Covid19, la scoperta del gruppo guidato dall’aquilana Antonella De Matteis incontra l’arte di Giancarlo Ciccozzi

28 giugno 2022 | 11:10
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Covid19, la scoperta del gruppo guidato dall’aquilana Antonella De Matteis incontra l’arte di Giancarlo Ciccozzi

L’aquilana Antonella De Matteis alla guida del gruppo di studio che ha ricostruito il ruolo di NSP6 nella biogenesi dell’organello replicato del Covid19. La scienza che incontra l’arte, grazie all’interpretazione di Ciccozzi

C’è l’aquilana Antonella De Matteis alla guida del gruppo autore di una nuova scoperta sul fronte Covid19, sul ruolo di NSP6 nella biogenesi dell’organello replicativo del virus. Scoperta che ha incontrato un’interpretazione artistica grazie a Giancarlo Ciccozzi.

Giancarlo Ciccozzi interpreta l’importante scoperta fatta dal gruppo guidato dall’aquilana Antonella De Matteis, pubblicata sull’ultimo numero di Nature:“Il ruolo di NSP6 nella biogenesi dell’organello replicativo di SARS-COV2” (Ricciardi et al. Nature 2022 Jun. 23;606: 761-768 ).
Ci spiega la professoressa De Matteis, che dirige il Programma di Biologia cellulare presso il Telethon Institute of Genetics and Medicine (TIGEM) di Pozzuoli ed è professore ordinario presso l’Università Federico II di Napoli:
“Non voglio entrare nei dettagli tecnici; in parole povere SARS-CoV-2, come altri coronavirus, per crearsi un ambiente sicuro dove replicare, si costruisce una nicchia utilizzando le membrane della cellula ospite. Questa nicchia di replicazione è composta da vescicole rotonde e da uno strettissimo cunicolo che mette in comunicazione queste vescicole col reticolo endoplasmatico della cellula ospite. Con questo studio abbiamo identificato le proteine virali non strutturali (NSP) che generano la nicchia di replicazione di SARS- CoV-2. I nostri risultati forniscono particolari e importanti informazioni sull’attività biologica di NSP6 di SARS- CoV-2 e di altri coronavirus e hanno il potenziale di alimentare la ricerca di agenti antivirali più ampi, attivi anche contro nuove forme di SARS – CoV-2 e non solo.

Il maestro Giancarlo Ciccozzi è stato catturato dalle immagini di microscopia che mostrano i dettagli dell’organizzazione della nicchia replicativa. Spiega: “Ho pensato di realizzare un’opera che rappresentasse istintivamente il lavoro fatto dal gruppo della Professoressa De Matteis. Pochi dubbi. Per me è stato un onore e un piacevole lavoro per esaltare e far capire, anche attraverso l’arte, il laborioso impegno dei ricercatori come la professoressa Antonella”.
La stessa professoressa De Matteis ci dice: “Gian Carlo Ciccozzi, persona sensibile alle evoluzioni della società odierna, è capace di vedere il mondo anche con gli occhi di quell’artista pluripremiato di livello internazionale. Attraverso la sua opera pittorica, l’autorevolezza del genio, della inventività e, della passione di chi nell’ombra, studia, crea e lavora.”

Nature, insieme a Science, le pubblicazioni più prestigiose nell’ambito della comunità scientifica internazionale, hanno individuato un punto di contatto fra i territori, oggetto di indagine della Biologia e della ricerca molecolare, lo studio cellulare e fisiopatologico, le composizioni materiche, assieme al dosaggio, alle modalità, alle sovrapposizioni dei colori e, non per ultimi, ai concetti dell’arte contemporanea. Cosa che aveva già interessato la scuola di Pitagora e il suo “mentore”, secondo il quale, c’è un’armonia del mondo che è legata ai numeri, ai rapporti numerici, alle figure geometriche; realtà immortali, spirituali, che non partecipano della caducità delle cose terrene. Il Professor Francesco Gallo Mazzeo, docente di Storia dell’arte a Roma, assieme a Rosario Sprovieri del MiC, personaggi importanti del mondo dell’arte di rilevanza internazionale, dopo un esperimento fattuale propongono l’esempio del matematico francese Jacques Hadamard che, all’inizio del novecento, individuò due “modelli” attraverso cui si esercita l’inventività degli scienziati: uno di carattere intuitivo, l’altro di carattere analitico.
Quello intuitivo – scrisse Hadamard – è sostanzialmente analogo al modello creativo degli artisti. Si nutre di analogie, di metafore, di immagini, di esperimenti mentali. Quello analitico è all’opposto, fondato sulla rigida applicazione di una logica formale, spesso della logica matematica, che lascia (sembrerebbe lasciare) poco spazio all’intuizione. Non può esistere una separazione tra arte, letteratura e scienza. Più in generale, ogni divergenza può essere considerata come una “schisi innaturale” di un processo a cui l’uomo rimane un estraneo.
Ogni sforzo della cultura umana in monadi non comunicanti si risolve nella costruzione di un “mostro” artificioso e indefinibile. Molti scienziati, come la professoressa De Matteis, sono straordinariamente attenti ai coinvolgimenti sociali dell’arte della modernità, ne osservano ogni inclinazione che li interpreta e li descrive, con sagacia, perché ben comprendono e ne promuovono gli innumerevoli luoghi significativi e gli intrecci della reciproca influenza connessi a scienza e arte. Il connubio fra Ciccozzi e la professoressa De Matteis ne è l’esempio.