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Papa Francesco a piazza Duomo: “Jemo ‘nnanzi!”

L'AQUILA - Prima parte della storica giornata con Papa Francesco a piazza Duomo. La visita alla cattedrale e il saluto ai familiari delle vittime del sisma: "La memoria è la forza di un popolo".

L’AQUILA – Prima parte della storica giornata con Papa Francesco a piazza Duomo. La visita alla cattedrale e il saluto ai familiari delle vittime del sisma: “La memoria è la forza di un popolo”.

“Sono contento di trovarmi tra voi, e ringrazio il Cardinale Arcivescovo per il saluto che mi ha rivolto a nome di tutti”. Così Papa Francesco alla folla festante che lo ha atteso dalla prime ore della mattinata a piazza Duomo. “Insieme con voi qui presenti abbraccio con affetto tutta la città e la diocesi dell’Aquila. In questo momento di incontro con voi, in particolare con i parenti delle vittime del terremoto, voglio esprimere la mia vicinanza alle loro famiglie e all’intera vostra comunità, che con grande dignità ha affrontato le conseguenze di quel tragico evento”.

“Anzitutto – ha sottolineato il Papa – vi ringrazio per la vostra testimonianza di fede: pur nel dolore e nello smarrimento, che appartengono alla nostra fede di pellegrini, avete fissato lo sguardo in Cristo, crocifisso e risorto, che con il suo amore ha riscattato dal non-senso il dolore e la morte. E Gesù vi ha rimessi tra le braccia del Padre, che non lascia cadere invano nemmeno una lacrima, nemmeno una, ma tutte le raccoglie nel suo cuore misericordioso. In quel cuore sono scritti i nomi dei vostri cari. che sono passati dal tempo all’eternità. La comunione con loro è più Viva che mai. La morte non può spezzare l’amore, ce lo ricordo la liturgia dei defunti: “Ai tuoi fedeli, Signore, la vita non è tolta ma trasformata” (Prefazio I). Mi congratulo con voi per la cura con cui avete realizzato la Cappella della Memoria. La memoria è la forza di un popolo, e quando questa memoria è illuminata dalla fede, quel popolo non rimane prigioniero del passato, ma cammina nel presente rivolto al futuro, sempre rimanendo attaccato alle radici e facendo tesoro delle esperienze passate, buone e cattive. Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione. C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti. E fondamentale attivare e rafforzare la collaborazione organica, in sinergia. delle istituzioni e degli organismi associativi: una concordia laboriosa, un impegno lungimirante. Nell’opera di ricostruzione, le chiese meritano un’attenzione particolare. Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza. E a proposito di speranza, voglio salutare e ringraziare la delegazione del mondo carcerario abruzzese, qui presente. Anche in voi saluto un segno di speranza, perché anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale. Grazie! A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemo ‘nnanzi!“.

Al termine del saluto, Papa Francesco ha visitato il Duomo ancora segnato dalle ferite del sisma, indossando il casco dei Vigili del fuoco. Insieme a Sua Santità, la Soprintendente Cristina Collettini e dal commissario straordinario per la Ricostruzione Giovanni Legnini.

Papa Francesco a L’Aquila, la giornata storica minuto per minuto

Questo il messaggio del Cardinale Giuseppe Petrocchi al Santo Padre: “Carissimo Papa Francesco, L’Aquila La accoglie con gioia immensa. La comunità ecclesiale e sociale La ringrazia per il dono straordinario che oggi ci fa. Nel Successore di Pietro è il Signore che viene a farci Visita. La scelta di farsi “vicino”, raggiungendoci nei luoghi che abitiamo, ci onora e ci commuove: conferma, inoltre, la certezza di avere un posto speciale nel Suo cuore di Padre. L’assemblea che incontra è composta da una molteplicità di soggetti “rappresentativi”: davanti a Lei sono i Parenti delle Vittime del devastante terremoto che ha colpito il nostro territorio il 6 aprile 2009, provocando immani distruzioni e numerosi morti. Si è unita una Delegazione del mondo carcerario abruzzese, composta da Figure istituzionali e Detenuti. Ci sono anche Membri di varie Associazioni caritative come pure Appartenenti alle Aggregazioni laicali. Può vedere i Giovani Scouts dell’Agesci e, accanto a loro, Esponenti della Congregazione della “Salus Populi Aquilani”. Si sono aggiunti anche Referenti di molte parrocchie della Diocesi. A nome di tutta la Chiesa aquilana intendevo rivolgerLe un “grazie” alto come le nostre montagne, ma mi è sembrato poco, perché vorrei che superasse le vette abruzzesi e arrivasse fino al cielo. Con questo “grazie” filiale desideriamo avvolgere e custodire ciò che Lei ci dirà, come pure i gesti che porrà in questa giornata benedetta. Vorremmo poi accompagnare, con stile mariano, il ministero petrino che Lei, con passione evangelica, svolge a favore della Chiesa universale e dell’intera umanità. Arde nel nostro cuore la speranza che, attraverso il Suo magistero e gli interventi pastorali che Lei promuove, la grazia della Perdonanza diventi fermento di riconciliazione e di unità in tutto il mondo. Le assicuriamo la volontà di pensare e di agire in piena sintonia con Lei, per contribuire allo sviluppo della Chiesa-comunione e alla edificazione di una società più degna dell’uomo”.

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