L’Urna di Celestino V tra arte e storia, Luigi Cardilli: “Orgoglioso che venga ammirata anche da Papa Francesco”

L’AQUILA – L’arte orafa di Luigi Cardilli al cospetto di Papa Francesco. Storia e aneddoti sulla realizzazione dell’Urna di Celestino V.
L’AQUILA – L’arte orafa di Luigi Cardilli al cospetto di Papa Francesco. Storia e aneddoti sulla realizzazione dell’Urna di Celestino V.
Conto alla rovescia per la visita di Papa Francesco a L’Aquila, in occasione dell’apertura della Porta Santa per la Perdonanza 2022. Dopo le celebrazioni, il Santo Padre si recherà a pregare presso il Mausoleo di Celestino V, presso la Basilica di Collemaggio, dove le spoglie del Papa che ha donato a L’Aquila la Perdonanza riposano in un’Urna speciale, realizzata nel 1972 da Luigi Cardilli, che nell’intervista a IlCapoluogo.it ricorda quel pezzo importante della storia dell’Aquila, che si è legata a quella della sua famiglia: “Sono erede di un’antica gioielleria fondata da mio nonno nel 1888 – ricorda Cardilli – e ho iniziato a lavorare intorno ai 16 anni; pur studiando, davo una mano a mio padre. Una volta diplomato, mi sono iscritto all’Università, ma la necessità di aiutare mio padre è stata più forte e l’ho fatto ben volentieri. Mio padre è stato un grande incisore, che è riuscito a farsi conoscere nel mondo attraverso l’arte, senza muoversi da L’Aquila. Io invece ero più giovane e ho voluto anche viaggiare per perfezionare l’arte”. L’oreficeria poi passa nelle mani di Luigi Cardilli, nel momento della morte del padre, e a fine 1971 arriva il momento di realizzare l’Urna. “Mio padre era fornitore pontificio, ha realizzato tante opere per la Chiesa, lavorando soprattutto con l’allora Arcivescovo Confalonieri, che gli ordinò le corone d’oro per la statua della Madonna di Roio che il 28 agosto sarà vicino a Papa Francesco. Quindi mi fu chiesto di partecipare alla gara bandita dal vicariato di Roma, per la realizzazione dell’Urna di Celestino V. Presentai il progetto che insieme agli altri fu presentato a Confalonieri, nel frattempo divenuto cardinale, che fu molto felice di sapere che c’era un progetto del figlio del Cardilli con cui aveva già lavorato. Gli spiegai il progetto e mi consiglio che, come aveva fatto mio padre per l’Urna di San Bernardino, così dovevo fare io con l’Urna di Celestino, lasciando la parte superiore a vista, affinché anche chi assisteva alla processione dalle finestre potesse vedere le spoglie di Celestino V”.
“Impiegai cinque mesi per realizzare l’urna, – ha proseguito Cardilli – inizialmente difficoltà di tipo “psicologico”, con il timore che non potesse venire come volevo. Quando cominciai a fare le fusioni e mi resi conto che veniva prepotentemente bene, il lavoro diventò spedito. Sono orgoglioso di quell’opera che il 15 agosto ha compiuto 50 anni e mi emoziona sapere che Papa Francesco celebrerà davanti alla Madonna di Roio, con le corone realizzate da mio padre, e poi si recherà al Mausoleo, con l’urna realizzata da me, a far visita ‘all’amico Celestino’, come ha giustamente detto il cardinale Petrocchi”.
L’intervista integrale.