Le nuove stanze della poesia: Siamo figli delle stelle

“Noi siamo figli delle stelle, figli della notte che ci gira intorno”: Alan Sorrenti per la notte di San Lorenzo nell’appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.
Quale migliore occasione nel mese delle stelle cadenti per ricordare il testo della canzone di Alan Sorrenti “ Siamo figli delle stelle”. Un testo che seppure cantato si avvicina all’emozione dei versi di una poesia . Si, perchè nel mese di agosto gli astrofili indicano il momento culminante di un anno, il 2022, ricco di appuntamenti astronomici.
Un mese che viene ricordato anche nella tradizione popolare come il mese delle stelle cadenti proprio nella notte dal 12 al 13 agosto : la notte tra venerdì e sabato prossimi quando il nostro satellite sarà nella sua fase di luna piena e quindi brillerà in tutto il suo splendore. Le stelle cadenti e le meteore più comuni che vediamo nel cielo sono particelle di dimensioni da pochi millimetri a pochi centimetri, che bruciano a 100 chilometri di altitudine. Si incendiano quando entrano nella nostra atmosfera, generando un lampo visibile dalla terraferma. In questi casi, la Luna ha un ruolo molto importante. Nella tradizione popolare quelle di agosto sono chiamate anche “le lacrime di S. Lorenzo”. Il nome Perseidi invece deriva dal loro sfrecciare attraverso il firmamento partendo da una specifica area celeste ovvero quella situata nei pressi della costellazione di Perseo. Gli astrofili più esperti indicano come la zona di origine da cui proviene la pioggia di meteore proprio la parte sottostante alla inconfondibile “W” di Cassiopea. A parte l’ingombro della Luna, il momento migliore per alzare gli occhi all’insù sarà dopo la mezzanotte del 13 agosto e fino alle primissime ore del mattino, prima che albeggi.
Se parliamo di stelle cadenti dunque le prime della lista sono state le quadrantidi, che si sono viste a gennaio. Uno spettacolo luminoso che si ripeterà nei prossimi mesi. Le piogge di stelle illumineranno il cielo con la complicità della luna, come abbiamo detto, che in condizioni meteorologiche favorevoli contribuirà in modo determinante a questo spettacolo.
Mercoledì 10 agosto 2022 sarà la notte astronomica più attesa dell’anno. Guardando il cielo per ammirare la pioggia di stelle cadenti , le “lacrime di San, Lorenzo” , ognuno di noi sarà spinto ad esprimere un desiderio , Uno di quelli proprio irrealizzabili che proprio per la complicità delle stelle “ chissà , forse” si potranno avverare . A patto di farlo restare un segreto come un sogno.
Proprio pensando al sogno voglio ricordare la bella canzone “I sogni son desideri” della trasposizione cinematografica della favole di Cenerentola di Walt Disney: “ I sogni son desideri/
Di felicità/Nel sonno non hai pensieri/Ti esprimi con sincerità/Se hai fede chissà che un giorno/La sorte non ti arriderà/Tu sogna e spera fermamente/Dimentica il presente/E il sogno realtà diverrà
Come si fa però a dimenticare il presente ? Anche se a livello astronomico, la sera del 10 agosto non coincide quasi mai con l’apice delle stelle cadenti Perseidi, proprio in quella sera però la tradizione ci consentirà anche di idealizzare un momento del tempo annuale : la notte di mezza estate .
E come si fa a non ricordare un prodigio di bellezza che è appunto quel sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare che ci ammonisce così proprio in tema di desideri : ““Più dolce sarebbe la morte se il mio sguardo avesse come ultimo orizzonte il tuo volto, e se così fosse… mille volte vorrei nascere per mille volte ancor morire.” “Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.” “Ho imparato che non posso esigere l’amore di nessuno. “Sogno di una notte di mezza estate – A midsummer night’s dream – rappresenta la storia di due mondi: uno incantevole, popolato da fate ed elfi, e l’altro reale, che vede protagonisti un gruppo di artigiani, amori intricati e le nozze di un duca. La commedia è divisa in 5 atti.
La montagna è il posto perfetto per scrutare il cielo. Durante tutta l’estate,nel nostro paese , ci sono occasioni e iniziative per ammirare la calotta celeste dalla quota. In Valle d’Aosta come pure in molte altre località del nostro paese ci sono iniziative dunque per scrutare il cielo . In Valle d’Aosta dicevo c’è pure un pacchetto ad hoc,molto suggestivo, che si chiama “A caccia di stelle e castelli”. Le fortificazioni della valle sono ben conosciute ma forse non tutti sanno che tra queste montagne c’è anche un luogo magico dove ci si trova a tu per tu con stelle, galassie e pianeti: è l’Osservatorio Astronomico di Saint- Bartthelemy sopra Aosta. Qui si possono fare visite guidate durante tutta l’estate e conoscere tutti i segreti dell’astronomia. Il pacchetto in offerta per tutta la famiglia prevede due pernottamenti con colazione e attività presso l’Osservatorio, ovvero una visita guidata notturna comprendente l’osservazione del cielo a occhio nudo e con l’ausilio di puntatori laser sulla Terrazza Didattica, il tutto animato dalla presenza di ricercatori e divulgatori scientifici. In più ingresso e visita guidata a sette castelli della valle.
Ma proprio guardando il cielo ricordo che il 2023 sarà il centenario del primo planetario ottico del mondo, mentre è da poco rientrato in funzione quello di Roma inaugurato nel 1928. Un planetario è una macchina dello spazio e del tempo che rivoluzionò per sempre la riproduzione delle meccaniche celesti. Da sempre l’uomo aveva tentato, prima di quella invenzione, di rappresentare la mappa del cielo a cominciare dai dipinti rupestri nella caverne dove il disegno delle stelle era frammisto a quello delle sagome degli animali . Quei dipinti parlano di evoluzione mentre la macchina dello spazio e del tempo parla di una scienza ,l’astronomia ,che attraverso l’osservazione degli astri ci ha fornito e ci fornisce conoscenze anche sulla storia del nostro universo , sulle sue origini, sulla sua evoluzione. In sostanza ci racconta, per dirla con una formula ormai abusata, da dove veniamo e dove andiamo . Astronomia dunque che non è astrologia , ovvero lo studio degli astri e del loro corso, attraverso il quale da sempre si è cercato di poter predire il futuro e caratterizzare l’indole della personalità, fondando il tutto sulla “credenza” di un influsso astrale sulle vicende umane.
Una scienza antichissima l’astronomia che ha tentato di rappresentare le mappe del cielo con strumenti diversi .Nel 1999,in un anfratto nella “Montagna di Mezzo” (Mittelberg), nei pressi di Nebra, in Germania,furono dissotterrati alcuni reperti metallici risalenti al 1600 avanti Cristo. Tra questi venne fuori un disco di bronzo intarsiato con lamine in oro, del diametro di 32 cm .il cosiddetto “disco di Nebra”. Sul disco sono raffigurati : stelle, Sole, Luna con una una serie di altri dettagli non secondari ed anzi, probabili indizi di misurazione astronomica. Come l’escursione massima di albe e tramonti solari tra i due solstizi di dicembre e di giugno. Insieme a il raggruppamento di stelle interpretato come quello delle Pleiadi, o Sette Sorelle, rappresentazione mutuata probabilmente da altre culture .Adriano Gaspani, dell’Osservatorio Astronomico Inaf di Brera dice:.”Non sappiamo se fosse un oggetto ornamentale, un oggetto magico-rituale utilizzato durante lo svolgimento di funzioni religiose, un oggetto didattico o altro. Il dato di fatto è che si trattava di un oggetto di valore, lo testimonia l’utilizzo dell’oro per rappresentare gli astri”.
Ma parlando appunto di macchine come il disco di Nebra anche la macchina di Anticitera è stata a lungo un enigma .All’inizio del ‘900, precisamente il 17 maggio 1902,fu rinvenuto tra i molti reperti del relitto di una nave romana vicino all’isola di Cerigotto (Anticitera), tra il Peloponneso e Creta, un congegno meccanico noto oggi come macchina di Anticitera (o meccanismo di Antikythera).Varie parti del congegno sono fatte da ingranaggi minuscoli inseriti in spazi molto ridotti: c’è per esempio un settore di soli 7 millimetri che contiene ben 5 ingranaggi! Il meccanismo, tra l’altro, era costruito in base al complesso ciclo metonico, dal nome dell’astronomo greco Metone (V secolo avanti Cristo), un ciclo di 19 anni solari e 254 mesi lunari sul quale erano calcolati alcuni calendari del passato. In realtà nel 2010 dopo studi accurati si è ipotizzato che il meccanismo calcola le eclissi, oltre alle fasi lunari e il moto dei pianeti (i cinque noti a quel tempo). Probabilmente interpretando alcune incisioni sulla macchina si è riusciti a capire che indicava esattamente le date delle Olimpiadi e dei giochi panellenici associate. Il mito racconta che fu Chirone a costruire una sfera celeste donata a Giasone come mappa per condurre il suo gruppoo di argonauti alla ricerca del Vello d’oro. Ma la rappresentazione esterna della volta celeste più convincente si deve ad Anassimandro o a Talete attorno al VI secolo a.C.
Al II secolo d.C. Risale il Globo Farnese . L’Atlante Farnese è una scultura ellenistica in marmo alta 1,85 m, databile al II secolo e custodita nel Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Si tratta quasi sicuramente di una copia di un originale dal quale si sono poi ottenute diverse rappresentazioni a medesimo soggetto. La sfera celeste sostenuta da Atlante è la più antica rappresentazione del cielo degli antichi. Sul globo sono raffigurati l’equatore celeste, l’eclittica con la fascia dello zodiaco, i circoli artico e antartico, i coluri e le costellazioni (19 boreali, 14 australi) con i 12 segni dello zodiaco.
Ma è solo nel Seicento che si cominciarono a costruire grandi camere sferiche che seguivano il movimento degli astri . Nel 1923 l’azienda ottica Carl Zeiss rivoluzionò questo settore con una macchina .L’entrata in funzione del primo proiettore planetario (ZEISS Modello I) avvenne il 16 settembre 1923 e un mese dopo fu presentato ufficialmente anche se in una dimostrazione a carattere privato al Deutsches Museum. La prima presentazione pubblica ebbe invece luogo nel 1924 e passò alla storia come “Il miracolo di Jena”. In pratica un proiettore centrale focalizza sullo schermo emisferico le immagini stellari tramite un complesso sistema di lenti. L’apparecchiatura è in grado di riprodurre i principali movimenti dei corpi celesti, ovvero gli spostamenti apparenti dei pianeti e della Luna sulla sfera celeste. Sostanzialmente il principio di funzionamento del “planetario” è quello di un proiettore di diapositive. È costituito da due sfere che hanno all’interno potenti fonti di luce che passa attraverso “finestrine” e proietta sul soffitto punti luminosi che, con un’opportuna messa a fuoco, rappresentano le stelle visibili a occhio nudo.
Ad occhio nudo è possibile dunque guardare il cielo di queste notti ed è possibile individuare le nebulose più grandi anche se quel “drappo nero” sulla nostra testa nasconde ben altre meraviglie pensando solo alle immagini inviate dal telescopio spaziale James Webb ,appena entrato in servizio, che ha surclassato le già stupefacenti immagini ricevute dal telescopio Hubble che lo ha preceduto in questa missione di avvicinare l’universo al pianeta Terra.
Sicuramente anche usando telescopi enormi non riusciremmo a distinguere le minuscole galassie ma possiamo spostare la nostra attenzione , con soddisfazione per i risultati, dedicando la nostra attenzione alle nebulose più grandi e agli ammassi stellari. Possiamo dunque usare un binocolo per così dire normale 8×50 ( dove 8 sta per il numero degli ingrandimenti e 50 per il diametro in millimetri delle lenti frontali ) per osservare la Via Lattea che contiene migliaia di stelle . Reggere un binocolo però è faticoso e soprattutto si rischia che ad ogni movimento i puntini luminosi osservati si trasformino in trattini. Con un costo accessibile possiamo usare un binocolo stabilizzato elettronicamente su un treppiede. La gamma successiva di apparecchi per guardare il cielo partono per esempio da un Canon 12x36IS o un Fujinon TS 16×28 che fanno sicuramente la differenza .I costi vanno da poche decine di euro per i classici 8×50 a 1.500 euro per la fascia entry level già stabilizzata. I dobson , strumenti dalla struttura essenziale completamente manuali, ci fanno fare un passo in avanti nell’osservazione . Un dobson Bresser con specchio da 15 centimetri di diametro costa 350 euro ma permette di arrivare anche a 200 ingrandimenti . Si può arrivare con un dobson a specchi fino a 40 centimetri con una struttura anche abbastanza maneggevole e facilmente da trasportare .Per l’osservazione con questo strumento però occorre che il cielo sia buio e che quindi non ci sia inquinamento luminoso . Ci si può spingere oltre, nella dimensione dello specchio, con un costo fino a 2.000 euro. Oltre la gestione manuale ci sono apparecchi su montature computerizzate . Tanto per cominciare si può fare riferimento ad un Celestron CGEM 800. E’ uno dei tanti tipi di telescopio su montatura computerizzata che può portare diversi modelli che possono arrivare al costo di 3.500 euro.
Proprio pensando alle stelle cadenti dunque voglio ricordare qui la canzone di Alan Sorrenti: “Siamo figli delle stelle”. Un brano pop scritto ed interpretato da Alan Sorrenti e prodotto da Phil Ramone, estratto come singolo dall’album omonimo del 1977.
La canzone è uno dei pochi esempi di musica disco italiana dato che fino a quel momento i gruppi italiani di genere avevano sempre cantato in lingua inglese.
Il singolo ebbe un buon successo commerciale in Italia salendo nelle prima posizione dei dischi più venduti , rimanendo in vetta per una settimana, prima di lasciare il posto a Stayin’ Alive dei Bee Gees . In totale il disco rimase nella top ten per sedici settimane consecutive, e risultò essere l’ottavo singolo più venduto dell’anno.
La carriera di Alan Sorrenti è stata sicuramente segnata dal successo di brani senza tempo come “Figli delle stelle” e “Tu sei l’unica donna per me”. Parlando proprio del brano pubblicato nel 1977, anno di contestazioni e rivoluzioni sociali, il cantautore ha raccontato: “la musica fu la parte più calda delle ideologie che si richiamavano a concetti di libertà nella prima metà degli anni Settanta. Allora facevo rock progressivo, anche se non si chiamava così, che si avvicinava alla psichedelia. È stata una grande rivoluzione musicale, molto creativa. Poi è subentrato il business, si è persa l’ideologia di partenza, e si sono creati dei prodotti, anche buoni. In questa seconda metà ho abbracciato nuovi stili musicali, il cosiddetto Los Angeles sound”.
Siamo figli delle stelle
Come le stelle noi
Soli nella notte noi ci incontriamo
Come due stelle noi
Silenziosamente insieme
Ci sentiamo
Non c’è tempo di fermare
Questa corsa senza fine
Che ci sta portando via
E il vento spegnerà
Il fuoco che si accende
Quando sono in te, quando tu sei in me
Noi siamo figli delle stelle
Figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle
Non ci fermeremo mai per niente al mondo
Noi siamo figli delle stelle
Senza storia senza età, eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle
Ci incontriamo per poi perderci nel tempo
Come due stelle noi
Riflessi sulle onde, scivoliamo
Come due stelle noi
Avvolti dalle ombre noi ci amiamo
Io non cerco di cambiarti
So che non potrò fermarti
Tu per la tua strada vai
Addio ragazza ciao
Io non ti scorderò
Dovunque tu sarai
Dovunque io sarò
Noi siamo figli delle stelle
Figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle
Non ci fermeremo mai per niente al mondo
Noi siamo figli delle stelle
Senza storia senza età, eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle
Ci incontriamo per poi perderci nel tempo
Noi siamo figli delle stelle
Figli della notte che ci gira intorno
Noi siamo figli delle stelle
Non ci fermeremo mai per niente al mondo
Per sempre figli delle stelle
Senza storia senza età, eroi di un sogno
Noi stanotte figli delle stelle
Ci incontriamo per poi perderci nel tempo
Noi siamo figli delle stelle
Per sempre figli delle stelle
Noi siamo figli delle stelle, noi (figli delle stelle)
Noi stanotte figli delle stelle
Per sempre figli delle stelle
Noi siamo figli delle stelle, noi