Addio al professor Aldo Fabbrini

13 luglio 2022 | 09:46
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Addio al professor Aldo Fabbrini

È venuto a mancare il professor Aldo Fabbrini, già professore di Medicina interna dell’Univaq.

È venuto a mancare il professor Aldo Fabbrini, già professore di Medicina interna dell’Univaq.

L’Università dell’Aquila comunica che è venuto a mancare il prof. Aldo Fabbrini, già professore di Medicina interna di questo Ateneo, direttore della clinica medica, preside della Facoltà di medicina e chirurgia nonché promotore della istituzione presso il nostro Ateneo dei servizi di diabetologia e andrologia, tra i primi a livello nazionale. Il Rettore esprime, a nome di tutto l’Ateneo aquilano, sentimenti di profondo cordoglio alla famiglia e a tutti coloro che si sono formati ed hanno collaborato con lui presso la nostra Università.

“A nome della Municipalità aquilana e a titolo personale – scrive il sindaco Pierluigi Biondi – esprimo sentimenti di cordoglio per la scomparsa del professor Aldo Fabbrini, uno dei pilastri della facoltà di Medicina e Chirurgia del nostro Ateneo che per anni ha contribuito alla formazione di giovani universitari. La metodologia di lavoro e l’approccio alla didattica adottati durante il suo brillante percorso professionale sono stati una vera e propria innovazione nella terapia dei pazienti e per il trasferimento di conoscenze negli allievi che oggi operano in campo sanitario. Ai familiari tutti, ai suoi studenti, colleghi e collaboratori nonché all’intero corpo accademico dell’Università dell’Aquila giungano sincere condoglianze”.

Gli allievi dell’Aquila lo ricordano così: “Aldo Fabbrini venne all’inizio degli anni Settanta a dirigere la Clinica Medica dell’Istituto Universitario di Medicina e Chirurgia convenzionato con l’Ospedale S. Salvatore dell’Aquila. Grande scienziato, protagonista internazionale della moderna endocrinologia, fondatore dell’andrologia. Portò con sé Luciano Onori e Vittorio Santiemma e fu un vento innovativo per la medicina aquilana, che pose al centro il paziente. Pensavano che capire le ragioni del malessere è difficile, non ha certezze, richiede l’esperienza, ma anche la verginità dello studente. La visita dei pazienti era una discussione collettiva. Alla fine la soluzione funzionava e la crescita era di tutti. Pensavano che l’ospedale dovesse essere un luogo aperto alla società e così Aldo Fabbrini, tra i primi in Italia, istituì il centro di Diabetologia e poi il centro di Andrologia, perchè le persone vanno curate e seguite fuori dell’ospedale con le conoscenze di una medicina fatta di studio e di ricerca, di confronto e di condivisione. Pensavano che nell’organizzazione della società nasce la malattia e che occorre andare in fabbrica e nei grandi cantieri per scoprire che le polveri e i veleni che respirano i lavoratori sono cause di malattie. Quel vento ci travolse: li ammirammo, li amammo, abbiamo creduto di imitarli.
Quelli della Clinica Medica: Berardino Bruno, Nella Casasanta, Patrizia Catignani, Anna Celli, Antonella De Matteis, Gerardo Di Carlo,Samuele Di Giovanni, Felice Francavilla, Sandro Francavilla, Rossella Iannarelli, Guido Iapadre, Nerio Iapadre, Ezio Masci, Dina Melideo, Sergio Moscardelli, Maria Paola Nanni Costa, Elisabetta Pelini, Gianfranco Poccia, Giuliana Properzi, Rossella Romano, Paolo Rosati, Patrizia Saltarelli, Riccardo Santucci, Gabriella Tullio”.