Aereo caduto a Fossa, si fa strada ipotesi doppia avaria

15 settembre 2022 | 09:49
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Aereo caduto a Fossa, si fa strada ipotesi doppia avaria

Incidente Fossa: le indagini per capire cosa abbia fatto precipitare l’aereo vanno avanti. Oggi i funerali laici di Mancinelli.

Un’avaria generica e un flap non aperto avrebbero causato l’incidente aereo di domenica assorta a Fossa in cui hanno perso la vita Corrado Mancinelli e Maria Rota Vietri.

I due si trovavano su un piccolo aereo, guidato da Mancineli quando, in fase di atterraggio presso l’aviosuperficie di Poggio Picenze, di rientro da una gita nel piccolo scalo di Valdichiana, in Provincia di Arezzo, il veivolo è precipitato. Stando ai primi rilievi, dopo una brusca virata laterale l’aereo è andato ad impattare prima contro un albero poi su un manufatto di cemento, utilizzato come depuratore.

I flap sui veicoli vengono usati in decollo, primissima fase della salita, fase finale dell’approccio e atterraggio. Consentono all’aereo di decollare in spazi ridotti e a velocità ridotta dando una grande portanza alare aggiuntiva. In discesa consentono all’aereo di volare a velocità ridottissima dando sempre una grande portanza aggiuntiva all’ala. Durante la crociera non si usano poiché rallenterebbero la velocità e renderebbero l’ala meno efficiente.

Corrado Mancinelli maria rita vietri

L’Aquila, precipita aereo: due morti

Il particolare, quello del flap non funzionante, sarebbe emerso nell’ambito di un sopralluogo sul punto in cui l’ultraleggero si è schiantato. Dettaglio, che dovrà essere confermato in un quadro molto più generale ed approfondito sulle condizioni del velivolo che sarà delineato dal perito nominato dal sostituto procuratore della Repubblica dell’Aquila, Stefano Gallo, su indicazione dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (Ansv). Il perito è il vicentino Sergio Maron, ex pilota militare sui cacciabombardieri, ex comandante Alitalia con 19 mila ore di volo, ex pilota di mongolfiera, istruttore di volo.

Come riporta Il Messaggero, il malfunzionamento di uno dei sistemi meccanici o di entrambi, non avrebbe comportato difficoltà tali per il pilota da portare l’ultraleggero a schiantarsi. Cosa diversa, invece se l’aereo possa aver avuto un’avaria di una delle due ali. Dettaglio che avrebbe portato l’aereo in una situazione prima di stallo poi di caduta a vite. Qui l’altezza potrebbe aver giocato un ruolo decisivo perché per riprendere equilibrio il velivolo attraverso particolari manovre – che vengono insegnate in fase di conseguimento del brevetto di volo – avrebbe avuto bisogno di metri e di una certa velocità. Non si esclude nemmeno il malore; in ogni caso ci vorranno mesi prima della fine delle indagini e delle perizie. Oggi alle 15,30 la cerimonia laica per salutare Corrado Mancinelli.