Joseph Alfidi, il piccolo Mozart americano con le radici a Luco dei Marsi

10 luglio 2022 | 11:59
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Joseph Alfidi, il piccolo Mozart americano con le radici a Luco dei Marsi
Joseph Alfidi, il piccolo Mozart americano con le radici a Luco dei Marsi
Joseph Alfidi, il piccolo Mozart americano con le radici a Luco dei Marsi

Joseph Alfidi, il “piccolo Mozart” americano con le radici a Luco dei Marsi. La storia

Joseph Alfidi, il “piccolo Mozart” americano con le radici a Luco dei Marsi.

Joseph Alfidi è stato un pianista, compositore e direttore d’orchestra precoce,nato il 28 maggio 1949 in America, a Yonkers, nello Stato di New York, da un umile famiglia d’origine abruzzese,con i nonni partiti da Luco dei Marsi, nella Marsica. Il papà Frank era un valente trombettista, che insegnava musica proprio nella città dove si era concentrata una grande comunità di nostri emigranti, già dai primi del ‘900, affermatisi anche in politica, eleggendo ora lo stesso sindaco, l ‘attuale esponente democratico, Mike Spano, preceduto da un altro, Filippo Amicone. Il bambino Alfidi, respirando musica già nelle pareti di casa, imparò a suonare in maniera stupefacente già dai 3/4 anni, preferendo subito il pianoforte ed iniziando a comporre dopo già le sue prime opere.
Da lì la sua ascesa progressiva, che lo porterà a dirigere addirittura delle orchestre, a 7 anni, arrivando a farlo nel tempio della musica americana: “La Carnagie Hall”, a New York (fondata nel 1891), tra le più grandi sale concerto del mondo. Qui egli diresse la Sinfonia dell’Aria, con musiche dalle “Nozze di Figaro” di Mozart e la famosa “Quinta” di Beethoven. Ma in terra americana Alfidi suonò anche un celebrato autore, come George Gershwin, con il Concerto in FA, per pianoforte solo ed orchestra, composto nel 1925.

Giuseppe diventa un’attrazione nazionale, richiesto dagli stessi canali nazionali, arrivando al programma “What’s My Line”, a soli 8 anni. La sua fama di “enfant prodige” travalicò così l’Atlantico portandolo in Vaticano, suonando davanti al “Papa Buono”, Giovanni XXIII, che entusiasta lo definì il “nuovo Mozart” per il suo talento e virtuosismo al pianoforte. Questa esibizione, come era prevedibile, ebbe una vastissima eco in Europa, dando una svolta alla carriera del giovanissimo Alfidi. Infatti gli venne chiesto di suonare con l’Orchestra Sinfonica di Anversa, in Belgio, davanti alla Regina Elisabetta (le cui registrazioni furono inserite nel LP “Command Performance”). Qui la favola divenne realtà, perché la Regina del Belgio decise di adottare questo autentico talento musicale, facendolo entrare nel Conservatorio Reale della capitale Bruxelles, ad appena 11 anni.
Lì Joey restò fino al 1965, conseguendo a pieni voti il diploma superiore di pianoforte, nonché fu ammesso alla prestigiosa “Chapel Music Reine Elisabeth”. Da lì l’ascesa del talentuoso Alfidi diventò inarrestabile, con numerosi concerti e riconoscimenti, specie in Europa ed in particolare in Belgio, che divenne la sua seconda patria, assumendo dopo l’importante cattedra, presso il prestigioso Conservatorio Reale di Liegi (registrando altresì molti concerti, sempre con la Emi Belgium). Lo stesso Arthur Rubinstein, il mitico pianista, polacco, ma anch’esso naturalizzato americano, assistendo ad un suo concerto ne rimase estasiato, dichiarando la sua emozione nell’ ascoltare questo ispirato pianista giovanissimo.

Cosi, ancora oggi, si può rivedere un docu-film del 1979, a Parigi, (per la Tv- Mexico), dei due grandi pianisti, con Alfidi che esegue con maestria, tutti i pezzi del suo repertorio classico, ricordando come lui lo avesse ascoltato ancora bambino, ad un suo concerto a New York. Alla fine presentandosi, con grande disinvoltura, dicendogli “bravo”: un “enfant prodige” che lodava il Maestro. Quello che forse la sua terra d’ origine, l’Italia, “la Patria del Bel Canto”, non gli ha mai detto abbastanza, senza celebrarlo in vita e nemmeno onorandone la sua memoria straordinaria. Infatti dopo una lunga malattia purtroppo egli si spense in Belgio, il 2 febbraio 2015, con un giornale che scrisse: “È morto a Bruxelles, il pianista americano Joseph Alfidi. L’ex piccolo prodigio musicale aveva 66 anni”.
Forse aveva ragione un altro grande artista come Arturo Benedetti Michelangeli quando dichiarò polemicamente:
“Se sei un genio ti odieranno. Le grandi personalità musicali e non, generano grandi freddezze”. Specie da parte di tanta mediocrità presente nel mondo. La musica è invece una grande portatrice di pace e di dialogo tra popoli e culture diverse, come testimoniano ora i due fratelli ucraini, in fuga dalla guerra, che sono arrivati in Italia ed ora parteciperanno ad un Concorso Internazionale, come “pianisti prodigio”. La speranza, oltre la barbaria.