“Una soddisfazione immensa, una gioia e una commozione che a parole non riesco a descrivere. Grazie a tutti per essermi stati vicini, questo spettacolo è anche per voi”. Giulio Votta è commosso e la voce è rotta dal pianto, lacrime liberatorie, dalla piazza di Santiago, dove ha concluso il suo cammino di fede percorrendo 160 km sui trampoli, grandi protagonisti nella sua vita.
Il Capoluogo ha seguito le tappe del viaggio di Giulio Votta, artista eclettico e insegnante aquilano che, a giugno, ha deciso di compiere questo cammino verso Santiago, un cammino che hanno fatto milioni di persone nel mondo per arrivare nella città della Galizia dove, secondo la tradizione cristiana, si trovano le spoglie mortali di Giacomo il Maggiore, apostolo di Gesù. Effettivamente è emozionante essere sulla piazza di Santiago, anche solo virtualmente, sentire le voci di tutte le persone che per un motivo o per un altro si sono messe in cammino. Voci, umanità, gente che si abbraccia, una normalità messa a dura prova dalla pandemia. Giulio Votta ha scelto di partire proprio dopo la pandemia, dopo 2 anni di grandissime difficoltà per un settore come quello dell’arte e dello spettacolo. Lui è un arista a tutto tondo, completo, che viene da anni di gavetta importante, nei teatri di tutta Europa e Italia. “Mi reputo un artigiano della strada e in questa strada il teatro è da sempre la mia vita. In questo lungo percorso tra fede e arte ho deciso di cimentarmi nella sfida più grande: sui miei trampoli comperò un percorso spirituale fino a Santiago”, aveva detto Giulio intervistato dal Capoluogo, motivando la decisione di partire per Santiago. “Grazie a tutti, è stato meraviglioso, non pensavo di riuscire a farcela. Grazie a mio fratello Andare, a mia cognata Martina, a mia sorella Elisa e grazie a mio figlio Cristian e ai miei genitori”.
