Crisi energetica

Caro energia, perché il prezzo del latte può superare i 2 euro al litro

Prezzo del latte verso soglia record: i rincari interessano tutte le fasi della produzione. A rischio stalle e posti di lavoro.

Di fronte all’incremento dei costi energetici, il prezzo del latte potrebbe superare i 2 euro al litro. Un fatto “impensabile” per un alimento primario e fondamentale nella dieta italiana.

A lanciare l’allarme Granarolo e Lactalis che, in un comunicato congiunto, pongono all’attenzione del Governo “la forte preoccupazione per un’inflazione galoppante che da 12 mesi colpisce l’agroalimentare italiano e in particolare il settore latte e caseario. Occorre un intervento pubblico che scongiuri conseguenze ancora più disastrose per le migliaia di imprese che compongono la filiera”.

“L’aumento del costo energetico sulla nostra organizzazione ha generato un impatto devastante, che sarebbe stato anche maggiore se non fossimo intervenuti con delle coperture ad hoc. Parliamo di un+220% di spesa registrato nel 2022 rispetto al 2021 e una stima di un+90% nel 2023 rispetto al 2022”, conferma Giovanni Pomella, amministratore delegato di Lactalis in Italia.“Le imprese sono allo stremo, hanno già fatto ben oltre le loro possibilità ed è arrivato il tempo della responsabilità pubblica. In questo drammatico frangente, come imprenditori abbiamo messo da parte le rivalità di mercato e abbiamo unito il nostro appello al mondo politico per ribadire la necessità di intervenire a tutela dell’intera filiera e del consumatore”, spiega il manager.

Caro energia: Inflazione record. Rincari in tutta la filiera

L’inflazione ha toccato in maniera importante, con numeri a doppia cifra, quasi tutte le voci di costo che compongono la filiera del latte: alimentazione animale (aggravata dalla siccità che riduce sia i raccolti degli agricoltori sia la produzione di latte) che ha reso necessario un aumento quasi del 50% del prezzo del latte riconosciuto agli allevatori, packaging (carta e plastica sono in aumento costante da mesi), ulteriori componenti di produzione impiegati nella produzione di latticini. Oggi, però, la preoccupazione maggiore è rappresentata dall’ incremento dei costi energetici che nelle ultime settimane sono aumentati a tal punto da rendere difficile trasferirli sul mercato, in un momento economicamente complesso per le famiglie italiane. Rincari che si riflettono sul costo finale del latte, che ha già raggiunto 1,75-1,80 euro al litro.”È impensabile che un alimento primario e fondamentale possa subire una penalizzazione così forte da comprimerne la disponibilità di consumo”, sostengono Granarolo e Lactalis, preoccupate sopratutto per l’impennata dei prezzi della bolleta energetica.”Per quanto concerne le sole energie, se non avviene un’inversione di rotta, si tratta di una inflazione del 200% nel 2022 rispetto al 2021 e un rischio di oltre il 100% nel 2023 rispetto al 2022.È insostenibile anche da parte di una grande azienda”, ammonisce il numero uno di Granarolo, Gianpiero Calzolari.“Ad oggi l’inflazione ha portato a un aumento di listino del 23-24% ma i costi energetici continuano a crescere in misura esponenziale. Chiediamo un provvedimento transitorio per contenere un aumento dell’inflazione scatenato prevalentemente da questioni geopolitiche e da evidenti fenomeni speculativi”, concludono Calzolari e Pomella.

Il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini, condivide l’allarme lanciato da Granarolo e Lactalis:“Quasi un allevamento su dieci è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività per l’esplosione dei costi dell’energia”. Il sistema, insomma, in queste condizioni, rischia di collassare: “Fino a oggi grazie alla cooperazione fra allevatori, industrie e grande distribuzione – spiega Prandini – si è riusciti a contenere gli aumenti nei confronti di consumatori e cittadini, ma adesso non siamo più in grado di reggere se non con un aumento dei prezzi”. Secondo l’organizzazione degli imprenditori agricoli, “in pericolo c’ è un sistema composto da 24mila stalle da latte italiane che garantisce una produzione di 12,7 milioni di tonnellate all’anno che alimenta una catena produttiva lattiero-casearia nazionale. Un settore che esprime un valore di oltre 16 miliardi di euro e occupa oltre 200.000 persone”.

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