Ungheria, decisione choc su aborto: obbligatorio sentire battito

14 settembre 2022 | 15:08
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Ungheria, decisione choc su aborto: obbligatorio sentire battito

Le mamme ascolteranno il battito cardiaco fetale prima dell’aborto. La decisione del governo ungherese che fa discutere.

L’Ungheria di Viktor Orbán vara una nuova stretta sull’interruzione di gravidanza. E in un decreto del ministero dell’Interno pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale prevede che le donne dovranno ascoltare il battito del cuore del feto prima di abortire. La nuova norma rende obbligatorio per i medici presentare alle donne la prova “chiaramente identificabile delle funzioni vitali del feto”. Attraverso un’ecografia del cuore.

Il decreto, firmato dal ministro Sandor Pinter, entrerà in vigore giovedì 15 settembre. E il partito di estrema destra Mi Hazank ha fatto sapere di essere lieto che “le mamme ora ascolteranno il battito cardiaco fetale”. Anche se il testo non lo afferma esplicitamente in questi termini. “Almeno per alcuni secondi, il bambino in età fetale potrà essere ascoltato dalla madre prima che venga eseguito l’aborto”, ha detto la deputata Dora Duro in un post su Facebook. Nel paese l’aborto fino alla dodicesima settimana di gravidanza è legale dagli anni Cinquanta. Amnesty International parla di un “preoccupante declino”. Questa decisione presa “senza alcuna consultazione” renderà “più difficile l’accesso all’aborto. E traumatizzerà più donne già in situazioni difficili”, ha detto all’Afp il portavoce Aron Demeter.

La legge ungherese prevede l’aborto in quattro casi. Ovvero: gravidanza in conseguenza di un reato o violenza sessuale, pericolo per la salute della donna, embrione con handicap fisico grave, situazione sociale insostenibile della donna.

aborto generica

L’ennesimo tentativo per disincentivare la scelta di interruzione di gravidanza, confermato dalla parlamentare di estrema destra Dora Duro, sostenitrice della legge, che sui social ha commentato: “Serve a fare informazione sull’impatto di quello che veramente si sta facendo: molte persone considerano un feto solo un grumo di cellule”. In Ungheria, la legge sull’aborto esiste dal 1953, e da allora non ha mai subito grandi cambiamenti anche se sotto il governo di Orbàn è finito nella lista nera dei diritti. É possibile abortire entro la dodicesima settimana di gravidanza, ma l’iter per arrivare a farlo è complicato e lungo, fatto di una serie di colloqui che hanno un solo obiettivo, quelo di convincere la donna a cambiare idea. Un dato su tutti: negli ultimi 15 anni gli aborti terapeutici si sono dimezzati, circa 26mila l’anno. Troppi, per Orbàn.