Cimiteri L’Aquila, assolta la dipendente accusata di favorire l’azienda del marito

L’AQUILA – Assolta “perché il fatto non sussiste” la dipendente dell’Ufficio Cimiteri inizialmente accusata di favorire l’azienda del marito.
L’AQUILA – Assolta “perché il fatto non sussiste” la dipendente dell’Ufficio Cimiteri inizialmente accusata di favorire l’azienda del marito.
Il Tribunale dell’Aquila, in composizione collegiale sotto la presidenza del giudice Alessandra Ilari, ha assolto “perché il fatto non sussiste” la signora Dora Del Romano, rinviata a giudizio con l’accusa di aver favorito l’azienda del marito. Ne dà notizia il rappresentante legale della signora Del Romano, l’avvocato Fabio Alessandroni, che rispetto agli iniziali articoli di stampa usciti all’epoca, precisa “che la Sig.ra Dora Del Romano non ha mai assunto la dirigenza dell’”Ufficio Cimiteri” del Comune di L’Aquila; che già in data 19.11.2013 la Sig.ra Del Romano ebbe a richiedere il trasferimento ad altro settore, sempre respinto in considerazione delle valutazioni strettamente giuridiche e fondate, espresse dalle dirigenti sopra citate, sicché l’asserito spostamento richiesto dall’allora assessore Leone si sarebbe realizzato solo a seguito di reperimento di mobilità intersettoriale; che le asserite difficoltà burocratiche, come ammesso da coloro che poi furono sentiti nel processo (i quali – si noti bene – non hanno affatto confermato le dichiarazioni rese nella fase delle indagini…), dovevano addebitarsi al “Regolamento di Polizia Mortuaria” approvato nel 2014, proprio al fine di impedire quei comportamenti disinvolti, fino ad allora assunti da molte di quelle agenzie, che ebbero a muovere accuse sgangherate alla mia Assistita, poi rivelatesi del tutto sfornite del benché minimo fondamento, tecnico e probatorio, nella sede processuale”.
“La formula assolutoria – conclude l’avvocato – non lascia adito a dubbio alcuno, in merito alla assoluta estraneità della Sig.ra Del Romano rispetto ai fatti che le sono stati addebitati, alla correttezza e trasparenza delle sue condotte, con la inevitabile conseguenza che quest’ultima sta procedendo, mio tramite, a valutare tutte le possibili reazioni, di tipo risarcitorio, alle calunniose accuse che le sono state mosse, molto gravi essendo i danni sofferti, in termini di patimenti e sofferenze, che dovranno trovare adeguato ristoro, sia nella sede penale che in quella civile”.