 anni nessuno ha più organizzato ulteriori esplorazioni: le immersioni in grotta sono rese pericolose dalla scarsa visibilità delle acque e dalla presenza di passaggi angusti tra le rocce.
Nel caso specifico delle Grotte di Stiffe, la situazione risulta ancora più complicata in quanto nel tratto oltre sifone – così gli speleologi chiamano i tratti allagati di una cavità – la scarsa percentuale di ossigeno, l’alto tasso di anidride carbonica e la presenza di rapide e cascate trasformano in un’impresa al limite delle possibilità umane la progressione speleologica e il trasporto delle pesanti attrezzature subacquee fino ai sifoni posti più in profondità, a quasi tre chilometri dall’ingresso.

Domenica scorsa una squadra composta da speleologi del Gruppo Speleologico Aquilano e del Gruppo Grotte e Forre F. De Marchi ha effettuato un primo intervento, in cui è stata armata con corde e appositi attacchi la parete della seconda cascata e realizzato un sopralluogo subacqueo del sifone. Uno degli speleologi del team si è immerso per posizionare nuova sagola guida, fondamentale per l’attraversamento in sicurezza del tratto allagato, e dopo aver superato il sifone ha effettuato analisi sull’atmosfera con strumentazione portatile.
Questo primo intervento ed altri che saranno eseguiti nelle prossime settimane sono stati programmati per preparare il lavoro di un gruppo di esperti speleosub francesi, il cui arrivo è previsto per il prossimo mese di agosto. Alle operazioni ha partecipato anche il presidente della Federazione Speleologica Abruzzese, per valutare come supportare in futuro l’importante iniziativa di ricerca.
Il direttore dell’Azienda Speciale Territorio e Cultura Stefano Filauro: “L’iniziativa è stata salutata con grande entusiasmo anche dal Comune di San Demetrio, proprietario delle Grotte, e dall’Azienda Territorio e Cultura, che gestisce le stesse per conto del Comune nella sue vesti di Azienda Speciale. Entrambe forniranno tutto l’appoggio affinchè si possa proseguire nell’esplorazione profondendo ogni energia possibile per la valorizzazione del patrimonio culturale, naturalistico ed enogastronomico dell’Abruzzo”.

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