Agricoltura in difficolta'

Fucino, mancava solo la grandine: bieta, lattuga e spinaci distrutti

Fucino, dopo i rincari, i ricavi ai minimi storici per la crisi dilagante e la siccità "cronica", è arrivata anche la grandine (di nuovo). Danni al 40% delle colture

La grandine che si è abbattuta sulla Marsica qualche giorno fa non era, di certo, ciò che si aspettavano e che si auguravano gli agricoltori, soprattutto non a Fucino. È sempre più crisi.

Seconda grandinata della stagione. Peccato che il nuovo guaio sia andato ad aggiungersi ad una lista, di volta in volta, sempre più lunga. Aziende agricole e imprenditori in difficoltà a Fucino: questa volta a danneggiare le colture ci ha pensato la violenta grandinata di mercoledì 15 giugno. “La grandine ha colpito dapprima Avezzano e Paterno, poi è scesa fino a Trasacco, passando per Luco”, ci spiega il Presidente di Confagricoltura L’AquilaFabrizio Lobene. “Proprio a Luco dei Marsi la grandine ha esercitato tutta la sua violenza, causando gravi danni alle coltivazioni, soprattutto da Strada 39 fino a Strada 46 e anche oltre”. 
E se si prova a quantificare i danni si intuisce quanto sia stato violento il fenomeno e quanto “peseranno” le conseguenze, per tutto il Fucino. Aggiunge Lobene, ascoltato a margine dei sopralluoghi svolti fino a ieri mattina: Risulta danneggiato il 40% delle colture in atto: si parla di tutti ortaggi a foglia ovviamente, principalmente lattughe, spinaci, bieta. Prodotti che sono andati completamente distrutti.

Si può sperare in una qualche forma di assicurazione o di rimborso?
“No, non c’è alcuna speranza. Le ipotesi di stipulare polizze che garantiscano i raccolti, tra l’altro di livello medio, costano intorno a 300mila euro. Io, ad esempio, dovrei anticipare 300mila euro affinché le mie colture siano garantite da calamità, per avere, in cambio, un 60% a fondo perduto, sempre se si è fortunati da riuscire ad ottenere queste cifre. Inoltre, i tempi sono spesso lunghi: si viene pagati anche meno del 60% e soprattutto tardi rispetto alle scadenze preventivate“.

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Ma non è finita qui. Perché i costi delle polizze assicurative agricole sono più che raddoppiati rispetto allo scorso anno. Adesso per stipulare una polizza media possono non bastare 500mila euro: così risulta impossibile sottoscriverle. Mentre fare le polizze senza l’aiuto di Stato costa quasi la metà…Noi, a più riprese, abbiamo cercato di palesare le criticità della situazione legata al sistema assicurativo. Ora, sembrerebbe che – dal prossimo anno – l’Unione Europa abbia reso obbligatoria l’assicurazione per i raccolti, da finanziare con le risorse del PSR. Anche questo, tuttavia, è suggestivo: sembra di essere tornati agli anni ’80, quando c’era lo Stato di Calamità, con fondi a pioggia un po’ a tutti.
La realtà, invece, è che c’è l’imprenditore professionista che deve attivare tutta una serie di procedure e, dall’altro lato, c’è l’imprenditore della domenica che ne deve attivare altre. Quindi, è evidente che non sia possibile far collimare tutto: bisognerebbe rendere la polizza assicurativa equa per risolvere il problema”.

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