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Concorso letterario Il Tratturo Magno, la creatività riaccende la storia d’Abruzzo

Premio letterario Il Tratturo Magno 2022: c'è tempo fino al prossimo 15 settembre per partecipare. La creatività per riaccendere la luce sui musei a cielo aperto dei Tratturi

Premio letterario Il Tratturo Magno 2022: c’è tempo fino al prossimo 15 settembre per partecipare. La creatività per riaccendere la luce sui musei a cielo aperto dei Tratturi, scrigni di storia, cultura e tradizioni da tutelare.

Premio Letterario Il Tratturo Magno 2022, si terrà sabato 29 ottobre a L’Aquila, in location da definire, la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Concorso Nazionale: una gara letteraria che rilancia la rete viaria dei Tratturi, percorsi testimoni di storia e cultura. Una storia che si perde nella notte dei tempi e che può essere l’inizio per scrivere di fatiche, tradizioni e di tempi che furono, con al centro quelle strade dalle quali può rinascere un nuovo sviluppo. 
Fino al 15 settembre si può partecipare: clicca qui per il bando con il regolamento e tutte le informazioni utili.
Il Concorso è organizzato dall’Associazione Il Tratturo Magno 4.0 e dal Club per l’Unesco di L’Aquila, con il Patrocinio del Comune di L’Aquila, e, come per la prima edizione dello scorso anno, vede il gemellaggio con il “Concorso Letterario Il Rovo”, di Cagnano Varano, paese del Parco Nazionale Del Gargano, giunto alla sua undicesima edizione.

Conoscete la storia dei Tratturi?
Il nome tratturo comparve per la prima volta durante gli ultimi secoli dell’impero romano, come deformazione fonetica del termine latino tractoria, vocabolo che, nei Codici di Teodosio (401-460) e di Giustiniano (482-565), designava il privilegio dell’uso gratuito del suolo di proprietà dello Stato, che venne esteso anche ai pastori della transumanza.
La Transumanza, dichiarata nel 2019 Patrimonio Immateriale dell’Umanità dall’UNESCO, ha costituito, nella realtà storica, un fenomeno molto complesso, che ha coinvolto diversi aspetti della vita e della cultura dei popoli che hanno vissuto queste esperienze. Nata come migrazione spontanea degli animali che seguivano i pascoli più verdi, divenne nel IV secolo a. C. un fenomeno gestito e controllato dal popolo dei Sanniti.
L’allevamento ovino iniziò a segnare il paesaggio, condizionando la nascita di città e centri commerciali che si svilupparono lungo il tracciato dei Tratturi. Consolidatosi in epoca romana, il sistema trovò la sua massima affermazione nel XV sec. con gli Aragonesi, che mutuarono il modello organizzativo della Mesa spagnola adeguandolo alle peculiarità dell’Italia centromeridionale.

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Così nel 1447 si cominciò a parlare in maniera compiuta della Dogana della Mena delle pecore, un’istituzione fiscale con sede a Foggia, che provvedeva ad affidare pascoli e ad esigere tributi.
Il sistema socioeconomico della Transumanza, svolta attraverso i Tratturi, si conservò fino al 1806, quando Giuseppe Bonaparte ne sancì il termine. In realtà i Borbone fecero ulteriori tentativi per riaffermare il modello, ma ormai il meccanismo di declino era avviato. Nel XIX sec. la pastorizia trasmigrante cedette il passo all’agricoltura e anche se forme private di transumanza continuarono a sopravvivere, queste divennero sempre più modeste. 
Oggi la transumanza delle greggi è estremamente ridotta e si realizza con i camion, tuttavia è fondamentale comprendere come questo fenomeno abbia caratterizzato, per secoli, il territorio abruzzese, molisano e pugliese.

L’intera rete dei Tratturi va da L’Aquila a Taranto e copre 3000 Km. Il più importante dei tratturi regi, (tre i principali e due i rami che riconducono ad essi), è il “Tratturo Magno”, lungo 244 Km, che parte dalla Basilica di Collemaggio dell’Aquila – costruita grazie ai proventi ricavati dai lanari, ricchi commercianti legati all’economia della transumanza – e arriva a Foggia. Si tratta del più “adriatico” dei tratturi. Questo tratturo convogliava le enormi greggi che partivano dal Gran Sasso, il Sirente e la Majella, per portarle fino al Tavoliere delle Puglie, dopo aver lambito l’Adriatico, unico caso in cui le pecore e i pastori arrivavano a toccare il mare.
Il tracciato del Tratturo Magno è abbastanza integro ed è caratterizzato da numerose chiese tratturali, soprattutto nell’aquilano, è costellato da borghi medievali di grande fascino, nonché da emergenze architettoniche uniche nel loro genere, quali l’Oratorio di San Pellegrino, a Bominaco (AQ), con le sue pareti interamente coperte da affreschi che, insieme a quelli della vicina chiesa di Santa Maria ad Cryptas a Fossa, rappresentano una testimonianza importante della pittura medioevale abruzzese.

Oppure la suggestiva Abbazia di San Pietro ad Oratorium, dell’VIII secolo, a Capestrano (AQ), anch’essa ornata da affreschi di pregio. Entrambi nel 1902 sono stati dichiarati dichiarato monumento nazionale.

Questo tratturo è oggi oggetto di studio sistematico, perché è espressione dell’economia pastorale e contiene in sé tanti aspetti della cultura che la sottende. I tratturi vanno quindi tutelati come beni della memoria storica delle nostre genti. Sono un museo a cielo aperto. Queste meravigliose vie erbose sono state battute da vite, vicende umane, storie e Storia che vogliamo far rivivere: non come fatto puramente nostalgico, ma perché nulla più della Storia, intrisa di radici, le nostre, può renderci uomini più consapevoli, capaci di battere le vie del presente e progettare, sulla memoria condivisa, un futuro degno. Anche quest’anno il concorso letterario Tratturo Magno – come nella prima edizione del 2021 – intende dare voce alle emozioni ispirate a queste vicende umane, sociali ed economiche, perché diventino un momento corale per approfondirne la conoscenza, attraverso i ricordi, i sentimenti o semplicemente dalla descrizione del paesaggio nel quale questa esperienza umana si è dipanata. Dopo il successo della prima edizione, confidiamo ancora nella creatività degli autori, perché questa importante vicenda umana non cada nell’oblio.

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