Cultura

Tutti i Santi giorni, 2 agosto: Sant’Eusebio di Vercelli

Sant'Eusebio di Vercelli per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 2 agosto.

Sant’Eusebio di Vercelli per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 2 agosto.

Il 2 agosto ricorre la memoria di Sant’Eusebio di Vercelli. La tradizione vuole Sant’Eusebio nativo della Sardegna; nulla si sa della sua famiglia e dei primi anni giovanili, se non che arrivò a Roma per seguire gli studi ecclesiastici. Qui si fece apprezzare da Papa Giulio I, che verso il 345 lo nominò vescovo di Vercelli, facendone il primo patriarca del Piemonte. Stabilì per sé e per i suoi preti l’obbligo della vita in comune, collegando l’evangelizzazione con lo stile monastico. Sono questi gli anni delle prime tensioni dottrinali tra i cristiani, non più perseguitati: da una parte, ci sono quelli che seguono la dottrina del concilio di Nicea sul Figlio di Dio, “generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”; dall’altra, i seguaci dell’arianesimo, che sostengono che Gesù è sì un essere che partecipa della natura di Dio, ma in modo inferiore e derivato. Con l’appoggio della corte imperiale, gli ariani ebbero il sopravvento in molte regioni, e fecero esiliare per cinque volte il più energico sostenitore della dottrina nicena, Atanasio, vescovo di Alessandria d’Egitto. Importante fu l’appoggio di Eusebio alla causa dell’alessandrino, che tuttavia venne nuovamente condannato all’esilio durante il Concilio di Milano; stessa sorte, per il mancato appoggio alla decisione imperiale subì il vescovo di Vercelli, espulso da Costanzo. Eusebio fu mandato a Scitopoli di Palestina, poi trasferito in Cappadocia e infine nella Tebaide egiziana. Fu solo nel 361, alla morte dell’imperatore Costanzo, che furono revocate le condanne e Atanasio poté tornare ad Alessandria. Sant’Eusebio fece rientro a Vercelli nel 362, riprendendo l’evangelizzazione delle campagne e istituendo la diocesi di Tortona. La tradizione vuole che Eusebio dall’oriente abbia portato con sé il Simulacro della Madonna nera di Oropa, che raffigura il mistero della Purificazione di Maria e della Presentazione di Gesù al Tempio. Per sostituire al culto delle divinità femminili pagane – residenti secondo le credenze celtiche nei massi erratici – il culto della Madre di Dio, Eusebio avrebbe fatto deporre l’immagine sotto uno di quei sassi, i cosiddetti Roc della vita, che ancor oggi porta scolpita la data 369 con molte rozze croci. Successivamente fece sistemare la statua della Madonna nell’attuale sacello, dove amò recarsi in solitudine e in preghiera, assistendo i numerosi pellegrini, pastori e viandanti. La morte lo colse nella sua città episcopale nel 371, e qui sono custodite tuttora le sue reliquie nel Duomo. Nell’iconografia classica la figura di Sant’Eusebio viene rappresentata sempre con il bastone pastorale e con il tipico copricapo dei vescovi, la mitria.

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