Cultura

Tutti i Santi giorni, 21 giugno: San Luigi Gonzaga

San Luigi Gonzaga per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 21 giugno.

San Luigi Gonzaga per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 21 giugno.

Il 21 giugno ricorre la memoria di San Luigi Gonzaga. San Luigi nacque a Castiglione delle Stiviere il 9 marzo 1568, figlio primogenito del marchese Ferrante Gonzaga e di Marta Tana di Santena. Educato sin dalla prima infanzia alla vita militare, dimostrò precocemente un profondo interesse per i bisognosi e animo caritatevole. Pur vivendo nello sfarzo e nel lusso, si sforzò sempre di tenere a freno i suoi istinti, astenendosi dal cibo e mantenendo un comportamento casto e puro, al punto da non sollevare mai lo sguardo verso il volto di una donna. A Firenze Luigi passava molte ore nella chiesa di Nostra Signora dell’Annunciazione e qui, raccolto in preghiera dinanzi alla statua miracolosa della Vergine, fece perpetuo voto di castità, per donarsi completamente a Gesù. Sebbene desideroso di abbracciare la vita religiosa, la sua posizione di erede del casato Gonzaga gli impose di proseguire gli studi: fu grazie alla sua cultura che poté insegnare ai poveri della città, altrimenti impossibilitati a ricevere alcuna istruzione. Con il passare del tempo la sua vocazione crebbe e si interessò alla Compagnia di Gesù della quale ammirava soprattutto il voto di obbedienza, con cui i membri si ponevano sotto la diretta giurisdizione del Pontefice. Di certo contribuì ad avvicinarlo al movimento anche la figura del loro fondatore, Sant’Ignazio di Loyola, che aveva deposto la sua spada da militare per combattere la guerra spirituale per le anime. Così a 17 anni San Luigi Gonzaga entrò nel noviziato della Compagnia di Gesù a Roma, rinunciando al titolo dinastico in favore del fratello e occupandosi sia dell’assistenza ai pazienti di un ospedale sia della catechesi per i giovani.

Tra il 1590 e 1591 scoppiò un’epidemia di tifo petecchiale che si diffuse in tutta l’Italia e che portò alla morte, per le febbri malariche, anche di papa Sisto V e Urbano VII. Sotto la guida di padre Nicola Frabrini, rettore del Collegio Romano, San Luigi fra i primi volontari a svolgere il suo apostolato presso l’ospedale di San Sisto. Il 3 marzo 1591 trasportò un appestato all’Ospedale di Santa Maria della Consolazione, scoprendo poi di esserne stato contagiato: consapevole che la sua vita stava per concludersi, esortò i suoi compagni a seguirlo nell’esempio dell’obbedienza e ricercare con fervore le virtù. Pochi giorni dopo, ricevuta l’Unzione dei malati, si spense a soli ventitré anni: era il 21 giugno del 1591. Venne beatificato il 19 ottobre 1605 da papa Paolo V; il 31 dicembre 1726, papa Benedetto XIII lo proclamò santo e nel 1729 patrono dei giovani e degli studenti; Pio XI nel 1926 lo insignì del patronato della gioventù cattolica. Venerato come modello di purezza, le spoglie di San Luigi riposano nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola in Campo Marzio a Roma, custodite nell’altare barocco opera di Andrea Pozzo e Pierre Legros.
I suoi attributi iconografici sono un giglio, che si riferisce all’innocenza e alla purezza; una croce, simbolo di pietà e sacrificio; un teschio, riferito alla sua morte prematura e un rosario, in ricordo della sua devozione alla Beata Vergine Maria. Dai ritratti di famiglia alle prime immagini devozionali vi è un nesso diretto circa la fisionomia del personaggio, non solo per aderenza alla sua figura reale ma pure per ribadirne l’appartenenza al casato Gonzaga; l’abbigliamento, seppure di severa semplicità, non è disgiunto dal gusto ed eleganza. Prima fra tutti a preoccuparsi dell’immagine del figlio fu la madre di Luigi, Marta Tana di Santena, che pare aver commissionato tre quadri per i feudi della famiglia in prossimità della beatificazione. Il viso del giovane con capelli scuri e corti è imberbe e con tratti somatici raffinati e gentili: Luigi in questi quadri emerge da un fondo scuro col capo raggiato, il nimbo del beato, con lo sguardo pacato ma con occhi penetranti verso l’osservatore, in alto due angeli in volo sostengono un serto di zagare.

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