Vlog abruzzo

La Marmolada come il Calderone, ghiacciai in estinzione

Riscaldamento globale, ghiacciai verso l'estinzione ed incidenti in quota. L'intervista.

Marmolada - Vlog Abruzzo dedica un approfondimento alla tragedia delle Dolomiti con l'esperto di montagna Paolo De Luca.

Marmolada e Calderone - Foto, sci, piccozze, corde su ogni parete, come a raccontare ogni escursione, ogni ascesa, ogni emozione del proprio libro di vetta.
Paolo De Luca ha aperto la porta di casa al Capoluogo, nel cuore di Pietracamela, in provincia di Teramo.
Siamo ai piedi del Corno Piccolo, ma l'attenzione e i discorsi sono tutti concentrati sulla tragedia che si è verificata a seguito del crollo del ghiacciaio sulla Marmolada.
De Luca, maestro di sci e accompagnatore di media montagna, ci mostra la foto che immortala la parete nord della Marmolada: "Questo è il punto esatto dove si è verificato il distacco. Ero lì ad agosto del 1992: il ghiacciaio della Marmolada si presentava con un'altra veste e si comprende bene anche dall'abbigliamento pesante necessario a proteggerci dal freddo. Quello con il casco protettivo di colore giallo sono io, quello con la giacca rossa che mi fa sicura è Dario Nibid mio carissimo amico e grande alpinista. Dario insieme a Enrico De Luca e Diego D'Angelo ha aperto la Aquilotti 72 sulla seconda spalla del Corno Piccolo, certamente una bella via, tra le più ripetute".

Ma veniamo ad oggi. Come evitare tragedie come quella dei giorni scorsi?
"Oltre a prestare massima attenzione alle norme di sicurezza, si dovrebbe creare un deterrente per scoraggiare chi va in quota senza la giusta preparazione fisica-tecnica-mentale. Ci vorrebbe una legge che fissi regole più stringenti per arrampicate ed escursioni esattamente come fatto per le piste da sci".
Intanto sulla Regina delle Dolomiti ci si prepara ad un altro difficoltoso giorno di ricerche. E' una corsa contro il tempo che scorre inesorabile. Sembra rivivere gli attimi atroci e disperati di un anno e mezzo fa, quando sul Velino quattro escursionisti hanno perso la vita. Dall'allarme iniziale, alla macchina dei soccorsi che sono scattati immediatamente con decine di uomini del Soccorso alpino, elicotteri e tutte le più moderne tecnologie in azione per ritrovare i dispersi: dal sonar recco ai droni. Ma per molti degli escursionisti travolti dalla valanga di ghiaccio, neve e detriti non c’è stato nulla da fare. Oggi, a molte ore di distanza dal distacco, l’area non è ancora in sicurezza e quindi resta chiusa per il pericolo di ulteriori distacchi. Si tratta di un’evacuazione totale, anche come abbiamo visto degli ospiti del rifugio Punta Penia.
Quali sono i rischi sul nostro ghiacciaio? 
"Sul Calderone non abbiamo di questi problemi. L'estensione del "ghiacciaio" non è tale da mettere in pericolo nessun escursionista: c'è rimasto davvero poco. Lì dove in estate si forma il lago Sofia c'è una massa di ghiaccio dove sicuramente non sarebbe prudente salire, restare dal lato della morena senza osare è la scelta migliore ".

Gli esperti: i ghiacciai più a rischio sono quelli sotto i 3500 metri.

Secondo i moderni modelli di previsione, i ghiacciai italiani continueranno a ridursi drasticamente ed entro il 2030/2050, tutti i ghiacciai sotto i 3000 metri saranno scomparsi.

Il Ghiacciaio del Calderone non è più un ghiacciaio già dal 2000

Il ghiacciaio del Gran Sasso sta scomparendo, ormai ne rimangono solo pochi e piccoli lembi, tanto che dal 2000 non è più neanche considerato un ghiacciaio. Il Calderone è stato declassato a glacio nevato. A 2650 m di altitudine, si trovano ora solo pochi residui di ghiaccio sotto i detriti, li dove 100 anni fa vi sarebbero stati almeno 70 metri di ghiaccio, ormai perduti per sempre.

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