Antichi arti e mestieri

Selleria Rovo, la tradizione prosegue nel ricordo del papà Alfredo: gli artigiani che resistono

In dieci anni in Italia si sono persi quasi 300mila #artigiani: ma c'è chi resiste. Le selle di Adriano Rovo raccontano la storia di una famiglia di artigiani da generazioni. "Contro la crisi l'unico rimedio è andare avanti".

La selleria Rovo ha scritto e continua a scrivere la storia dell’artigianato. Una storica famiglia di funari dell’Aquila che per anni e da tre generazioni produce selle per carrozze, selle da lavoro e reti per gli stazzi da destinare ai tanti allevamenti della zona e non solo. Artigiani per passione e non solo per mestiere, il cui testimone lasciato dal papà Alfredo è stato raccolto nel tempo dai figli Adriano, Paolo e Ivano Rovo.

Adriano Rovo è un abile maestro sellaio, ha appreso tutti i segreti del mestiere insegnati dal padre e che a sua volte li aveva imparati dal padre Giuseppe. Alfredo, scomparso a febbraio scorso, aveva la sua attività in centro storico a L’Aquila, a via Castello, un vero punto di riferimento per i tanti appassionati del settore. Adriano oggi produce a L’Aquila selle di ogni tipo dalle maremmane alle western per tutte le discipline legata all’equitazione, selle richieste da tutta Italia e non solo. È un artigiano “di ferro”, che va avanti, nonostante la crisi del settore, nonostante tutte le difficoltà che un territorio come quello aquilano ha subito negli ultimi 13 anni, a partire da quella terribile del 6 aprile 2009. Oggi la sua azienda si trova a San Sisto, ma Adriano sta cercando di fare il possibile per tornare in centro, non solo per una questione di affezione e nel ricordo del caro papà, ma anche per dare un segnale alle tante attività artigianali, fiaccate dal periodo storico ed economico. In dieci anni in Italia si sono persi quasi 300mila artigiani passati tra il 2012 e il 2021 da 1,86 a 1,58 milioni.

Il problema – spiega Adriano Rovo al Capoluogoè che non c’è modo di poter insegnare il mestiere ai ragazzi che vogliono imparare. Non è ‘colpa’ dei giovani, ma del sistema che aiuta già poco un artigiano. Mancano supporti importanti, fondamentali per chi come come noi lavora praticamente da solo. Un mestiere come quello del sellaio o del funaro puoi farlo solo con l’esperienza dopo che hai imparato tutti i trucchi e i segreti. Una sella in particolare deve avere determinate caratteristiche anche perchè prima il cavallo si usava quasi esclusivamente per lavorare, adesso è una passione, uno sport e non deve essere solo comoda, ma anche molto bella. Da sempre produciamo selle come si faceva una volta, cucite a mano e con ricami unici che rendono ogni pezzo un piccolo gioiello”. 

I Rovo praticando questo mestiere da tre generazioni, prima ancora dei sellai erano funari, come nonno Giuseppe che partiva dalla lavorazione della canapa. “Era un lavoro manuale molto impegnativo che consentiva di creare i filati che poi portavano alla produzione dei vati spessori di corda, dalla più sottile alla più spessa. Si usava una macchina, una specie di ruota che girava e nonno con le sue mani compiva una vera e propria magia. Questi mestieri non esistono più purtroppo e anche noi rischiamo di ‘estinguerci’ dopo tre generazioni. Siamo una famiglia molto unita, sia noi come fratelli anche se abbiamo due ditte diverse, sia con i cugini che hanno portato avanti la produzione di carni avviata tanti anni fa da mio zio. I nostri figli però sono andati avanti: c’è chi studia all’università chi già ha trovato lavoro e dovendo lavorare molto anche per uscire dall’empasse del post sisma e della pandemia, non c’è stato il tempo materiale per cominciare a buttare le basi per tramandare l’arte del sellaio”. L’artigianato, per Adriano, “è qualcosa che parte da lontano: non è solo imparare a cucire o lavorare il cuoio, ci vogliono le basi e le condizioni. Noi Rovo siamo stati molto fortunati, quasi dei privilegiati, perchè nostro padre senza superbia, ma con molta pazienza e umiltà ci ha insegnato un mestiere dandoci la possibilità di vivere del nostro lavoro di mantenere le nostre famiglie, superando anche tutti i problemi legati alla crisi post sisma. Oggi posso dirmi orgoglioso del mio lavoro, fiero di far parte di questa grande famiglia: stimo i miei fratelli e i miei cugini che stanno facendo il possibile per fare in modo che Rovo sia sempre marchio e sinonimo di garanzia e di qualità”. 

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