San Tommaso Apostolo per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 3 luglio.
Il 3 luglio si festeggia San Tommaso Apostolo. San Tommaso, indicato da Giovanni anche come Didimo, fu uno dei dodici apostoli di Gesù, presente sia negli elenchi dei Vangeli (Mt 10,2-4; Mc 3,16-19; Lc 6,14-16) sia tra gli undici citati negli Atti degli Apostoli (At 1,13). L’episodio più noto che lo riguarda è quello successivo alla Resurrezione di Gesù: Tommaso non fu presente la sera del giorno di Pasqua, quando Gesù apparve e, nel ricevere la testimonianza degli altri discepoli, rispose: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo”. Otto giorni dopo Gesù si manifestò di nuovo e invitò l’Apostolo a toccare le sue piaghe e a credere; Tommaso credette. Dopo la Pentecoste, come gli altri Dodici, operò nell’evangelizzazione delle genti; tuttavia, sono incerte le notizie che riguardano i suoi viaggi. Secondo una tradizione che risale a Origene e fu ripresa da Eusebio di Cesarea (Historia Eclesiastica, III, 1, 1.3), San Tommaso predicò nella regione dei Parti, cioè tra Siria, Mesopotamia e Persia; il più tardo San Gregorio Nazianzeno gli attribuì l’evangelizzazione dell’India, dove avrebbe subito il martirio. Questa versione è ripresa anche dagli apocrifi Atti di Tommaso: qui si legge che giunse fino all’alto corso del fiume Indo, per trasferirsi poi nell’India meridionale, dove morì martire, ucciso a colpi di spada o di lancia, poco lontano da Calamina, dove fu sepolto. Sempre gli Atti di Tommaso e poi, su finire del IV secolo, Sant’Efrem siro, riportano che da questo sepolcro le reliquie di Tommaso furono trafugate e trasferite a Edessa, dove nel 373 era stata edificata e dedicata al Santo una grande chiesa. Il 13 dicembre 1144 Edessa subì la definitiva conquista musulmana, ma prima che ciò avvenisse le spoglie di Tommaso furono portate via, probabilmente nell’isola di Chios. È da qui, infatti, che risultano essere pervenute a Ortona, il 6 settembre 1258, insieme alla pietra tombale; la traslazione è attestata da una pergamena del 22 settembre 1259 con le testimonianze degli ortonesi che compirono l’impresa al seguito di Leone Acciaiuoli, capitano delle tre galee abruzzesi alleate della flotta di Venezia nello scontro contro quella di Genova al largo di Acri. Da allora le reliquie di San Tommaso sono custodite nella Concattedrale a lui intitolata. Colpita Ortona dai Turchi nel 1566, il corpo dell’Apostolo su attaccato dal fuoco, le cui tracce furono rinvenute sulle ossa durante una ricognizione scientifica eseguita nel 1984. Dalla perizia antropologica emerse l’età del defunto, compresa tra i 50 e 70 anni, e una frattura dello zigomo, probabilmente a causa di un colpo di lama affilata e che forse ne provocò la morte.
Dal punto di vista iconografico San Tommaso è rappresentato col libro fino al sec. XIII, come tutti gli apostoli; talvolta appare l’attributo della spada, strumento del suo martirio, o con la squadra d’architetto. Questa immagine riprende quanto scritto negli apocrifi Atti di Tommaso e poi riportato nella Leggenda Aurea da Jacopo da Varagine: a lui fu affidato il compito di costruire in India un palazzo per il re Gondoforo. Tuttavia, l’episodio della sua vita maggiormente rappresentato è quello dell’incredulità, che lo vede alla presenza di Cristo Risorto, intento nel mettere il dito nella piaga del Costato. Secondo i Vangeli Apocrifi dubitò anche dell’Assunzione di Maria: la Vergine allora fece cadere verso di lui dal Cielo la sua cintola, come raffigurato nel quadro di Benozzo Gozzoli nei Musei Vaticani. San Tommaso è patrono degli architetti, degli ingegneri e dei calzolai, per aver guarito il calzolaio Ariano feritosi con la lesina, come appare nel rilievo del portale del XV secolo, nella Scuola dei Calegheri a Venezia.
