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Sextorsion, tante segnalazioni anche da giovani aquilani

L'AQUILA - Tante segnalazioni da parte di giovani aquilani che subiscono sextorsion, ricatti di natura sessuale. Come funzionano e i consigli della polizia per evitare di cadere in queste truffe.

L’AQUILA – Tante segnalazioni da parte di giovani aquilani che subiscono sextorsion, ricatti di natura sessuale. Come funzionano e i consigli della polizia per evitare di cadere in queste truffe.

Sono solo di ieri le raccomandazioni della polizia postale che mette in guardia i giovani su una truffa ormai consolidata denominata sextorsion, che altro non sono che ricatti a sfondo sessuale per ottenere soldi. Da poche ore dalla raccomandazioni della polizia sono giunte in redazione moltissime segnalazioni, perlopiù da parte di giovanissimi aquilani, che confermano le preoccupazioni delle forze dell’ordine. In tanti, infatti, sono venuti in contatto con queste vere e proprie estorsioni di natura sessuale, da cui ci si può difendere solo riconoscendo a monte la truffa.

Sextorsion, come funziona.

Come raccontano alla redazione, qualunque social può essere veicolo di questa odiosa pratica nata per estorcere soldi. La vittima viene contattata da un profilo con foto di belle ragazze che contattato i profili di giovani e meno giovani (naturalmente può accedere anche il contrario, con bei fusti che contattato ragazze e signore) e, una volta accettato il contatto, scatta la trappola. I truffatori più sbrigativi e meno attenti ai particolari contattano subito la vittima in privato, chiedendo un incontro in chat, preferibilmente video. I più “raffinati”, invece, tentano di instaurare prima un “rapporto” di tipo amicale, affinché la vittima inizi a fidarsi, prima di concedersi in chat. A questo punto, l’incontro in chat prende connotati di tipo sessuale, con esplicite richieste di mostrare parti intime alla presunta “compagna di gioco” che d’altra parte contestualmente già si concede alla vista dello sventurato di turno, in modo da abbassarne i freni inibitori. Se la trappola va a buon fine, a quel punto inizia la richiesta di soldi, col ricatto di pubblicare il video e mandarlo ad amici e familiari. Spesso il malcapitato di turno, travolto dalla vergogna, decide di pagare, ma non serve assolutamente a nulla: le richieste di soldi continueranno. Non c’è altro da fare che denunciare l’accaduto.
Non solo, non cedere alle lusinghe della presunta bellona o del fusto di turno (i truffatori utilizzano immagini prese sul web o estorte allo stesso modo), potrebbe non bastare. Infatti, una volta accettato il contatto, che così ha accesso a foto e informazioni della vittima, il truffatore – se la vittima non collabora – può autonomamente provvedere a realizzare fotomontaggi a sfondo sessuale con le immagini carpite dal profilo. E così il ricatto può iniziare lo stesso.
Insomma, per evitare di cadere in queste trappole, bisogna troncare qualsiasi tentativo di contatto. D’altra parte i profili truffaldini sono ben riconoscibili: avvenenti ragazze con procaci scollature, palestrati militari, tutta una serie di personaggi che naturalmente non si metterebbero sui social a contattare il primo trovato. Se una modella vi scrive “Ho visto la tua foto e mi hai colpito” purtroppo non esiste nessuna modella, ma esistono truffatori senza scrupoli che, sotto mentite spoglie, vi renderanno la vita un inferno. Truffe spesso collegate ad organizzazioni criminali come le mafie nigeriane.

Sextorsion, cresce il numero delle vittime: i consigli della Polizia postale

I consigli della Polizia Postale.

– Mai cedere al ricatto pagando le somme richieste. Non smetteranno di chiedere denaro se si paga, ma anzi capiranno che hai disponibilità economica e si faranno più insistenti;
– Non bisogna vergognarsi per aver condiviso immagini intime con sconosciuti. A quella età si è curiosi e inesperti e spesso le persone che fanno queste cose sono criminali organizzati che conoscono le fragilità dei ragazzi;
– Non cancellare i messaggi scambiati con gli estorsori, non chiudere i profili social su cui si viene contattati, ma fare gli screen shot delle conversazioni e delle minacce e del profilo dell’estorsore;
– Fare una segnalazione sul nostro portale www.commissariatodips.it per chiedere aiuto, da soli è più difficile risolvere questo tipo di problemi;
– Parlarne con i genitori o con un adulto di fiducia, che sapranno come essere di aiuto per gestire la situazione;
– Chi ha più di 14 anni può sporgere una denuncia, anche in modo autonomo, in qualsiasi ufficio di Polizia

Consigli per i genitori:
La sextortion è un fenomeno che sta interessando un numero esponenziale di ragazzi/e in rete. Si tratta di adulti e/o organizzazioni criminali che avvicinano online gli adolescenti, li spingono in conversazioni virtuali di tipo sessuale, acquisiscono immagini e video intimi e poi richiedono somme di denaro per evitare la pubblicazione online del materiale privato. Se ai propri figli capita qualcosa di simile:
– Non bisogna giudicare irresponsabile il loro comportamento, ma valutare che la vergogna e il senso di panico che possono provare li mettono a rischio di compiere atti impulsivi;
– Ascoltare quanto i figli raccontano, acquisire con calma tutte le informazioni e rassicurarli che non sono i soli ad essere incappati in questo tipo di situazioni;
– Procurarsi gli screen shot delle conversazioni con gli estorsori e recarsi quanto prima in un ufficio di Polizia per sporgere una denuncia: la tempestività in questi casi è fondamentale per risolvere al meglio le indagini.
– Non cancellare immagini, video e non chiudere i profili social prima di aver fornito queste informazioni alla Polizia;
– Fare una segnalazione su www.commissariatodips.it e chiedere informazioni e supporto, se occorre.

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