Perdonanza 2022, si rinnova la magia del Corteo della Bolla: la diretta

Perdonanza 2022, il Corteo della Bolla torna a scaldare il cuore dell’Aquila, che rivive e rievoca la sua storia. La diretta
Perdonanza 2022, il Corteo della Bolla torna a scaldare il cuore dell’Aquila, che rivive e rievoca la sua storia: la partenza all’arrivo del Fuoco del Morrone. Le immagini del Corteo, con la Bolla e la fiaccola che arrivano a Collemaggio.
Una Perdonanza storica, quella 2022, e un Corte della Bolla speciale, rivisitato in attesa di Papa Francesco. Speciale anche perché L’Aquila torna a celebrare la sua festa del Perdono con il tradizionale Corteo mobile.
La rievocazione di una storia antica, legata indissolubilmente alla figura di Papa Celestino V e alla bolla con cui concesse l’indulgenza plenaria. Per la prima volta la Porta Santa non sarà aperta a conclusione del Corteo, sarà Papa Francesco ad aprirla, nella giornata di domenica 28 agosto: dopo aver celebrato l’Angelus da Collemaggio. Una Perdonanza, quindi, all’insegna dell’eccezionalità, con un Corteo della Bolla che non poteva non essere importante, anche in quanto a presenze: 600 circa i figuranti, di cui 80 bambini. I partecipanti rappresentativi di 17 gruppi storici, di cui 13 locali e 4 ospiti. Eleonora Falci, caporedattrice del Capoluogo e aquilana doc, voce narrante delle fasi del Corteo.


La diretta del Corteo:
Alle 18,20 l’arrivo del Fuoco del Morrone ai Quattro Cantoni, per il via ufficiale del Corteo.

I messaggi istituzionali.
“Cittadine e cittadini – ha dichiarato il sindaco Pierluigi Biondi dal Teatro del Perdono –in questi anni ho condiviso con voi sentimenti dolenti, apprensioni, speranze, impegni, gioie, dispiaceri, emozioni e la rinascita della nostra città. L’Aquila ha ricevuto capi di Stato, premier, ministri. Anche Benedetto XVI ci ha concesso il suo sostegno nei giorni immediatamente successivi al sisma, regalandoci il gesto del suo pallio sulle spoglie di Celestino. Oggi, siamo qui per dare inizio alla 728° Perdonanza celestiniana con il cuore trepidante nell’attesa che questo stesso luogo accolga Papa Francesco. Da sindaco non potevo sperare in un onore più alto, da condividere con i miei concittadini e con i fedeli tutti. Anche per questo sono grato a questa fascia tricolore che ci ricorda la nostra identità, il rispetto per la Patria, il valore della responsabilità, la solennità del momento. Come sono grato a Monsignor Petrocchi che tanto si è speso per rendere possibile un evento eccezionale e di portata storica indubitabile, come la presenza del pontefice il 28 agosto all’Aquila. A nome degli aquilani, pertanto, ringrazio il cardinale che ci guida e ci sostiene, che ci conforta e esorta con sensibilità cristiana nel nostro percorso esistenziale e di fede. Perdonate l’uso di un avverbio poco istituzionale, ma che rafforza il sentimento di gratitudine degli aquilani: FINALMENTE, dopo 728 anni dalla istituzione della Bolla del Perdono da parte di Celestino V, per la prima volta un Papa viene all’Aquila per aprire la Porta Santa. Dopo oltre sette secoli un pontefice conferisce DI PERSONA alla Perdonanza quel riconoscimento che gli aquilani hanno aspettato per generazioni, che la storia ci ha consegnato come il primo giubileo della cristianità e che Paolo VI, all’atto della revisione generale di tutte le indulgenze plenarie, ha annoverato al primo posto dell’elenco ufficiale. A farlo non poteva che essere un pontefice che, proprio pensando ai poveri, ha scelto di chiamarsi Francesco, in onore di Francesco d’Assisi, l’uomo della pace, del creato, l’uomo che si è spogliato di tutti i suoi beni per “sposare” la povertà. E chi se non Celestino ha dedicato la vita agli ultimi; chi se non Celestino ha voluto donare ai cristiani, senza discriminazioni di censo e ricchezza, l’indulgenza plenaria, sancita con la Bolla che consegnò alla municipalità, affinché la custodisse per nome e per conto del popolo tutto. Un’attesa di un tempo infinito, quella degli aquilani, che si è conclusa, però, con un pastore della chiesa universale come Papa Francesco, che potremmo accostare alla figura di Celestino V, ai suoi valori, ai suoi sentimenti, alla sua umanità che non conosceva esitazioni e distinguo, perché assoluta. Celestino, Francesco d’Assisi, Papa Francesco, con il loro esempio ci raccontano della forza profetica dei poveri, perché la Chiesa ci ricorda che la storia della povertà è una storia “sacra”. Papa Francesco ha scolpito nella sua prima esortazione apostolica, Evangelii Gaudium, la gioia del Vangelo, argomenti di riflessione etico-religiosi che partono proprio dalla sua idea di una Chiesa povera per i poveri. In una approfondita biografia di Papa Francesco Massimo Borghesi ci aiuta a comprendere la complessità del pensiero del pontefice attraverso i suoi rapporti con le più importanti correnti culturali e religiose dell’Europa e dell’America latina. In quella stessa biografia vengono invalidate le superficiali interpretazioni della figura di Bergoglio, consegnandoci una lettura rivelatrice della profondità della sua “grammatica della semplicità”, che è tale perché possa raggiungere tutti. Questo volume disvela l’architettura teologica e filosofica alla base dell’azione pastorale di Papa Francesco e la conclusione dell’autore è che la missione di Papa Francesco riposiziona la Chiesa, a livello mondiale, come luogo di riconciliazione in un momento storico in cui tornano attuali i grandi contrasti. Ci auguriamo che – con l’aiuto di Celestino V – Papa Francesco riesca a realizzare il viaggio in Ucraina, come ha più volte annunciato lo stesso Santo Padre, e che sia di monito e ispirazione per l’umanità tutta, nella difesa e affermazione della Pace in questo mondo afflitto da tensioni e sfide indirette tra potenze, in un’Europa ridotta a teatro di guerra, con un popolo in fuga dalla distruzione delle armi, in nome e per conto di una geopolitica in fase di ridefinizione. Questa edizione della Perdonanza celestiniana, più di altre, interpreta in ogni momento, in ogni appuntamento o evento, l’urgenza della Pace. E così, ogni nostro pensiero, ogni nostra preghiera, in questi giorni, saranno dedicati all’apertura di un dialogo fruttuoso e foriero di speranza per la soluzione del conflitto bellico in corso in Ucraina. Il fuoco – portato dai tedofori del Movimento celestiniano e scortato lungo il Cammino del Perdono e che ora arde nel tripode – simboleggia proprio quei valori di pace, accoglienza e solidarietà cari a Celestino e a Papa Francesco e ai quali noi umilmente ci richiamiamo. Auguro alla comunità dell’Aquila e a tutti, buona Perdonanza”
Il messaggio dell’Arcivescovo Petrocchi: “La visita del Papa è un evento epocale, destinato a restare negli annali della mostra città. Dilaterà la celebrazione della Perdonanza a livello planetario. Sottolineo con gioia di aver registrato l’impegno globale della Chiesa e delle istituzioni, in prima linea Prefettura, Municipio e Amministrazione regionale e provinciale, per questa visita eccezionale. Ci siamo preparati intensamente, e sul piano spirituale e organizzativo: siamo pronti”.
“In questi ultimi anni – ha concluso – tanti purtroppo hanno osservato le piaghe drammatiche causate dal sisma, oggi vorrei che abitanti vicini e lntani possano guardare con ammirazione il volto splendido dell’Aquila risorta”.
Qualche immagine del Corteo storico: folta la partecipazione dei sindaci, nonostante il cambiamento nel programma ormai classico della Perdonanza, con il Corteo anticipato di qualche giorno; modifiche dovute inevitabilmente alla presenza eccezionale di Papa Francesco.

















Foto di Daniele Di Benedetto
Floro Panti, ascoltato ai microfoni del Capoluogo, ha sottolineato: “Per la prima volta il Fuoco del Morrone si intreccia al percorso del Corteo della Bolla, un evento storico nell’ambito delle celebrazioni della Festa del Perdono, nell’anno della storica visita di Papa Francesco, primo pontefice ad aprire la Porta Santa. Ricordo che il messaggio del Fuoco è internazionale e parte dall’alto e l’internazionalità del messaggio, che avrà risonanza maggiore anche grazie alla presenza del santo Padre, è rappresentato quest’anno più che mai dai figuranti principali del corteo: la Dama della Bolla, la Dama della Croce e il Giovin Signore, rispettivamente di nazionalità afghana, venezuelana e cinese”.
Questi i momenti e le emozioni precedenti alla partenza del Corteo storico, nella diretta del Capoluogo.
“Questo Corteo ci rende uniti ed è la testimonianza dell’importanza storica che ha L’Aquila, lasciata dalla figura di Celestino. Quest’anno il corteo torna ad essere dinamico, ma anche in questi anni segnati dalle restrizioni Covid, siamo riusciti a creare una grande manifestazione, basata sempre sul significato profondo di una rievocazione nel segno della storia e della tradizione religiosa della nostra città. Un grande evento, che L’Aquila torna a vivere ancora una volta”, le parole di Cesare Ianni, tra gli storici protagonisti del Corteo per il Quarto di Santa Maria.