Camere con vista

Se i 5 Stelle non votano la fiducia sarà crisi: telefonata Draghi-Conte

Sono ore difficili per l’esecutivo. Lo sono soprattutto per Conte che ,dopo aver alimentato il fuoco della protesta, è in difficoltà.

Dal governo sono giunte delle aperture alle richieste grilline, come gli aiuti per le famiglie in difficoltà, il salario minimo. la riduzione delle tasse. Inoltre il governo non intende rimettere in discussione il reddito di cittadinanza. Resta il sostanziale via libera all’inceneritore di Roma. Ma si può aprire una crisi per questo?

Decreto Aiuti, i 5Stelle non votano: Berlusconi chiede verifica di governo

Così mentre è riunito il vertice pentastellato, è Letta ad avvertire, che la svolta chiesta da Conte c’è già stata, inoltre Letta ha subito dopo avvertito che se i senatori 5Stelle non votano la fiducia in programma giovedì, la crisi sarà inevitabile, così come il ritorno alle urne. La stessa posizione della Lega. Berlusconi e Renzi provano a suggerire un Draghi bis senza la pattuglia di Conte. Ma è stato lo stesso Draghi a dichiarare la non disponibilità a guidare un nuovo governo. Così è chiaro che se i senatori pentastellati usciranno all’aula al momento del voto, subito dopo Draghi si recherà al Quirinale aprendo di fatto la via alla crisi e al voto anticipato. Il vertice dei 5Stelle, convocato per le 8,30, un orario poco romano, è partito con la diffusa convinzione di astenersi al momento del voto. Sono state ore di discussione, mentre dall’esterno rimbalzavano i commenti che non offrivano alcuna sponda. Nemmeno dagli alleati (o ex alleati) del Pd. Così l’ala governista ha ripreso fiato. La preoccupazione di imboccare una strada senza uscita è divenuta evidente. Conte dopo aver acceso il fuoco, ora vorrebbe spegnerlo. Ma come?

Sono passate le 14 e l’ex premier propone una sospensione. Cercherà di parlare con Draghi pur sapendo che le concessioni che poteva strappare le ha già avute. E’ un modo per prendere tempo e per spacciare alla ripresa dei lavori eventuali nuove conquiste. La telefonata c’è. E tanto basta per aprire uno spiraglio. La promessa è per un nuovo appuntamento serale, prima di una riunione congiunta dei gruppi parlamentari per una decisione definitiva. Scelta non facile perché i 5Stelle si sono spinti molto avanti e si sono ritrovati soli. Da più parti li si accusa di irresponsabilità, di sacrificare gli interessi del Paese a calcoli di bottega. Non solo, ma mentre loro discutono al chiuso della loro sede, Draghi incontra il presidente di Confindustria, il giorno precedente aveva ricevuto i sindacati. Niente di definitivo, nessuna intesa formale, ma l’impegno per una serie di provvedimenti entro la fine di luglio. Ma se ci sarà crisi salta tutto. Anche queste constatazioni sono di fatto un pressing per frenare le velleità bellicose di qualche esponente pentastellato. Tutto questo serve a Conte per prendere tempo nella convinzione che il passare delle ore, la drammatizzazione della situazione potrebbe consentirgli di mediare e di poter trovare qualche elemento utile ad evitare scelte radicali. Così la riunione fiume pentastellata prosegue.

Conte in tarda serata sentirà ancora Draghi. Poi riunità i gruppi per la decisione finale. Non è chiaro se la drammatizzazione servirà a dare un contenuto politico all’eventuale i di aprire una crisi, o se, all’opposto, è un modo per cercare una via d’uscita. Sicuramente i 5Stelle avrebbero preferito non votare il decreto aiuti senza far cadere ora l’esecutivo, non a caso da più parti si è avvertito che non sarebbe stata ritirata la delegazione al governo. Non è un caso che proprio mentre si discuteva di crisi, alla Camera, il ministro Patuanelli, 5Stelle, interveniva a nome del governo sulla crisi causata dalla siccità. Insomma nessuna volontà apparente di rottura. Ma non basta. Lo ha detto con chiarezza Draghi, il non voto sulla fiducia non è accettabile: o dentro o fuori.

Salvini si è aggregato subito: se non votano la fiducia elezioni subito.
Così il gioco si è fatto pesante. Pesante come la protesta dei tassisti romani davanti a Palazzo Chigi. Una protesta che chiama le forze politiche alla necessità di assumersi delle precise responsabilità. Non è tempo di alchimie, di furbizie, ma di scelte chiare. Forse proprio quello che non volevano fare i 5Stelle. Adesso devono scegliere: o dentro o fuori.. Sarà forse la notte politica più difficile per Conte e per quel che resta del movimento.

leggi anche
Camere con vista
Camere con vista, tensioni in Forza Italia mentre Giorgia Meloni tende la mano a Salvini
Politica
Camere con vista, la partita più difficile di Draghi
Giornalismo
Giornalismo, informazione e futuro: intervista a Giuseppe Sanzotta, editorialista del Capoluogo
Camere con vista
Governo, i 5Stelle non votano la fiducia: crisi ed elezioni ad un passo
Politica
Mario Draghi si dimette
Camere con vista
Draghi si dimette, elezioni più vicine
Politica
Crisi di Governo, Gaetano Quagliariello: “Auspico che Draghi torni con un’agenda per l’Italia”
Politica
Elisabetta De Blasis europarlamentare, la cardiologa aquilana vicina a Bruxelles
Politica
Crisi di Governo, Biondi: Meglio tornare al voto
Camere con vista
Draghi ai partiti di Governo: “Avanti solo se uniti, date una risposta agli italiani”