Marcello Ercole, la mostra retrospettiva a 2 anni dalla scomparsa: l’artista e l’uomo

30 giugno 2022 | 12:10
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Marcello Ercole, la mostra retrospettiva a 2 anni dalla scomparsa: l’artista e l’uomo

80 opere che raccontano l’arte e il “dietro le quinte” di Marcello Ercole, artista scomparso 2 anni fa. La mostra alla Biblioteca Irti di Avezzano

Una mostra retrospettiva a due anni dalla morte di Marcello Ercole, l’artista innamorato della sua terra, la Marsica, nella struttura Ex Montessori. Sarà visitabile fino al 2 luglio. Le opere e il “dietro le quinte” dell’artista.

Il 18 giugno scorso è stata inaugurata la mostra dedicata a Marcello Ercole: l’occasione per ammirare molte opere che testimoniano le sfumature stilistiche dell’artista e per riaccendere i riflettori su una delle figure artistiche più rilevanti dell’arte contemporanea.
Il 21 giugno 2020 veniva a mancare Marcello Ercole, fino all’ultimo dedito alla sua arte, ai suoi quadri, alle sue opere, “nonostante i problemi che ne avevano ormai limitato la capacità visiva”, ricorda Tiziana Ercole, sua figlia, ascoltata dalla nostra redazione.
L’arte fino alla fine, quindi, un messaggio che traspare anche dalle opere esposte all’ex Montessori ad Avezzano, la città che l’artista ha sempre amato profondamente. Pittore versatile, costantemente alla ricerca identitaria di un suo stile, tra sentimenti interiori, religione, emozioni, reminiscenze storico-artistiche e gli immancabili racconti della sua terra.
Nella Biblioteca Irti ad Avezzano, l’ex asilo Montessori, l’allestimento della grande mostra retrospettiva con 80 opere tra quadri e dipinti.

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“Con questa mostra abbiamo voluto ricordare mio padre e condividere, altresì, alcuni aspetti intimi del suo profilo umano e personale. Ad esempio alcune lettere scritte a mia madre durante viaggi di lavoro, o riflessioni trovate per caso tra i suoi appunti o tra i bozzetti conservati. Abbiamo cercato di restituire, appunto, un profilo completo non solo dell’artista Marcello Ercole, ma anche dell’uomo che è stato. Un uomo dotato di grande umanità, come è evidente dai pensieri espressi nelle lettere. Privo di pregiudizi, sempre aperto al mondo e alla diversità”, spiega Tiziana.
Tra le lettere trovate quella scritta all’Ambasciata russa, poiché voleva donare una Madonna per il Cimitero degli italiani morti nella Campagna di Russia.

La mostra è suddivisa sia in ordine cronologico che per tematiche, “ci sembrava importante estrapolare da queste numerose opere una serie di soggetti che lui ha amato particolarmente, come i ritratti delle donne: dalle contadine, alle Madonne nelle opere di arte sacra, con i cicli di affreschi nelle chiese italiane. Opere in cui cercava di trasmettere le sue posizioni nei confronti del falso moralismo, con il corpo della donna inteso come l’espressione più alta della Creazione”. 
C’è anche un’intera sezione dedicata alla guerra.Mio padre – continua Tiziana Ercole – si è espresso spesso contro le dittature, in particolare quelle del Sud America. E la mostra espone opere molto potenti su quanto sia tremenda la guerra, alcuni quadri hanno anche influenza picassiane. Del resto mio padre incontrò Picasso a Parigi e successivamente in Svizzera”.

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Quindi la mostra continua con il mondo contadino. “Importante per mio padre fu l’incontro con Ignazio Silone. Sono molte le opere che decise di regalare al Museo silenziano di Pescina. È sempre stato affascinato dal mondo rurale e ha cercato nelle sue opere di descrivere e raccontare la fatica e l’impegno di questi lavoratori”, sottolinea Tiziana.
Ancora le famose opere sacre, sezione arricchita da tele inedite che sono state ritrovate nel suo Atelier.

“Mio padre desiderava mettere a disposizione la sua arte per il bene comune, per questo aveva anche realizzato dei progetti per la fontana, così come per il Liceo Classico. Voleva contribuire all’estetica di una città che amava moltissimo e questa mostra retrospettiva racconta la sua arte dirompente e cerca di scavare oltre, dietro quelle tele, alla ricerca dei suoi sentimenti, del suo pensiero più intimo. L’arte era la sua vita e per lui è stato fondamentale lavorare fino alla fine, nonostante tutto”.
Una mostra tutta da vedere: ci sarà tempo fino a sabato 2 luglio per ricordare e riscoprire l’arte potente e umana di Marcello Ercole.

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Di seguito qualche didascalia che illustra le singole sezioni espositive della mostra retrospettiva.

Celebrare il lavoro e la fatica: i kafoni e il Fucino
Sin da ragazzo, Marcello Ercole ritrae scene di lavoro nei campi ispirate alla realtà contadina del Fucino. L’incontro con Ignazio Silone è determinante per le sue inquadrature, la sua riflessione sulla condizione dei kafoni, come li chiamerà nel suo ultimo lavoro, un libro contenente le fotografie di tutto il suo repertorio dedicato al Fucino e pubblicato qualche mese prima della sua scomparsa.
La fatica e, allo stesso tempo, la compostezza e la dignità dei braccianti e dei pastori, popolano il suo universo artistico fino alle ultime opere. I corpi solidi degli uomini e delle donne, le anatomie possenti e al tempo stesso rotonde degli animali che li affiancano nel duro lavoro, incarnano il suo legame con quella terra e la gratitudine per il pane quotidiano. Il mondo contadino lo sorprende infine, con le sue tradizioni, musicanti con la fisarmonica e zampognari, poetiche comparse.

La guerra e il manifesto contro le dittature – anni ‘70
Marcello Ercole elabora con un linguaggio potente ed essenziale, una serie di disegni, litografie e quadri sul tema della guerra e della repressione, citando, da un punto di vista stilistico le grandi tele sul tema di Picasso. In questi schizzi, uomini e animali appartengono ad una dimensione dove corpi e prospettive sono scarnificati, svuotati di ogni ragionevolezza e ridotti a pura opera della violenza.

L’arte sacra – Anni 70’ – ‘80
Marcello Ercole compie un intenso viaggio intorno al concetto del Sacro, in un percorso di amplificazione della percezione come riflessione sul mondo esterno e dell’introspezione come ascolto di sé stessi, interpretando il sentimento religioso attraverso l’estremizzazione delle valenze simboliche della luce e del colore. Ciò è evidente soprattutto nella costruzione artistica delle vetrate a tema sacro, in cui le trasparenze del vetro dipinto agevolano il percorso percettivo tra apparenza e profondità, valorizzando la simbologia e la struttura logica e formale delle opere e facilitando l’interpretazione ascetica dell’osservatore.
Il percorso artistico dell’Artista è un’apoteosi della Vita, del Silenzio e della Luce, intesi sia in senso religioso che laico. La chiave di lettura proposta è chiara, profonda e sempre tesa al rispetto ed alla tutela della soggettività di colui che analizza le rappresentazioni pittoriche avendo a disposizione uno spunto concettualmente stimolante, in base al quale definire il proprio concetto di bellezza e sacralità.
Le caratteristiche sostanziali e formali dell’intera produzione artistica di Ercole si evidenziano compiutamente nelle opere a soggetto sacro, in cui egli sviluppa originali prospettive ed interpretazioni, spesso richiamando temi che gli sono cari: la piana del Fucino, oggetto di affascinanti scomposizioni geometriche e cromatiche, la famiglia, la sofferenza, la vita.In esse, la figura di Cristo è sempre intrisa di quel dolore che è l’essenza stessa della Cristianità ed in quella della Madonna traspare, evidente, l’Amore infinito che tende a confortarci nelle esperienze tragiche della nostra esistenza, citate nelle opere del Maestro con grande intensità e raffinatezza.