Alessandra, la prima bimba nata in Italia da un utero trapiantato

Si chiama Alessandra La bimba nata a Catania dal primo utero trapiantato in Italia. Solo sei casi in tutto il mondo.
Si chiama Alessandra, la bimba nata alla 34esima settimana di gestazione, all’ospedale Cannizzaro di Catania, la prima a venire al mondo in Italia da un utero trapiantato.
Alessandro è nata il 30 agosto. Piccolina, pesa 1,7 chilogrammi, si trova in incubatrice, ma respira in maniera assistita e non ha problemi con la coagulazione del sangue né al fegato. La mamma della piccola ha ricevuto il primo trapianto di utero realizzato in Italia da donatrice deceduta. Le sono stati impiantati dei propri ovuli che erano stati prelevati e congelati prima del trapianto e poi fecondati con spermatozoi del marito. Il nome scelto per la piccola è quello della donatrice, una mamma 37enne toscana, deceduta a 37 anni a causa di un arresto cardiaco improvviso.
La mamma della piccola ha scelto di fare questo intervento molto delicato dopo un tentativo di fecondazione assistita. Affetta da una sindrome, quella di Rokitansky, una patologia congenita che non consente lo sviluppo delle ovaie. Un parto da utero trapiantato è il primo del genere in Italia e il sesto nel mondo. I cinque precedenti sono tre negli Stati Uniti, uno ciascuno in Brasile e Repubblica Ceca. Il parto è stato anticipato perché la paziente, che è positiva al Covid 19 e continua ad esserlo a causa della terapia immunosoppressiva a cui è sottoposta per evitare rigetti, ha manifestato “febbre alta e conseguenti contrazioni. Questo – spiega Paolo Scollo, direttore del reparto di Ostetricia e ginecologia del Cannizzaro, Unità operativa complessa clinicizzata dell’università Kore di Enna – ci ha indotto ad accelerare i tempi e a procedere con un taglio cesareo. Madre e figlia sono in condizioni stabili”. “Si è trattato di un trapianto estremamente complesso – racconta Pierfrancesco Veroux, professore ordinario di chirurgia vascolare e trapianti dell’Università degli studi di Catania – che ha presentato sin dall’inizio le difficoltà tecniche che ne limitano l’uso estensivo nel mondo. In questo caso l’utero, sin dal declampaggio dei vasi, ha mostrato una grande vitalità che ha poi permesso grazie a una perfusione ottimale di ‘vivere’ nella paziente e di portare a termine una gravidanza quanto mai attesa. L’utero trapiantato, al momento della nascita della piccola Alessandra, ha confermato la piena funzionalità, facendo ben sperare per il futuro“.