Superati i fondi stanziati per il Superbonus 110%, ma il ministro dell’Economia avverte: “Stop a scostamenti di bilancio”. Dove verranno recuperati i fondi? E quelli della proroga? Occorre operazione verità dal governo. Intanto la ricostruzione post sisma fa i conti col caro prezzi.
Mentre i proprietari degli immobili alle prese con la ricostruzione post sisma si vedono negata la possibilità di apportare significative migliorie ai progetti “a contributo ricostruzione”, sostituendolo con il superbonus 110%, e contestualmente si ritrovano a fare i conti con il caro prezzi, in parte dovuto allo stesso Superbonus e in parte alla guerra in Ucraina, arriva il rapporto dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, secondo cui risultano essere in corso 172.450 interventi edilizi incentivati, per circa 30,6 miliardi di investimenti ammessi a detrazione, che porteranno a detrazioni per 33,7 miliardi di euro, contro i 33,3 miliardi stanziati dal governo. Come verranno finanziati gli interventi restanti e quale sarà il futuro del Superbonus? Al momento non è dato sapere. “Intanto le piccole e medie imprese del settore, come sempre sono le prime a farne le spese. Sono ormai allo stremo delle forze, visto il blocco dei flussi finanziari ormai in atto da mesi”. A dichiararlo, Dario Buccella, coordinatore regionale di Casartigiani.
Da una parte, infatti, il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha dichiarato sulla pagina economica del Corriere della Sera che non ha intenzione di ricorrere a nuovi scostamenti di bilancio, mentre è ancora possibile richiedere le agevolazioni. Insomma, per forza di cose il Superbonus dovrà essere rifinanziato, sia perché è finito lo stanziamento previsto a interventi ancora in corso, e sia per le proroghe che consentono di continuare a chiedere agevolazioni, ma dove andare a prendere i soldi necessari al momento nessuno lo sa e questa indecisione rischia di far aumentare le fibrillazioni all’interno del Governo nazionale. Il ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, intanto ha già messo le mani avanti: “I bonus hanno svolto un ruolo meritorio, ma meriterebbero una razionalizzazione, appunto, perché sicuramente non posso pensare a un aumento della tassazione per finanziare gli stessi”.
Considerata la recente proroga ammessa da Draghi, che pure ha espresso perplessità a riguardo, a questo punto si rende necessaria una “operazione verità” che chiarisca i punti fondamentali relativi ad applicabilità e futuro del Superbonus. “Invece di trasformare la ‘festa dell’edilizia’, ovvero quella del Superbonus 110%, in un ‘funerale dell’edilizia’ – sottolinea l’imprenditore Danilo Taddei – sarebbe il caso di dare dei chiarimenti alla popolazione e agli operatori. A mio avviso, Palazzo Chigi dovrebbe prendere atto di ciò che di buono è stato fatto, mettendo magari in evidenza progetti di particolare valore che più di altri hanno raggiunto gli obiettivi di efficienza energetica e di sicurezza antisismica, anche premiandoli”.
Occorrono quindi idee chiare e mezzi per metterle in pratica: “Basterebbe una task force di tecnici qualificati e si potrebbero recuperare somme che finanzino ancora diversi anni di sana applicazione della norma, oggi finalmente possibile grazie agli ultimi decreti leggi finalmente varati”. Le criticità da affrontare, infatti, sono tante, dal recupero dei fondi su tutta la filiera, alle tracciabilità dei fondi relativi ai bonifici effettuati per pagare il 10%, alle rispondenze tra i computi metrici estimativi ed i lavori effettuati e fino alle truffe, che non risparmiano nessuno, proprietari, tecnici, imprese o acquirenti che siano.
