Camere con vista

Il Governo rischia la crisi, Conte alza la voce e chiede garanzie: palla a Draghi

Il Governo rischia la crisi, l'ex premier Conte alza la voce. Draghi riuscirà a mediare? Lo hanno definito penultimatum. Nuovo appuntamento di "Camere con vista".

Il Governo rischia la crisi, l’ex premier Conte alza la voce. Draghi riuscirà a mediare? Nuovo appuntamento di “Camere con vista”.

 

Lo hanno definito il penultimatum: cioè chi minaccia senza convinzione. Adesso però per Conte la partita si fa dura.
I cinquestelle rivendicano sostanzialmente due riforme: il reddito di cittadinanza e il bonus del 110 per cento. Inoltre hanno abbandonato, travolti dagli event i no all’alta velocità o la tap. Tra i no resta quello degli inceneritori o, come si dice oggi, dei termovalorizzatori. Bandierine che adesso Conte in un rigurgito di identitario vuole difendere.
Così, chiamati a raccolta i vertici sopravvissuti del movimento grillino, cercherà di portare a Draghi i punti fermi per continuare ad avere il sostegno dei 5Stelle. In teoria un accordo può essere trovato, ma resta da capire se Conte vuole l’intesa o cerca il pretesto per abbandonare l’esecutivo.

Conte nell’incontro con Draghi punterà su tre priorità: il reddito di cittadinanza non si tocca (ma il provvedimento è contestato, troppi furbetti e nessun beneficio per l’occupazione) il bonus del 110 per cento va rifinanziato (nonostante le innumerevoli truffe scoperte), e a Roma non si parli di termovalorizzatore. Quali assicurazioni potrà dare Draghi?
Forse nessuna di concreto. Il reddito per ora non è in discussione, ma tutti, salvo i grillni, hanno chiesto la revoca del contributo a chi rifiuta per tre volte una opportunità lavorativa. Accetterà Conte di ridiscutere il provvedimento? Sul bonus del 110 per cento l’ostilità è chiara. Non piace al ministro dell’Economia, non piace a Draghi, sono state scoperte truffe milionarie.
C’è la questione del termovalorizzatore che sta a cuore al Pd. Se Conte rompe non lo fa solo con Draghi, ma rischia di farlo anche con Letta. Cioè con il suo principale alleato. Ma i margini di manovra per Conte sono limitati. Ha alzato la voce quando si è sentito messo in discussione come leader del movimento. Tutto è nato ad un’intervista del sociologo De Masi, che avrebbe riferito una confidenza di Grillo che avrebbe a sua volta riferito di come Draghi consideri il suo predecessore inadeguato.

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Il premier ha smentito e Grillo non ha confermato. Resta il fatto che i due si sentono. Poi De Masi si è sentito colpito dagli strali del fondatore per un articolo sul blog. Non ci vuole molto a capire che la guerra sia tutta interna ai 5Stelle.
Ma ora Conte si gioca la carta dell’identità del movimento e lo fa sfidando Draghi. Contemporaneamente sfida Grillo, che non vuole crisi e il Pd, in teoria Draghi può fare a meno dei voti dei 5Stelle soprattutto dopo la scissione di Di Maio. Ma è stato lo stesso Draghi ad avvertire che senza i 5Stelle sarebbe crisi di Governo. Letta ha avvertito che la crisi porterebbe ad elezioni. Anche perché Draghi sarebbe ancor più legato agli umori di Salvini, altro leader in difficoltà e in cerca di un ruolo.
Così la palla torna in mano a Conte: se sarà intransigente la crisi sarà inevitabile e di conseguenza le elezioni anticipate. Ma è chiaro il rischio che corre il movimento: la fine dell’alleanza con il Pd e un’avventura elettorale che potrebbe portare all’evaporazione della forza politica. Cosa potrebbe promettere Draghi a Conte? Realisticamente solo assicurazioni formali con poche certezze concrete.
Il reddito non sarà cancellato, almeno per ora, il bonus resterà come misura, ma con poche risorse, e sull’inceneritore di Roma il governo non avrà un ruolo attivo. Basterà per evitare una crisi che in fondo non vuole nessuno?

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