Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, La pace di Trilussa

"La pace" di Trilussa per l'appuntamento con la rubrica Le nuove stanze della poesia a cura di Valter Marcone.

La clava, il bastone sono ritenuti simboli di violenza e quindi di conflitto, di guerra. Dall’altra parte il ramoscello di olivo simbolo a sua volta della pace. Anche ai simboli occorre guardare in questo momento in cui un conflitto alle porte dell”Europa attrae la nostra attenzione, nella sua propaganda spicciola ma anche nella sua semplice narrazione, Perchè la guerra tra Russia e Ucraina è reale e i morti, tra cui tanti bambini e soprattutto civili inermi, sono veri. E’ stato indicato più volte come un conflitto tra Oriente e Occidente, tra “barbari e civiltà” ma va detto, per cominciare, è un conflitto tra aggressore e aggrediti che gli resistono al di là delle sue aspettative di resa quasi immediata. Simboli che entrano prepotentemente nella narrazione sia della guerra che della pace in uno scenario che non è appunto esente anche dalla propaganda. Così anche se noi siamo abituati a vedere l’arcobaleno e la colomba come simboli di pace va ricordato quello che dice Jody Williams: sono simboli che si riferiscono più alla serenità delle persone mentre la pace, quella vera ,è un processo da realizzare quotidianamente attraverso una lotta continua :una pace frutto di uno sforzo comune capace di mettere assieme le migliori disposizioni dell’uomo.

Jody Williams, professoressa e attivista, ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace nel 1997 per il suo impegno come fondatrice e coordinatrice della Campagna Internazionale Contro le Mine Antiuomo. Ha iniziato la sua battaglia presso due organizzazioni non governative, con uno staff di una sola persona: lei stessa, arrivando a sensibilizzare più di 1300 Ong in 95 Paesi diversi.
La Campagna Internazionale per la messa al bando delle Mine (ICBL), grazie al suo metodo operativo di pressione su scala globale, ha portato alla redazione e alla firma (attualmente da parte di 122 Stati) del Trattato di Ottawa per la proibizione dell’uso, stoccaggio, produzione, vendita di mine antiuomo e per la relativa distruzione.

Nel video che il lettore può trovare al link che segue Jody Williams presenta una dura visione del sogno di pace nel mondo. Con il suo modo diretto, parla di cosa vuol veramente dire “pace” e racconta storie toccanti di coloro che si impegnano per crearla con una lotta (e sacrificio) creativa. Ma torniamo ai simboli e soprattutto ad alcuni aspetti della narrazione e della propaganda .Prendiamo per esempio quello che è accaduto nelle acciaierie Azvostal .”Ci sono diversi aspetti a mio avviso che caratterizzano la resistenza all’acciaieria Azvostal e che coinvolgono entrambe le parti, russa e ucraina. Un primo aspetto da considerare è la propaganda: i russi che potranno poi dire di aver distrutto questa guarnigione che è composta sostanzialmente da uomini del reggimento Azov che loro considerano neonazisti, ed è noto che uno dei motivi di quella campagna è proprio la denazificazione dell’Ucraina. Dall’altra parte c’è la propaganda ucraina per dimostrare che pochi uomini, pur in condizioni molto difficili, senza munizioni sotto il fuoco tambureggiante dei russi, resistono perché difendono un pezzo del territorio ucraino”. Lo ha detto all’Adnkronos il generale Giorgio Battisti, del Comitato Atlantico Italiano, in merito alla lunga resistenza ucraina nell’acciaieria Azvostal. Sembra dunque come accennavo , una controversia tra Oriente e Occidente, tutta insita nella rivendicazione di un nuovo assetto geopolitico da parte della Russia di Putin che dichiara l’0ccidente corrotto e rivendica un ruolo decisivo per se stesso e la sua Russia ovvero la sua idea di Russia , dichiarando ormai conclusa l’era dell’egemonia occidentale e in particolare degli Stati Uniti d’America sul pianeta Terra. Ma in realtà è un modo di sollevare un’eterna questione che pone l’accento sulla “relatività” delle cose , della vita degli uomini e delle società.

E a questo proposito dobbiamo infatti ricordare quello che afferma per esempio sorprendentemente Ovidio : “Barbarus hic ego sum /qui non intellegor ulli, […]” [Tristia, V. 10. 37-38]. Un fulmine. “Qui il barbaro sono io, che nessuno capisce …” Ovidio che arriva da una raffinata civiltà quella romana, quella dell’impero romano che tutto ha conquistato; un barbaro che arriva dalla caput mundi : la Roma imperiale, la Roma padrona del mondo. Ma come, il tenerorum lusor amorum, il poeta della raffinatezza, si definisce un barbaro tra i Geti? Quanta consapevolezza della relatività delle umane condizioni!

Dunque tutto è relativo , anche in tema di simboli come ci ricorda Jody Williams o può essere relativo proprio di fronte a scenari impensabili e che all’improvviso possono concretizzarsi non più come “prospettive anche se spettrali “ ma in modo concreto, reale e determinare altrettante conseguenze reali. Come per esempio i due scenari a cui voglio accennare. Al momento hanno poco a che fare con la guerra combattuta sul territorio dell’Ucraina ma rappresentano invece le porte concrete , sperando che mai possano realizzarsi le condizioni, per l’avvio di un conflitto a livello mondiale trasferendo la guerra dal limitato territorio dell’Ucraina al mondo intero . Mi riferisco alle due questioni che gli analisti tengono d’occhio ormai da qualche giorno. La prima : il rifiuto da parte della Lituania di far transitare alcune merci sul suo territorio provenienti dalla Russia e dirette all’enclave russa di Kaliningrad, giustificando questo divieto come applicazione delle sanzioni stabilite dall’Europa nei confronti della Russia .In realtà la Lituana non oppone divieto per esempio al transito delle persone ma solo ad alcune merci comprese nella lista delle sanzioni europee. La seconda : il corridoio di Suwalki che se occupato dai russi taglierebbe fuori Estonia e Lituania con una sicura risposta da parte della Nato. Nella geografia degli scenari di guerra che si combatte oggi sul territorio dell’Ucraina dopo l’invasione da parte della Russia di quel paese e della resistenza che quel popolo sta facendo anche grazie all’aiuto di quello che Putin chiama “Occidente “ ci sono due strisce di terra che potrebbero essere determinanti per un cambiamento radicale della situazione. In peggio naturalmente come raccontano gli analisti. I quali appunto riferendosi proprio alla cosiddetta esportazione del conflitto annettono a questi due territori un grande valore strategico. Mi riferisco come ho detto a quella porzione di territorio a confine tra la Polonia e Ucraina denominata repubblica di Kaliningrad, una ex enclave russa circondata dalla Lituania e dalla Polonia. Un pezzo di terra visto dalla Russia in modo strategico nella guerra all’Ucraina perchè la sua occupazione dimostra come quel paese possa essere attaccato anche da questa parte del territorio .
E mi riferisco al corridoio di Suwalki , di manco cento chilometri , che se occupato dalla Russia taglierebbe fuori le repubbliche di Estonia Lituana provocando una risposta immediata da parte della Nato che sarebbe in concreto l’avvio di una terza guerra mondiale .E’ difficile che gli strateghi militari di Putin vogliano aprire un altro fronte su questa ultima posizione in particolare ma ove accadesse la Nato sarebbe direttamente coinvolta e allora ,senza se e senza ma ,sarebbe veramente la terza guerra mondiale .

La pace
Un Omo aprì er cortello
e domannò a l’Olivo: — Te dispiace
de damme un “ramoscello”
simbolo de la Pace?
— No… no… — disse l’Olivo — nun scherzamo.
perché ho veduto, in più d’un’occasione,
ch’er ramoscello è diventato un ramo
e er simbolo… un bastone.

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