San Lanfranco per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 23 giugno.
Il 23 giugno si ricorda San Lanfranco. San Lanfranco nacque a Gropello, in provincia di Pavia, nel 1134 nella nobile famiglia Beccari (o de Beccaria). Fu consacrato Vescovo della sua città da Papa Alessandro III nel 1181. Una prima raccolta biografica si deve al suo successore nella Cattedra episcopale, Bernardo, che scrisse, subito dopo la sua morte, una Vita Lanfranci: nel testo sono riportati i principali eventi che ne caratterizzarono la vita e la morte, nonché i miracoli attribuiti al futuro Santo. Da questo ed altri contributi bibliografici emerge la figura di Lanfranco, amabile con i buoni, ma energico con i cattivi, pio, caritatevole e di vita esemplare. Fu strenuo difensore del potere della Chiesa in un periodo di controversie tra Papato e autorità laiche, tra Guelfi e Ghibellini: sostenne le proprietà e le prerogative ecclesiastiche, tanto da risultare inviso ai Consoli al governo nel comune di Pavia e a crearsi inimicizie tra i personaggi altolocati pavesi. La situazione degenerò al punto che San Lanfranco fu costretto a recarsi a Roma, dove fu accolto dal Papa. Dopo qualche tempo, fece ritorno in patria, ma stanco di lottare, decise di ritirarsi nel monastero vallombrosano del Santo Sepolcro dove morì il 23 giugno del 1198, come si evince da una lettera di Innocenzo III del 8 agosto dello stesso anno a Bernardo Balbi, vescovo di Faenza, nella quale lo nominò successore di Lanfranco a Pavia.
La fama di santità di Lanfranco si diffuse rapidamente nel territorio pavese, anche grazie ai numerosi miracoli subito attribuiti alla sua intercessione. Le fonti narrano che già successore Bernardo fece registrare, con atto notarile, ben 40 casi riconosciuti come miracolosi, alcuni dei quali davvero singolari: oltre a guarigioni o scampati pericoli, si trovano delle testimonianze di prigionieri liberati in seguito ad eventi prodigiosi verificatisi dopo che questi avevano elevato invocazioni al Santo. Si legge, tra gli altri, che nel febbraio del 1202 il giovane Giovanni Boglario fosse detenuto per “carcerazione a lunga durata e coartazione con ceppi di ferro a mani e piedi”. Il prigioniero, “soffrendo molto per i ceppi di ferro”, invocò l’aiuto di San Lanfranco, facendo voto di servizio perpetuo nel Convento del Santo Sepolcro se fosse stato liberato dalle catene. Nella notte seguente il ragazzo sognò il Santo e al risveglio si trovò libero dai ceppi, abbandonati a terra perfettamente chiusi sotto lo sguardo attento delle guardie. Con l’intervento del Vescovo Bernardo, Giovanni ottenne la grazia e si dedicò al servizio della chiesa ora intitolata a San Lanfranco. Il fatto più eclatante, documentato nel bassorilievo scolpito sulla destra dell’Arca che conserva il corpo del Santo, si verificò nell’ottobre del 1203: il carro che conduceva i condannati a morte verso la forca, per l’impiccagione, trasportava due condannati, tra cui Alberto da Novara, colpevole di “molti gravi peccati e misfatti”. Ben presto questi cominciò a proclamare pubblicamente il suo pentimento per i reati commessi e ad invocare l’aiuto di San Lanfranco di fronte alla morte. Dopo la regolare impiccagione del primo condannato, si passò a sistemare la corda al collo di Alberto: la botola si aprì, l’uomo restò appeso per il collo, senza tuttavia morire. Per altre due volte il boia tentò di compiere la condanna senza riuscirvi, tanto che le autorità civili concessero la grazia già data per mezzo del Santo.
Il santo vescovo è genericamente raffigurato in abiti pontificali e in atto benedicente, come appare nel dipinto di Cima da Conegliano (1459-1517), conservato nel Fitzwilliam Museum di Cambridge.
