False accuse di sequestro e rapina, pakistano a processo per calunnia

12 settembre 2022 | 20:31
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False accuse di sequestro e rapina, pakistano a processo per calunnia

Accusati falsamente di sequestro di persona e rapina aggravata, tre giovani aquilani scagionati. Sotto processo per calunnia e violazione di domicilio il pakistano che li aveva accusati.

Accusati falsamente di sequestro di persona e rapina aggravata, tre giovani aquilani scagionati. Sotto processo per calunnia e violazione di domicilio il pakistano che li aveva accusati.

“I fatti – spiega l’avvocato difensore Fabio Cassisa – risalgono al settembre del 2021, ma vicenda era sbalzata alla cronaca giudiziaria locale aquilana nel novembre dello stesso anno, era stata data notizia dell’arresto operato da parte dei carabinieri del Comando provinciale di L’Aquila, coordinati dal comandante di compagnia Michele Massaro, nei confronti di tre giovani aquilani incensurati, Francesca Sbaffo, F.L. e G.C. . Secondo quanto riportato allora i tre arrestati avrebbero sequestrato e rapinato un operaio pakistano, A. A., all’epoca dei fatti venticinquenne, il quale sarebbe stato dapprima adescato dalla Sbaffo per fare sesso, poi sequestrato, picchiato e derubato dai tre. Ebbene, con avviso di conclusione delle indagini preliminari del 9.9.22 il PM della Procura della Repubblica di L’Aquila, Dr.ssa Simonetta Ciccarelli, accertata la falsità della versione resa ai carabinieri dall’operaio pakistano ed acclarata di contro, mediante granitici riscontri difensivi, la veridicità della versione offerta dagli indagati dopo l’arresto, ha contestato all’uomo i reati di calunnia continuata ai danni dei tre e violazione di domicilio ai danni della sola Sbaffo, adducendo nello specifico quanto segue: Quanto al reato di calunnia continuata ai danni dei tre, il cittadino pakistano viene ora indagato perché “… con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, ripetutamente incolpava, sapendoli innocenti, Sbaffo Francesca, F.L. e G.M.C. dei reati di sequestro di persona, rapina, danneggiamento e lesioni, nonché di uso indebito della propria carta di credito, provocando l’apertura a carico dei medesimi del procedimento penale n. …./2021 RGNR. In particolare, dapprima con denuncia querela presentata ai Carabinieri della Stazione di L’Aquila (8.9.21) accusava Sbaffo Francesca, L.F. e C.G.M. che il 6.9.21 dalle ore 21.30 in poi lo avevano sequestrato presso l’abitazione della Sbaffo, ove picchiandolo con violenza e minacciandolo anche con l’uso di un grosso macete, lo avevano costretto a consegnare loro il denaro che aveva, gli avevano sottratto con forza il portafoglio e ivi prelevato la sua carta bancomat, che poi utilizzavano per effettuare vari prelevamenti per l’importo complessivo di 800,00 euro circa, impedendogli, altresì, di uscire dall’abitazione fino alla mezzanotte circa della sera tra il 7 e l’8.9.21 (per oltre 24 ore), nelle quali era stato rinchiuso in una camera dell’abitazione costantemente minacciato dai tre soggetti e sempre sorvegliato a vista sia dai medesimi, che mediante in grosso e feroce cane messo a guardia fuori dalla finestra. Successivamente, confermava i prelevamenti indebiti dinanzi ai Carabinieri della Stazione di Sassa (SIT del 9.9.21) e poi, chiamato a testimoniare dinanzi al Giudice il 4.1.22, ribadiva la medesima versione dei fatti, riconoscendo i tre soggetti nella ricognizione di persona e confermando le accuse a loro carico già verbalizzate in querela. I fatti non corrispondevano a verità, atteso che i prelevamenti … erano stati fatti di comune accordo tra la Sbaffo e l’uomo pakistano e che L.F. e C.G.M. erano intervenuti solo nella tarda serata del 7.9.21, chiamati dalla Sbaffo per cacciare fuori l’Alì che non voleva lasciare l’abitazione.”. Quanto, invece, al reato di violazione di domicilio ai danni della sola Sbaffo il cittadino pakistano viene ora indagato perché “… entratovi su invito della proprietaria Sbaffo Francesca, si tratteneva poi per un’intera giornata contro la volontà della medesima nella sua abitazione sita in …, rifiutandosi di uscire nonostante i ripetuti inviti a farlo da parte della Sbaffo ed anzi reagendo con violenza sulle cose e sulle persone, atteso che, all’ennesimo invito ad allontanarsi rivoltogli dalla Sbaffo medesima e da L.F., nel frattempo intervenuto in serata nella casa, gli lanciava contro due ciotole in vetro e ceramica, che si frantumavano, colpendoli.”.”

“Queste nel dettaglio – prosegue l’avvocato Cassisa – le gravi e pesanti contestazioni che, ad indagini concluse, il PM della Procura della Repubblica di L’Aquila, Dr.ssa Simonetta Ciccarelli, rivolge ora al cittadino pakistano, reo in buona sostanza di aver fatto trarre in arresto dei cittadini innocenti ed incensurati, avendo inventato di sana pianta una versione accusatoria, presa per vera – evidentemente, non senza qualche responsabilità – da parte dei carabinieri di L’Aquila. A tal riguardo, dopo la denuncia dell’Ali sarebbe bastato alle forze dell’ordine convocare gli indiziati, chiedere la loro versione dei fatti ed effettuare i dovuti riscontri investigativi per verificare che la versione del cittadino pakistano faceva acqua da tutte le parti e che, di contro, quella che avrebbero potuto offrire a loro discolpa i tre accusati corrispondeva al vero: ciò nei fatti avrebbe evitato l’arresto di tre cittadini innocenti, peraltro incensurati. Quale Avvocato difensore di fiducia della Sbaffo Francesca, avendo rilevato l’incarico difensivo dal precedente difensore, rappresento come a causa e seguito di quanto accaduto nel novembre 2021 e, soprattutto, di quanto superficialmente portato dalla stampa alle cronache giudiziarie, spacciato per verità già acclarata, la mia assistita abbia perso lavoro, amicizie ed affetti ed abbia subito conseguenze devastanti dal punto di vista personale, vedendo la propria esistenza sostanzialmente distrutta non tanto e non solo per via dell’ingiusto arresto operato ai suoi danni, ma, lo si ripete, a causa delle conseguenze della eco mediatica scaturita dalle notizie di cronaca che davano conto unicamente della versione del cittadino pakistano, presa per oro colato da parte dei carabinieri di L’Aquila, e non anche di quella a discarico che avrebbe potuto offrire la predetta Sbaffo a sua discolpa.”