Draghi ai partiti di Governo: “Avanti solo se uniti, date una risposta agli italiani”

È perentorio Mario Draghi verso i partiti: “La risposta la dovete dare al Paese, non a me. Governo avanti solo se c’è unità”
Il discorso di Draghi ai partiti: “Avanti solo se c’è unità”.
È perentorio Mario Draghi verso i partiti: la risposta la dovete dare al Paese, non a me. L’approfondimento “Camere con vista” a cura di Giuseppe Sanzotta.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è presentato in aula al Senato per spiegare le ragioni che lo avevano spinto a rassegnare le dimissioni, poi respinte. Il governo si era formato, ha sottolineato, per rispondere alle gravi emergenze del Paese. Per questo era indispensabile la massima unità. Tutte le maggiori forze avevano condiviso questo sforzo. E, ha sottolineato il premier, i risultati ci sono stati. Con il passare dei mesi, quel patto di solidarietà si è indebolito. Draghi non chiama in causa soltanto i 5Stelle, ma inserisce anche la Lega. Così, denuncia, ci sono state pressioni, spinte, ultimatum. C’è chi ha chiesto scostamenti di bilancio, politiche economiche insostenibili (Lega), c’è chi ha avuto modo di distinguersi sulla linea contro Putin, indebolendo l’azione del governo. Fino ad arrivare alla mancata fiducia sul decreto aiuti. Se sorvoliamo su questo, ha avvertito, tutti potrebbero in futuro fare la stessa cosa. Poi nella sferzata, con toni duri, ha ricordato le proteste di Piombino contro il rigassificatore. Proteste che hanno visto la partecipazione di quasi tutte le forze politiche. Inammissibile, come le proteste di alcune categorie (balneari e tassisti) sostenute da forze di governo (Lega).
Dopo le accuse ai partiti, Draghi ha ammesso che lo ha sorpreso la manifestazione dei cittadini italiani che si sono schierati per la continuità del governo. Ha sottolineato le richieste di categorie, associazioni, di 2 mila sindaci perché l’azione di governo continui.
Questo però, dipende dai partiti. Se si ricrea quel patto di solidarietà allora si può andare avanti portando a compimento alcune iniziative importanti: come la riforma del fisco, della giustizia, gli aiuti a famiglie e imprese per fronteggiare il caro energia.
Ha sottolineato l’emergenza climatica e la necessità di dare risposte. Qualche segnale di disponibilità lo ha inviato. Ha detto che il reddito di cittadinanza è utile, ma va riformato. Ha citato il bonus edilizio. Poi alla fine ha lanciato la sfida ai partiti, ha messo sul tappeto i problemi, il programma minimo per i prossimi mesi. Ha sottolineato che le risposte possono avvenire se c’è una larga maggioranza coesa e un Parlamento che accompagni questo sforzo. La risposta, ha concluso: “Non la dovete dare a me, ma agli italiani”.

È una vera sfida quella di Draghi: non ha cercato il consenso, ma ha posto i problemi.
Un governo indebolito non può procedere. E ora? Adesso la risposta spetta ai partiti.
I senatori dei 5Stelle e della Lega non hanno applaudito il discorso. La risposta del Pd è già arrivata, ed è positiva.Salvini ha subito convocato i suoi, inoltre è in stretto contatto con Berlusconi. La sorte del governo adesso dipende dai 5Stelle, ma soprattutto dalla Lega. Se i 5Stelle possono spaccarsi su un voto di fiducia, diverso il discorso della Lega. Se non ci sarà il via libera, la crisi si aprirà ufficialmente con le dimissioni del governo e quasi sicuramente si andrà al voto anticipato.