San Cirillo d’Alessandria per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 27 giugno.
Il 27 giugno ricorre la memoria facoltativa di San Cirillo di Alessandria. Nipote di Teofilo, che dal 385 come vescovo resse la diocesi d’Alessandria in Egitto, Cirillo nacque probabilmente nella medesima città tra il 370 e il 380. Fu presto avviato alla vita ecclesiastica e ricevette una buona formazione, sia culturale sia teologica. Nel 403 al seguito dello zio partecipò al Sinodo detto della Quercia, che portò alla deposizione del vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, e al predominio della sede alessandrina su quella rivale, residenza dell’imperatore. Alla morte di Teofilo nel 412, il giovane Cirillo fu eletto vescovo dell’influente Chiesa di Alessandria, che resse con grande energia per 32 anni mirando sempre a rafforzarne il primato in tutto l’Oriente. Affermata la fede cristiana nei confronti del paganesimo e dell’ebraismo, arrivando ad azzerare la fiorente comunità giudaica nella città di Alessandria d’Egitto, San Cirillo fu molto impegnato nei conflitti emersi dall’interno della Chiesa d’Oriente. Con l’elezione di Nestorio nel 428, si riaccesero infatti le dispute teologiche tra le due sedi vescovili: il nuovo vescovo di Costantinopoli, nella sua predicazione, preferiva per Maria il titolo di «Madre di Cristo» (Christotókos), in luogo di quella di «Madre di Dio» (Theotókos), propendendo per la dottrina duofisita sulle nature di Gesù Cristo, privilegiando quindi la presenza in Gesù della natura umana al punto da relegare in secondo piano quella divina. Durante il Concilio di Efeso, la posizione di Cirillo fu di rimarcare l’unità della persona di Cristo: in Lui sono riunite le due nature, divina e umana. La tesi del monofisismo fu riconfermata da papa Leone I nel Concilio di Calcedonia del 451 e il pontefice riconobbe al vescovo di Alessandria i meriti della sua lezione teologica. San Cirillo morì il 27 giugno del 444 e fu proclamato Dottore della Chiesa da papa Leone XIII nel 1882.
Dal punto di vista iconografico, viene rappresentato in abiti vescovili e con il baculo pastorale.
